LETTERA DI GIOVANNI PAOLO II
AL CARDINALE MARCO CÈ,
PATRIARCA DI VENEZIA, IN OCCASIONE DEL
CONVEGNO ECCLESIALE DELLE DIOCESI DEL TRIVENETO
Al venerato fratello il signor card. Marco Cè,
patriarca di Venezia
Con grande fiducia in Cristo Gesù, Maestro e Pastore delle anime, le diocesi del Triveneto si sono riunite a Convegno nella vetusta cattedrale di Aquileia, per discernere e riconoscere che cosa lo Spirito richieda alle Chiese di codesto territorio nella missione che è loro affidata per il tempo presente.
Il mio cordiale saluto va pertanto a lei, signor cardinale patriarca, a tutti i vescovi e sacerdoti delle regioni, alle persone consacrate e ai laici, convocati per una così singolare assemblea sinodale, agli osservatori della Comunità israelitica e delle Chiese sorelle non cattoliche. A tutti esprimo il mio compiacimento per codesto incontro preparato con intensa preghiera in tutte le diocesi, con accurati momenti di studio per l’analisi dei problemi.
La Chiesa che è nel Triveneto riconosce di aver ricevuto dalla sua storia un grande patrimonio di cultura cattolica. Esso è stato generato dalla fede, che la presenza opportunamente disposta di diocesi e parrocchie ha saputo alimentare specie con la catechesi e la formazione giovanile; è stato sostenuto dall’opera di valorosi Istituti maschili e femminili, sorti in circostanze singolari; è tuttora ravvivato senza soste da numerosi centri di spiritualità, case di esercizi, monasteri, santuari.
Fiduciosi per tale eredità, i pastori d’anime guardano ora al futuro, consapevoli che l’avvicinarsi del terzo millennio, con le sue trasformazioni economiche e sociali impone una rinnovata evangelizzazione e domanda risposte tempestive ed efficaci, come si esige per i veri discepoli di Cristo, nella grandezza e nella difficoltà dei nostri tempi.
Consapevoli che l’avvenire dell’Europa non dovrà ridursi a un evento solo economico e politico, le Chiese delle regioni nord-orientali d’Italia vogliono rinvigorire la loro vocazione singolare alla mediazione tra diverse etnie, nazioni e lingue, operando un cristiano impegno di solidarietà e fraterna carità; riconoscono l’ambivalenza dei mutamenti sociali avvenuti anche in seguito ad eventi difficili e dolorosi; sentono i problemi suscitati dal moderno, insistente secolarismo; ma sono altrettanto fiduciose che il fermento cristiano, ben radicato nella mentalità delle popolazioni, potrà ancora corrispondere all’appello di Cristo.
La presenza della Chiesa riveste oggi, più che mai, un importante significato nella società del Triveneto, per immettere “fede e carità portate ad efficacia di vita”, operando come segno e strumento di intima unione dell’uomo con Dio e di unità tra diversi popoli. Occorrerà prodigarsi con urgenza nel momento presente, a partire dalle radici cristiane sempre vive e sentite costì, poiché il Triveneto è una società che ha bisogno di rinsaldare la sua tradizione etica e spirituale, nel contesto di un’identità e di un servizio pastorale di grande valore.
Auspico, pertanto, che nel territorio si confermi il ruolo insostituibile delle parrocchie, affinché siano sempre più ricche di iniziative di carattere sociale, ma soprattutto dell’insostituibile ministero della parola, che si deve esplicare così nell’attenta catechesi ai fanciulli e ai giovani come nel rispondere agli interrogativi religiosi ed esistenziali, via via emergenti nell’intera comunità. Confido che le famiglie continuino ad essere anche oggi centro irradiante di fede, all’interno di se stesse e nel servizio ecclesiale dei numerosi gruppi familiari.
Soprattutto chiedo all’Azione Cattolica e ai Movimenti, alle scuole, ai religiosi, ai laici impegnati, di corrispondere generosamente e unitariamente alle proposte, che nasceranno da codesta fraterna riunione pastorale.
Su tutti invoco la protezione della Vergine, venerata nelle innumerevoli chiese delle Regioni, dei martiri e santi patroni delle diocesi, mentre imparto di cuore una speciale benedizione apostolica.
Dal Vaticano, il 25 aprile, festa di san Marco Evangelista, dell’anno 1990, undicesimo di Pontificato.
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