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  VISITA PASTORALE ALL'ARCIDIOCESI DI
SIENA-COLLE DI VAL D'ELSA-MONTALCINO

OMELIA DI GIOVANNI PAOLO II

Piazza del Campo, Siena - Sabato, 30 marzo 1996

 

1. "Benedetto colui che viene nel nome del Signore!" (Mt 21, 9).

Le Letture di questa Celebrazione eucaristica sono tratte dalla Liturgia della Domenica delle Palme. Esse ci invitano a metterci in cammino per entrare nella Settimana santa, che si apre domani; ci chiamano ad accompagnare spiritualmente Cristo che fa il suo ingresso trionfale in Gerusalemme.

Cristo è entrato in Gerusalemme. Cristo è entrato nel mondo. Cristo vuole entrare nel cuore di ognuno di noi. A noi accoglierlo! Non con rami di palme e di ulivo, ma con l’offerta di cuori umili e pentiti, di una fede generosa e di opere di carità fraterna.

"Entrato Gesù in Gerusalemme, tutta la città fu in agitazione e la gente si chiedeva: "Chi è costui?"" ( Mt 21, 10). Anche in questa antica, stupenda città di Siena Gesù vuole entrare mediante la testimonianza della Chiesa, suo prolungamento nel mondo. I Santi, tra cui Caterina, ripetono oggi: Ecco, il tuo Re viene a te, Siena! Viene non con sfoggio di potenza, come i grandi di questo mondo, ma con umiltà e mitezza (cf. Mt 21, 5). E nelle nostre città, spesso assorbite dalle cose mutevoli e distratte dall’orizzonte di Dio, non pochi tornano a domandarsi: Ma chi è costui?

2.Risponde, nella prima Lettura, il profeta Isaia: il Cristo ha il volto del Servo del Signore, di un misterioso Inviato di Dio in tutto obbediente alla sua volontà, al punto da affrontare con fiducioso abbandono un’ingiusta condanna.

Il tuo Re, Gerusalemme, il tuo Re, Siena, è Colui "che non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la sua vita in riscatto per molti" ( Mt 20, 28). Ecco, questo è il tuo Re. Il suo Regno non è di questo mondo: egli vuole regnare nei cuori, liberamente accolto; vuole regnare nei rapporti tra le persone, nelle relazioni sociali, ispirate da amore fraterno, da spirito di solidarietà, di giustizia, di perdono, di pace. Vuole regnare, a partire dai cuori e dai rapporti umani, nelle famiglie e nei luoghi di lavoro.

3.Carissimi Senesi, sono lieto di essere oggi con voi. Sono stato nella vostra Città sedici anni or sono. Era in programma che vi tornassi in occasione del Congresso Eucaristico Nazionale del 1994, ma, purtroppo, non mi fu allora possibile. Oggi, finalmente, ho la gioia di compiere questa visita e con grande affetto saluto ciascuno di voi, carissimi Fratelli e Sorelle della diocesi di Siena-Colle Val d’Elsa-Montalcino! Saluto il vostro Arcivescovo, Mons. Gaetano Bonicelli, e gli manifesto viva gratitudine per le parole di benvenuto che ha voluto indirizzarmi all’inizio della Celebrazione eucaristica. Con lui abbraccio tutti i sacerdoti, incoraggiandoli a servire sempre con generosa fedeltà la Chiesa di Dio. Con affetto saluto pure i religiosi, le religiose e i laici impegnati, la cui opera è tanto preziosa. Un deferente pensiero rivolgo alle Autorità civili, che ringrazio vivamente per la loro cordiale accoglienza.

Mi è molto gradito concelebrare questa Eucaristia con tutti i fratelli Vescovi della Toscana. Mi indirizzo, nello stesso tempo, alle Diocesi della vostra Regione, salutando tutti e augurando a tutti Buona Settimana Santa e Buona Pasqua!

