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VIAGGIO APOSTOLICO IN POLONIA
(31 MAGGIO-10 GIUGNO 1997)

LITURGIA DELLA PAROLA

OMELIA DI GIOVANNI PAOLO II

Pendici dell'altura di Jasna Góra - Mercoledì, 4 giugno 1997

 

1. Ave, Gesù, Figlio di Maria!

Il Congresso Eucaristico Internazionale, che ha avuto luogo a Wrocław, si ripercuote ora con una vasta eco in tutta la Polonia. Qui, a Czestochowa, a Jasna Góra, il Congresso viene accompagnato proprio da questo canto eucaristico ed insieme mariano:

"Ti salutiamo, Ostia viva,
in cui Gesù Cristo cela la divinità.
Ave, Gesù, Figlio di Maria,
nella santa Ostia sei il vero Dio".

Canto spesso questo inno, medito le sue parole, perchè contengono una grande ricchezza teologica. Ci sono strofe successive, vogliamo tuttavia soffermarci su questa prima, che si ricollega in modo particolare alla pagina di Vangelo letta nel nostro odierno incontro. Conosciamo bene questo passo, - uno dei testi più spesso usati nella liturgia: il frammento in cui l'evangelista Luca descrive le fasi salienti dell'annunciazione. L'arcangelo Gabriele inviato da Dio a Nazaret, alla Vergine Maria, la saluta con le parole che costituiranno l'inizio della preghiera forse più frequentemente recitata, l'Ave Maria: "Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te . . ." (Lc 1, 28). L'angelo poi continua: "Hai trovato grazia presso Dio. Ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù" (Lc 1, 30-31). E quando Maria domanda: "Come avverrà questo? Non conosco uomo" (Lc 1, 34), l'angelo le risponde: "Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio" (Lc 1, 35). La risposta di Maria: "Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto" (Lc 1, 38).

In questo modo l'eterno Verbo si fece carne. Il Figlio unigenito di Dio si fece uomo assumendo la nostra natura nel seno dell'Immacolata Vergine di Nazaret. Maria accogliendo con fede il dono di Dio, il dono del Verbo Incarnato si trova con ciò stesso all'inizio, alle fonti dell'Eucaristia. La fede della Madre di Dio introduce tutta la Chiesa nel mistero della Presenza eucaristica del Figlio. Nella liturgia della Chiesa, sia dell'Occidente che dell'Oriente, la Madre di Dio conduce sempre i fedeli verso l'Eucaristia. E' stata dunque una cosa buona che un anno prima del Congresso Eucaristico di Wrocław  qui, a Jasna Góra, abbia svolto i suoi lavori il Congresso Mariano, che trattava il tema: "Maria e l'Eucaristia". Perfino in questa sequenza di eventi si mette in evidenza in modo simbolico la verità su Maria che conduce al Figlio, sulla Madre della Chiesa che conduce i suoi figli verso l'Eucaristia. Infatti per noi, credenti in Gesù Cristo, Maria è la più perfetta Maestra di quell'amore che permette di unirsi nel modo più completo al Redentore nel mistero del suo Sacrificio eucaristico e della sua presenza eucaristica.

2. Jasna Góra è il luogo dove la nostra Nazione nel corso dei secoli si è raccolta per dare testimonianza della propria fede e dell'attaccamento alla comunità della Chiesa di Cristo. Molte volte venivamo qui, chiedendo a Maria l'aiuto nella lotta per conservare la fedeltà a Dio, alla Croce, al Vangelo, alla santa Chiesa e ai suoi Pastori. Qui ci assumevamo i compiti della vita cristiana. Ai piedi della Signora di Jasna Góra trovavamo la forza per restare fedeli alla Chiesa, quando era perseguitata, quando doveva osservare il silenzio e soffrire. Dicevamo sempre "sì" alla Chiesa e questo atteggiamento cristiano è stato un atto di grande amore per essa. La Chiesa è, infatti, la nostra madre spirituale. Dobbiamo ad essa se "siamo chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente" (1 Gv 3, 1). Possiamo cantare: "Abba, Padre" come hanno cantato qui i giovani durante la giornata Mondiale della Gioventù nel 1991 e come fate voi oggi. La Chiesa si è inscritta per sempre nella storia della nostra Nazione, vigilando con premura sulla sorte dei suoi figli, specialmente nei momenti di umiliazione, di guerre, di persecuzioni o di perdita dell'indipendenza.

