MESSAGGIO DI GIOVANNI PAOLO II
AI VESCOVI ITALIANI RIUNITI
IN ASSEMBLEA A COLLEVALENZA
Carissimi Vescovi italiani!
1. “Grazia e pace a voi in abbondanza” (1 Pt 1, 2).
Con queste parole dell’apostolo Pietro saluto voi tutti, venerati Fratelli nell’Episcopato. Saluto in particolare il Cardinale Presidente Camillo Ruini, i tre Vicepresidenti e il Segretario Generale Mons. Ennio Antonelli, esprimendo loro vivo apprezzamento per lo zelo e la dedizione con cui prestano la loro opera a servizio della vostra Conferenza.
Desidero ringraziare dal profondo del cuore ciascuno di voi per l’intensa partecipazione, a nome anche delle rispettive Chiese, al giubileo sacerdotale che ho celebrato in questi giorni. Chiedo al Signore di ricambiare con l’abbondanza dei suoi doni questa vostra così delicata e fraterna premura.
Mi sento spiritualmente presente, insieme con voi, in questa Assemblea Generale, nella quale si rinnova e si ravviva l’esperienza della comunione episcopale tra voi e con il Successore di Pietro e si esprime la comune sollecitudine verso la Chiesa di Dio che è in Italia.
2. È vivo in me il felice ricordo del Convegno ecclesiale di Palermo, vero momento di grazia nel quale si è toccata con mano l’efficacia della carità di Cristo, che continuamente si manifesta nell’unità e nella vitalità della Chiesa e nel servizio generoso che essa presta alla diletta nazione italiana.
Nello spirito di quel Convegno e proseguendo il cammino in esso così bene iniziato, vi accingete ora ad approfondire due tematiche tra loro intimamente congiunte ed entrambe essenziali per l’opera della nuova evangelizzazione: il progetto culturale orientato in senso cristiano e la comunicazione sociale.
3. Al Convegno di Palermo, ricordando che “il nucleo generatore di ogni autentica cultura è costituito dal suo approccio al mistero di Dio”, osservavo che “la cultura è un terreno privilegiato nel quale la fede si incontra con l’uomo” (Giovanni Paolo II, Alla Chiesa italiana per la celebrazione del III Convegno ecclesiale, 23 nov. 1995: Insegnamenti di Giovanni Paolo II, XVIII, 2 (1995) 1199. 1197). Alla luce di tale constatazione, è facile rendersi conto di quanto profondo sia il legame che unisce la missione della Chiesa con la cultura e le culture.
Nella stagione di profondi cambiamenti che l’Italia sta attraversando, e mentre sono forti le correnti di scristianizzazione che mettono in discussione il fondamento stesso della sua grande tradizione cristiana, è quanto mai opportuno ed importante che la Chiesa dia speciale attenzione e priorità all’evangelizzazione della cultura e all’inculturazione della fede, facendo convergere attorno a un progetto preciso, articolato e dinamico, le molteplici energie delle sue componenti: dalle parrocchie alle scuole e ai centri di ricerca, dai teologi al laicato e agli Istituti di vita consacrata.
4. Non meno necessario è l’impegno sul versante della comunicazione sociale. Essa infatti rappresenta ormai una dimensione portante di quel tessuto di relazioni che dà forma a una società e incide in maniera rilevantissima sulla formazione delle persone.
L’attenzione a questo settore della vita associata diventa quindi un aspetto imprescindibile dell’opera di evangelizzazione e non può non caratterizzare dal di dentro il progetto culturale, se esso vuole raggiungere e coinvolgere la gente che vive in Italia, plasmando e orientando in senso cristiano le mentalità e i comportamenti.
5. Auspico dunque, cari Confratelli nell’Episcopato, che dalla vostra Assemblea parta un impulso vigoroso per una presenza cristiana sempre più efficace e concreta nell’ambito della cultura e della comunicazione. Essa costituirà anche un contributo prezioso al bene comune della nazione italiana, chiamata ad attingere alle sue migliori risorse morali per far fronte alle sfide che oggi la travagliano.
Affidando questi voti alla materna intercessione di Maria, Stella dell’evangelizzazione, imparto con affetto la Benedizione Apostolica a voi e alle Chiese affidate alla vostra cura pastorale.
Dal Vaticano, 11 Novembre 1996.
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