Saluto soprattutto i giovani, che vedo qui raccolti molto numerosi. Cari giovani, vi siete dati appuntamento per celebrare insieme la Giornata Mondiale della Gioventù ed esprimere così, con l’entusiasmo che vi distingue, la gioia di credere in Cristo e di seguire il suo esigente Vangelo. A voi, come pure a tutti gli abitanti di Siena, ripeto: non abbiate paura di accogliere Cristo nelle vostre case, negli uffici, nei negozi, nelle fabbriche, nelle aziende agricole e artigianali, nelle scuole e nei luoghi di divertimento e di sport. Non abbiate paura di fare spazio a Dio, venuto incontro all’uomo fino al punto di volere che il suo Figlio condividesse, con Maria e Giuseppe, la normale vita di famiglia e partecipasse con loro alla quotidiana fatica, necessaria per guadagnarsi il pane.

4.Non temete di accogliere anche voi Cristo nelle vostre famiglie. Egli vi insegnerà a preferire in ogni circostanza il bene della famiglia stessa e di chi in essa è più piccolo e bisognoso. Quante difficoltà deve oggi affrontare la famiglia, che non sempre è al suo interno salda e compatta!

I figli hanno diritto di avere un padre e una madre che si amano, si capiscono e si sostengono a vicenda. Ne avvertono l’esigenza soprattutto durante l’infanzia e l’adolescenza. Come non rinnovare un pressante appello a chi ha, o intende assumersi, responsabilità legislative e di governo, per ricordar loro che la famiglia è la cellula fondamentale della società e come tale va sempre difesa e sostenuta?

In special modo occorre dedicare attenzione alle famiglie del ceto medio e basso, assicurando con ogni impegno, equità ed efficienza i servizi loro necessari. È grave, in particolare, che la maternità possa diventare talora motivo di timore per le giovani madri, che arrivano a contrastare o, in casi estremi, a rinnegare tale loro vocazione, per paura di perdere il posto di lavoro o di non poterlo trovare.

5.Cari Senesi, guardate a santa Caterina, vostra illustre concittadina: essa 25 anni or sono fu proclamata "Dottore della Chiesa" dal mio venerato predecessore, il servo di Dio Paolo VI! Caterina spalancò il cuore a Dio ed egli la rese saggia e forte in una società divisa ed incerta, in una Chiesa allora tribolata ed esposta alle tentazioni della mondanità e delle ambizioni politiche.

Siena, non hai forse bisogno di ritrovare anche oggi, per intercessione della tua grande Santa, quel "supplemento d’anima" che ti consenta di vivificare le tue antiche tradizioni religiose?

Migliaia di persone giungono ogni anno qui per studiare, lavorare, o solo per ammirare la bellezza di questa Città. Viene da domandarsi: vi ritrovano l’impronta lasciata da santa Caterina, da san Bernardino e dai numerosi altri santi e beati di questa terra? Assaporano quell’ottimismo cristiano che la Santa senese non abbandonò mai, pur in mezzo a gravi e persistenti difficoltà?

Carissimi Fratelli e Sorelle, santa Caterina sprona tutti a ricercare una profonda unione con Dio, a lavorare instancabilmente per l’unità della Chiesa e per la pace nel mondo, ad operare con coraggio al servizio della nuova evangelizzazione.

6.Il Congresso Eucaristico Nazionale, qui celebrato nel 1994, è stato una tappa privilegiata in questo cammino di rinnovamento spirituale.

L’odierna visita, mentre rimedia alla forzata assenza di allora, mi offre la provvidenziale opportunità di rilanciarne il tema semplice e chiaro: "Vi ho dato l’esempio. Eucaristia: dalla comunione al servizio".