Qui, ai piedi di Maria, sempre nuovamente "impariamo la Chiesa", affidata da Cristo agli Apostoli e a noi tutti. Il mistero di Maria è unito indissolubilmente al mistero della Chiesa, dal momento dell?Immacolata Concezione, attraverso l'Annunciazione, la Visitazione, Betlemme, Nazaret, fino al Calvario. Maria insieme agli Apostoli rimase in preghiera nel Cenacolo, attendendo, dopo l'Ascensione al cielo del Figlio, il compimento della promessa. Attendeva insieme con loro la venuta dello Spirito Santo, che avrebbe pubblicamente manifestato la nascita della Chiesa, e dopo vigilava sullo sviluppo della primitiva comunità cristiana.

San Paolo dice che "la Chiesa è corpo di Cristo" (cfr 1 Cor 12, 27). Ciò significa che è stata formata secondo il disegno di Cristo come una comunità di salvezza. La Chiesa è opera sua, si edifica incessantemente in Cristo, poiché Lui continua a vivere e ad operare in essa. La Chiesa appartiene a Lui e rimarrà sua per sempre. Dobbiamo essere figli fedeli della Chiesa che noi stessi formiamo. Se con la nostra fede e con la nostra vita diciamo "sì" a Cristo, non possiamo non dirlo anche alla Chiesa. Cristo disse agli Apostoli e ai loro successori: "Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me. E chi disprezza me disprezza colui che mi ha mandato" (Lc 10, 16). E' vero che la Chiesa è una realtà anche umana, che porta in sè tutti i limiti e le imperfezioni degli esseri umani che la compongono, esseri peccatori e deboli. Non è stato Cristo stesso a volere che la nostra fede nella Chiesa si confrontasse con questa difficoltà? Cerchiamo sempre con magnanimità e in spirito di fiducia di accettare ciò che la Chiesa ci annuncia e ci insegna. Il cammino che ci viene indicato da Cristo, vivente nella Chiesa, ci conduce al bene, alla verità, alla vita eterna. E' Cristo, infatti, che parla, che perdona e che santifica. Un "no" detto alla Chiesa sarebbe allo stesso tempo un "no" detto a Cristo.

A questo punto voglio riportare le parole del mio Predecessore sulla Sede di Pietro, Paolo VI, il Papa che amava la Polonia e voleva partecipare alle cerimonie del Millennio a Jasna Góra, il 3 maggio 1966, al quale però le autorità di allora non lo concessero. Ecco le sue parole: "Amate la Chiesa! E' venuta l'ora di amare la Chiesa con cuore forte e nuovo . . . i difetti e i malanni stessi degli uomini della Chiesa dovrebbero rendere più forte e più sollecita la carità di chi della Chiesa vuol essere membro vivo, sano e paziente. Così fanno i figli buoni, così i Santi . . . Amarla [la Chiesa] significa stimarla ed essere felici d'appartenervi, significa essere strenuamente fedeli; significa obbedirle e servirla, aiutarla con sacrificio e con gioia nella sua ardua missione" ( Paolo VI, Udienza Generale,  18 settembre 1968).

"Ave, Gesù, Figlio di Maria . . . ", cantiamo oggi a Jasna Góra e poi aggiungiamo: "Nella santa Ostia sei il vero Dio". Confessiamo di credere che, ricevendo nell'Eucaristia Cristo sotto le specie del pane e del vino, riceviamo il vero Dio. E' lui a diventare il nutrimento soprannaturale delle nostre anime, quando ci uniamo a Lui nella santa Comunione. Rendiamo grazie a Cristo per la Chiesa da Lui istituita, che vive del suo sacrificio redentore, reso presente sugli altari del mondo intero. Rendiamo grazie a Cristo, perchè condivide con noi la sua vita divina, che è la vita eterna.

