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LETTERA DI GIOVANNI PAOLO II
AL CARDINALE SALVATORE PAPPALARDO,
ARCIVESCOVO DI PALERMO

 

Al nostro venerabile fratello
Cardinal Salvatore Pappalardo
Arcivescovo di Palermo.

Gli animi e gli occhi di tutta la comunità cattolica italiana tra poco convergeranno sulla città di Reggio, come vi affluiranno numerosi fedeli e pellegrini, perché dopo un certo numero di anni vi si concelebrerà il ventunesimo Congresso eucaristico nazionale, dal quale si può a stento dire quanti e quanto grandi doni di grazia e di salvezza scaturiranno per la Chiesa italiana, quante e quanto grandi forze di rinnovamento e di maggior impegno apostolico ci si aspetteranno.

Sempre noi e i nostri predecessori abbiamo avuto un’attenzione particolare per questi congressi eucaristici nel mondo e in tutti i Paesi, perché, come asserisce tutta la ricchissima Tradizione della Chiesa cattolica e la dottrina mirabilmente contenuta nei documenti del Concilio Vaticano II, il sacramento dell’Eucaristia occupa il posto centrale della vita cristiana e rappresenta la fonte più immediata, cioè Cristo che vive e opera in eterno, di santità e di salvezza, di consolazione e di saldezza in questa peregrinazione terrestre degli uomini verso il Regno e la patria. I Pontefici romani si adoperano in ogni modo perché questi fausti eventi della comunità cristiana siano posti nella massima luce e siano anche celebrati con la fede più fervida.

Tutte le volte che ci è dato il tempo e la possibilità, o vogliamo essere presenti di persona alle sacre celebrazioni, o facciamo in modo che la nostra persona vi venga rappresentata da un nostro strettissimo collaboratore nel nostro ministero apostolico, poiché non sembri che manchi nessun segno della nostra sollecitudine nè alcun aiuto ad una maggiore solennità ed efficacia. Pur avendo l’intenzione di presiedere alla chiusura del congresso il 12 giugno e di rivolgere il saluto di congedo ai partecipanti, tuttavia vogliamo che fin dall’inizio del congresso assista, presieda e partecipi alle celebrazioni chi sa rappresentare e ben esporre il nostro pensiero riguardo alla grandezza e alla necessità di questo celeste sacramento.

Con questa lettera perciò nominiamo te, venerabile nostro fratello, inviato speciale al ventunesimo Congresso eucaristico italiano, che si celebrerà a Reggio dal 5 al 12 giugno.

Mentre ti affidiamo questo incarico di rappresentarci come inviato speciale, ti esortiamo a ricordare con le tue parole il tema proprio e particolare del congresso, tema che non poteva essere più pertinente: “Eucaristia - sacramento di unità: «Un solo pane, un solo corpo siamo molti; infatti partecipiamo dell’unico pane»” (1 Cor 10, 17). In un mondo lacerato da contrasti sempre più gravi, come possiamo vedere, e per un’umanità turbata da discordie, guerre, atti di terrorismo, senza dubbio il rimedio divino è per tutti nella luce della vera fede, in un vero sentimento religioso, nell’origine della vera devozione e di tutta la verità: tutti questi fondamenti di solidissima unità e questi semi si trovano abbondantemente nell’augusto sacramento dell’altare.

I fedeli nutriti alla mensa eucaristica sono forti di una nuova virtù grazie alla quale possono essere testimoni e difensori della pace di Cristo sia in famiglia sia nella società e così contribuire ogni giorno moltissimo a costruire la vera unità della società umana.

Aspettiamo perciò da ogni Congresso eucaristico copiosa messe di frutti spirituali, e in particolare da questo Congresso italiano.

Rivolgiamo fervide preghiere a Dio che i cattolici di questa città grazie alla partecipazione al mistero eucaristico divengano per così dire antesignani della rinnovata unità tra gli uomini.

Impartiamo infine a te, venerabile nostro fratello la benedizione apostolica come sostegno per il tuo incarico e a tutti i partecipanti al congresso come valido aiuto.

Vaticano, il 4 maggio 1988, decimo anno del nostro Pontificato.

IOANNES PAULUS PP. II

 

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