MESSAGGIO DI GIOVANNI PAOLO II
PER L’INIZIO DELLA «CAMPAGNA DI FRATERNITÀ» INDETTA
DALLA CONFERENZA EPISCOPALE DEL BRASILE
Mercoledì delle Ceneri, 24 febbraio 1993
Amatissimi fratelli e sorelle del Brasile,
Come tutti gli anni, su invito della Conferenza Nazionale dei Vescovi del Brasile, il Mercoledì delle Ceneri do inizio alla Campagna di Fraternità con un messaggio quaresimale volto a trasmettervi ciò che il Papa sente nel suo cuore, affinché camminiate nel senso indicato da Cristo Nostro Signore che, con la sua morte e risurrezione, ci ha donato la Vita in abbondanza.
La Quaresima è, come tutti sanno, tempo di penitenza e di rinnovamento interiore per prepararci alla Pasqua del Signore, cercando di udire la voce dell’Alto, che giunge ad ognuno, nell’intimità del cuore: Convertitevi. Ritornate a me con tutto il cuore (cf. Gl 2, 12).
Oggi la Chiesa, con il lancio di questa Campagna che, a ragione, viene detta Campagna della Fraternità, vuole proporci il tema “Dove abiti?”, per indicare una delle esigenze essenziali dell’uomo, mentre vaga sulla terra, cioè quella di possedere i mezzi necessari per avere una vita degna dei figli di Dio. In tal modo, essa ci esorta a non dimenticare che la nostra fede ci invita a non eludere mai l’impegno personale di prendere le difese della giustizia, in particolar modo nell’ambito dei diritti fondamentali della persona. Spetta a noi difendere il diritto, che tutti hanno, di vivere, di possedere il necessario per condurre un’esistenza degna, di lavorare e riposare, di creare un focolare, di passare serenamente il tempo della malattia e della vecchiaia, ma soprattutto di conoscere e amare Dio.
Quando alcuni dei discepoli incontrano Gesù per la prima volta, essi chiedono spontaneamente: “Rabbi, dove abiti?” E il Signore risponde loro: “Venite e vedrete” (Gv 1, 37-38).
Anche noi, che siamo stati chiamati “famigliari di Dio” (Ef 2, 19), gli chiediamo: Dove abiti Signore? Dove sei, affinché noi possiamo essere vicini a Te, e vivere nella condizione di figli di Dio, creati a Tua immagine e somiglianza? La Chiesa – e con essa i suoi Pastori – si assume la grande responsabilità di rispondere, in nome di Dio, venite e vedrete! Essa ha il dovere inalienabile di esigere il rispetto della persona umana, che trae origine dai diritti derivati dalla sua dignità di creatura.
Cristo, il Dio fatto Uomo, è venuto sulla terra per redimerci, senza sottrarsi minimamente alle condizioni di vita che qualunque persona vive in questo mondo. La situazione della casa del Nazareno non era diversa da quella di tanta gente che sperimenta la povertà, l’abbandono e la privazione. Non gli sono mancati, però, l’affetto e la cura di Nostra Signora e di San Giuseppe che si prodigavano per il Bambino in una vita di offerta, di lavoro e di allegria, perché non gli mancasse nulla. E il Signore certamente ci mostrerebbe tutto ciò, proprio come fece con i primi Discepoli: “Venite e vedrete”. Egli vuole mostrarci “quella casa modello” di tutte le case cristiane: il rifugio, lo spazio della famiglia, il luogo in cui bisogna proiettare la propria intimità. L’essere umano ha bisogno di questo luogo, che non è soltanto fisico, ma anche di affetto, di integrazione e di educazione. La casa è un diritto personale e famigliare. Essa costituisce anche un importante fattore di stabilità sociale.
“Se mi invocate, Io vi ascolterò” (Intr. S. Messa della I dom. di Quaresima). Chiediamo a Dio, affinché vengano trovate le soluzioni volte a risolvere il problema delle abitazioni in Brasile. Che all’appello di ogni brasiliano, vi sia una risposta piena di solidarietà, di giustizia e di carità. Che tutti possano rispondere con serenità e allegria alla domanda, dove abiti?: Venite e vedrete!
E che Dio vi benedica e vi protegga, in unione con Nostra Signora Aparecida e con il beato San Giuseppe!
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