3. E' bene che nell'itinerario della mia visita in Polonia si trovi, anche questa volta, Jasna Góra. Voglio salutare cordialmente tutta l'Arcidiocesi di Czestochowa, insieme con il suo Pastore, Monsignor Stanislaw e il suo Ausiliare. Saluto i cari Monaci di san Paolo, primo Eremita, con il loro Priore Generale. Ho ripetuto più volte che Jasna Góra è il santuario della Nazione, il confessionale e l'altare. E' il luogo della trasformazione spirituale della conversione e del rinnovamento della vita dei Polacchi. Rimanga esso così per sempre. Voglio ripetere le parole che dissi qui durante il mio primo pellegrinaggio in Patria: "Tante volte siamo venuti qui, in questo santo luogo, in vigile ascolto pastorale, per udir battere il cuore della Chiesa e quello della Patria nel cuore della Madre . . . Questo cuore, infatti, pulsa come sappiamo con tutti gli appuntamenti della storia, con tutte le vicende della vita . . . Tuttavia, se vogliamo sapere come il cuore dei Polacchi interpreta questa storia, bisogna venire qui, bisogna porgere l'orecchio a questo Santuario, bisogna percepire l'eco della vita dell'intera Nazione nel Cuore della sua Madre e Regina! E se questo cuore batte con sussulti di inquietudine, se risuonano in esso la sollecitudine e il grido per la conversione e per il rafforzamento delle coscienze, bisogna accogliere questo invito. Esso nasce dall'amore materno, che a suo modo forma i processi storici nella terra polacca" (Giovanni Paolo II, Jasna Góra, 4 giugno 1979 : Insegnamenti di Giovanni Paolo II, II, 1 (1979) 1413). Questo forse è anche il posto più adatto, per ricordare il più antico canto polacco:

"O Madre Divina,
O Vergine da Dio glorificata,
Madre eletta, a noi manda
Il Tuo Figlio Salvatore.
O Figliolo di Dio, pel Tuo Battista,
Odi le nostre voci,
Compi i pensieri umani".

Quanti significati contengono queste brevi parole.

Così pregavano i nostri avi e così fanno oggi i pellegrini che vengono a Jasna Góra: "Odi le nostre voci, compi i pensieri umani". Anch'io chiedo questo durante il pellegrinaggio che compio in occasione del millennio di sant'Adalberto. Trovandomi oggi in questo itinerario del millennio, non posso fare a meno di ricordare un altro uomo di Dio, che la Provvidenza diede alla Chiesa in Polonia al termine del secondo millennio, un uomo che ha preparato questa Chiesa per le celebrazioni del millennio del Battesimo e che viene comunemente chiamato il Primate del Millennio. Quanto spesso soggiornava qui il Servo di Dio, il Cardinale Stefan Wyszynski, grande devoto della Madre di Dio, quante grazie otteneva inginocchiato immobile davanti all'immagine di Jasna Góra. Fu proprio qui, il 3 maggio 1966, che il Cardinale Primate pronunciò l'Atto di Jasna Góra di totale servitù alla Madre di Dio, Madre della Chiesa, per la libertà della Chiesa di Cristo nel mondo e in Polonia. C'è molto da pensare ricordando quell'Atto. Tornando con la memoria a quell'atto storico, desidero oggi affidare nuovamente alla Regina di Jasna Góra tutte le preghiere dei Connazionali ed insieme tutte le necessità e le intenzioni della Chiesa universale e di tutti gli uomini del mondo - da me conosciuti e sconosciuti, specialmente dei malati, dei sofferenti e di coloro che sono privi di speranza. Qui anche, ai piedi di Maria, voglio ringraziare per tutte le grazie del Congresso Eucaristico di quest'anno - per tutto il bene che esso ha generato nella anime degli uomini e nella vita della Nazione e della Chiesa.

Madre della Chiesa di Jasna Góra, prega per tutti noi. Amen.

Vi prego di cantare: "Da secoli tu sei la Regina della Polonia". Questo potrebbe essere l' "O Madre Divina" dei nostri tempi.

Prima di lasciare Jasna Góra, Giovanni Paolo II ha rivolto ai presenti alcune parole di saluto. Eccone una nostra traduzione:

Al termine, desidero salutare in modo particolare tutte le persone consacrate. Oggi vi rappresenta a Jasna Góra la Consulta dei Superiori Maggiori degli Istituti di vita consacrata e delle Società di vita apostolica. Vi ho portato uno speciale messaggio sul quale potrete riflettere nelle vostre case religiose e nelle vostre comunità.



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