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STAZIONE QUARESIMALE PRESIEDUTA DAL SANTO PADRE
NELLA BASILICA DI SANTA SABINA ALL’AVENTINO

OMELIA DI GIOVANNI PAOLO II

Mercoledì delle Ceneri , 25 febbraio 1998

   

1. "... Ritornate a me con tutto il cuore, con digiuni, con pianti e lamenti... Ritornate al Signore vostro Dio" (Gl 2,12-13).

Con le parole dell'antico profeta, l'odierna Liturgia delle Ceneri, preceduta dalla processione penitenziale, ci introduce nella Quaresima, tempo di grazia e di rigenerazione spirituale. "Ritornate, convertitevi...". All'inizio dei quaranta giorni, questi richiami pressanti mirano a stabilire un singolare dialogo tra Dio e l'uomo. Davanti al Signore che invita alla conversione, l'uomo fa propria la preghiera di Davide, confessando umilmente i suoi peccati:

"Pietà di me, o Dio, secondo la tua misericordia;
nella tua grande bontà cancella il mio peccato.
Lavami da tutte le mie colpe,
mondami dal mio peccato.
Riconosco la mia colpa,
il mio peccato mi sta sempre dinanzi.
Contro di te, contro te solo ho peccato,
quello che è male ai tuoi occhi, io l'ho fatto...
Distogli lo sguardo dai miei peccati,
cancella tutte le mie colpe" (Sal 50[51],3-6.11).

2. Il Salmista non si limita a confessare le proprie colpe ed a chiederne la remissione; egli attende dalla bontà del Signore soprattutto il rinnovamento interiore: "Crea in me, o Dio, un cuore puro, rinnova in me uno spirito saldo" (Sal 50 [51],12). Illuminato dallo Spirito sulla potenza devastante del peccato, egli domanda di diventare una creatura nuova, di essere, in un certo senso, nuovamente creato.

Ecco, sta qui la grazia della redenzione! Di fronte al peccato che deturpa il cuore dell'uomo, il Signore si china sulla sua creatura per riannodare il dialogo salvifico ed aprirle nuove prospettive di vita e di speranza. E' specialmente durante il tempo della Quaresima che la Chiesa approfondisce questo mistero di salvezza.

Al peccatore che si interroga sulla sua situazione e sulla possibilità di ottenere ancora la misericordia di Dio, la Liturgia oggi risponde con le parole dell'Apostolo, tratte dalla seconda Lettera ai Corinzi: "Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo trattò da peccato in nostro favore, perché noi potessimo diventare per mezzo di lui giustizia di Dio" (5,21). In Cristo è proclamato ed offerto ai credenti l'amore sconfinato del Padre celeste per ogni uomo.

3. Risuona, qui, l'eco di quanto Isaia annunziava da lontano a proposito del Servo del Signore: "Noi tutti eravamo sperduti come un gregge, ognuno di noi seguiva la sua strada; il Signore fece ricadere su di lui l'iniquità di noi tutti" (Is 53,6).

Dio esaudisce le invocazioni dei peccatori che, insieme con Davide, supplicano: "Crea in me, o Dio, un cuore puro". Gesù, il servo sofferente, prende sulle sue spalle la croce, che rappresenta il peso di tutti i peccati dell'umanità, e si avvia al Calvario per dare compimento con la sua morte all'opera della redenzione. Gesù crocifisso è l'icona della misericordia sconfinata di Dio per ogni uomo.

Per ricordarci che "per le sue piaghe noi siamo stati guariti" (Is 53,5) e per suscitare in noi l'orrore del peccato, la Chiesa ci invita a fare spesso, durante la Quaresima, la pia pratica della Via Crucis. Per noi, qui a Roma, assume grande rilievo quella del Venerdì Santo al Colosseo, che ci offre l'opportunità di toccare con mano la potente verità della redenzione mediante la croce, ripercorrendo idealmente le orme dei primi martiri nell'Urbe.

4. "Distogli lo sguardo dai miei peccati, cancella tutte le mie colpe... un cuore affranto e umiliato, tu, o Dio, non disprezzi" (Sal 50[51], 11.19). E' commovente quest'invocazione quaresimale!

L'uomo creato da Dio a sua immagine e somiglianza proclama: "Contro di te, contro te solo ho peccato, quello che è male ai tuoi occhi, io l'ho fatto" (Sal 50 [51], 6). Illuminato dalla grazia di questo tempo penitenziale, sente il peso del male commesso e comprende che soltanto Dio può liberarlo. Pronuncia allora dal profondo della sua miseria l'esclamazione di Davide: "Lavami da tutte le mie colpe, mondami dal mio peccato. Riconosco la mia colpa, il mio peccato mi sta sempre dinanzi". Oppresso dal peccato, egli scongiura la misericordia di Dio, fa appello alla sua fedeltà all'alleanza, e gli chiede di realizzare la sua promessa: "Cancella tutte le mie colpe" (Sal 50 [51], 11).

All'inizio della Quaresima, preghiamo affinché, nel tempo "favorevole" di questi quaranta giorni, accogliamo l'invito della Chiesa alla conversione. Preghiamo perché, durante quest'itinerario verso la Pasqua, si rinnovi nella Chiesa e nell'umanità il ricordo del dialogo salvifico tra Dio e l'uomo che la Liturgia del Mercoledì delle Ceneri ci pone dinanzi.

Preghiamo perché i cuori si dispongano al dialogo con Dio. Egli ha per ciascuno una speciale parola di perdono e di salvezza. Che ogni cuore si apra all'ascolto di Dio, per riscoprire nella sua parola le ragioni della speranza che non delude.

Amen!

  



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