Sono trascorsi quasi due anni e ci chiediamo se l’intensa esperienza del Congresso stia portando i frutti sperati. È cresciuta la fraternità, la collaborazione, l’attività dei vari organismi di comunione che caratterizzano la pastorale dopo il Concilio Vaticano II? La Chiesa di Siena è veramente sacramento di Cristo nel mondo? I cristiani hanno il coraggio e la fierezza di impegnarsi nei vari servizi della comunità ecclesiale e nei diversi ambiti della vita sociale, culturale, economica e politica? Da molti segni sembra di poter rispondere affermativamente, e ne rendiamo grazie al Signore di tutto cuore! Molto, però, resta ancora da fare.

Alla scuola di Gesù, presente nell’Eucaristia, siamo chiamati a "lavare i piedi" dei nostri fratelli (cf. Gv 13, 14). Secondo l’interpretazione dei santi Padri, questo "lavare i piedi" significa preoccuparsi che il male non abbia a prevalere, operare perché la trasparenza e la generosità accompagnino le scelte di chi vuole assumersi nella comunità civile e religiosa una qualche responsabilità. Anche di recente, al Convegno ecclesiale di Palermo, ho avuto modo di richiamare i credenti al dovere di impegnarsi per la giustizia e la solidarietà, al servizio particolarmente dei più svantaggiati, dei piccoli e dei poveri.

Quanto è necessario simile generoso impegno! Occorrono certo leggi eque a tutela dei più deboli, ma più ancora occorre gente aperta e animata da autentico spirito di carità. "Ero forestiero e mi avete accolto" (cf. Mt 25, 35): ecco, ad esempio, una sfida che interpella le nostre comunità alle soglie del terzo millennio. Interpella in particolar modo voi, cari giovani, che costituite la speranza della Chiesa e il futuro dell’umanità. Cristo Eucaristia doni a voi, doni a tutti i credenti la forza di offrire una risposta gioiosa e coerente.

7.Una simile risposta non si improvvisa. Ad essa si giunge attraverso un cammino di fede adulta e di intimità col Signore. Bisogna trovare il tempo e il gusto della preghiera e, in particolare, dell’adorazione. Dio è nascosto nell’Eucaristia e attende che nel silenzio e nell’adorazione noi scopriamo il segreto della sua presenza.

Carissimi Fratelli e Sorelle, vorrei richiamare quanto dissi nel Radiomessaggio conclusivo del Congresso: "Partecipando al sacrificio eucaristico, noi riscopriamo ogni volta il dovere e la gioia di fare di noi un dono generoso e gratuito al Signore ed al prossimo... Dalla comunione scaturisce il servizio" ( "L’Osservatore Romano", 6-7 giugno 1994, p. 5).

È questo un programma di vita che Cristo propone a tutti i suoi discepoli. Lo presenta in maniera singolare a voi, cari giovani, a voi, catechisti, che costituite una schiera di validi collaboratori nell’opera dell’evangelizzazione. Il Papa è qui, oggi, per dirvi: siate generosi nella vostra risposta a Cristo Signore! Dedicatevi con gioia e senza riserve al Regno di Dio nella via del matrimonio o della verginità e del celibato, in generosa adesione alla chiamata del Signore. Avrete così vita in abbondanza e la vostra gioia sarà piena (cf. Gv 10, 10; 15, 11).

8.Ritorniamo ora spiritualmente sulla strada che conduce da Betania a Gerusalemme passando per il Monte degli Ulivi, per rivivere l’ingresso di Cristo nella Città Santa, la domenica delle Palme. È su questo sfondo così suggestivo che vorrei porgervi il mio augurio di buona e santa Pasqua. Cristo viene verso di noi e ci chiama a condividere con Lui il mistero della sua morte e risurrezione. Andiamogli incontro, accogliendolo con fiducia per poter offrire una risposta convincente a quanti ci domandano ragione della nostra speranza.

Ogni credente diventi testimonianza viva e risposta eloquente, perché
"ogni lingua proclami
che Gesù Cristo è il Signore
a gloria di Dio Padre" ( Fil 2, 11). Amen.

 



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