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VISITA PASTORALE NEGLI STATI UNITI D'AMERICA

DISCORSO DEL SANTO PADRE GIOVANNI PAOLO II
DURANTE IL COMMIATO DAL PRESIDENTE CARTER

6 ottobre 1979

Signor Presidente

È per me un grande onore l’aver avuto la possibilità – grazie al suo cortese invito – di incontrarmi con lei che, nella sua funzione di Presidente degli Stati Uniti d’America, rappresenta di fronte al mondo l’intera Nazione americana e ha la grande responsabilità di guidare il Paese sulla via della giustizia e della pace. 

Signor Presidente, la ringrazio pubblicamente per questo incontro e ringrazio tutti coloro che hanno contribuito a realizzarlo. Desidero inoltre rinnovare la mia profonda gratitudine per la calorosa accoglienza e le molte cortesie ricevute dal popolo americano nel corso del mio viaggio pastorale attraverso il vostro splendido Paese. 

Signor Presidente, rispondendo alle gentili parole che lei mi ha rivolto, desidero iniziare riportando il brano del profeta Michea che lei ha citato all’inaugurazione del suo mandato presidenziale: “Uomo, ti è stato insegnato ciò che è buono e ciò che richiede il Signore da te: praticare la giustizia, amare la pietà, camminare umilmente con il tuo Dio” (Mi 6,8). 

Nel ricordare queste parole io saluto lei e tutte le autorità dei singoli Stati e della Nazione, che hanno il compito di vigilare sul benessere dei cittadini. E in verità non c’è altro modo di servire l’uomo se non impegnandosi a cercare il bene di ciascuno nelle sue attività e nei suoi impegni. 

L’autorità nella comunità politica si fonda sul principio etico oggettivo che funzione fondamentale del potere è la sollecitudine per il bene comune della società e deve essere al servizio degli inviolabili diritti della persona umana. 

Gli individui, le famiglie e i vari gruppi che costituiscono le comunità civili sono ben consci di non essere in grado, singolarmente, di realizzare pienamente il loro potenziale umano e pertanto riconoscono in una più ampia comunità la necessaria condizione per un sempre più proficuo raggiungimento del bene comune. 

Desidero rivolgere un encomio alle autorità e a tutto il popolo degli Stati Uniti, perché fin dagli inizi dell’esistenza della Nazione, hanno dato un rilievo particolare a tutto ciò che più direttamente interessava il bene comune. Tre anni fa, durante la celebrazione del Bicentenario alla quale ebbi la fortuna di partecipare come Arcivescovo di Cracovia, fu evidente per tutti che la sollecitudine per ciò che è umano e spirituale è uno dei principi basilari che governano la vita di questa comunità. 

È superfluo aggiungere che il rispetto per la libertà e la dignità di ogni singolo individuo di qualunque origine, razza, sesso o credo, è stato il principio più rispettato del credo civile d’America ed è stato sostenuto con decisioni e azioni coraggiose. 

Signor Presidente, Signore e Signori, conosco e apprezzo gli sforzi compiuti da questo Paese per la limitazione delle armi, soprattutto di quelle nucleari. Ognuno è consapevole del terribile rischio che l’aumento di queste armi implica per l’umanità. 

Come una delle Nazioni più grandi del mondo, gli Stati Uniti hanno un ruolo particolarmente importante nella richiesta di una maggiore sicurezza nel mondo e di una più stretta collaborazione internazionale. Spero con tutto il mio cuore che non cessi di impegnarsi per ridurre il rischio di una fatale e disastrosa guerra mondiale, e che garantisca una prudente e progressiva riduzione della forza distruttiva degli arsenali militari. Spero inoltre che gli Stati Uniti, grazie alla loro speciale posizione, siano in grado di influenzare le altre Nazioni ad unire i propri sforzi, in una continua azione per il disarmo. 

Se non si accetta incondizionatamente questo impegno come può ogni singola Nazione servire efficacemente l’umanità, il cui desiderio più profondo e la vera pace? 

La considerazione per i valori umani e i principi etici che ha sempre contraddistinto il popolo americano deve trovare una sua collocazione, specialmente nell’odierno contesto di una crescente interdipendenza dei popoli del mondo, nell’ambito di una visuale in cui il bene comune della società non è prerogativa di una singola Nazione, ma appartiene ai cittadini del mondo intero. 

Io sosterrò ogni azione intesa al rafforzamento della pace nel mondo, una pace fondata sulla giustizia, sulla carità e sulla verità. 

Le odierne relazioni tra i popoli e le Nazioni richiedono anche la creazione di una più ampia collaborazione internazionale anche nel campo economico. 

Più una Nazione è potente e maggiore diventa la sua responsabilità internazionale, e più grande anche deve essere il suo impegno per migliorare le condizioni di vita di tutti coloro che sono minacciati costantemente dal bisogno e dalla necessità. È mia fervida speranza che tutte le nazioni potenti del mondo siano sempre più legate al principio dell’umana solidarietà nell’ambito della grande famiglia umana. 

L’America che nei decenni scorsi ha dimostrato bontà e generosità nel procurare cibo per quanti nel mondo soffrivano la fame, sarà certamente in grado di dare un eguale convinto contributo a stabilire un ordine mondiale che sia in grado di creare le condizioni economiche e commerciali necessarie ad un più giusto rapporto tra le Nazioni del mondo nel rispetto della loro dignità e individualità. 

Poiché i popoli soffrono per una ineguaglianza internazionale, si dovrà perseguire una solidarietà internazionale, anche se ciò comporta un notevole cambiamento nel modo di vivere e negli atteggiamenti di coloro che sono stati benedetti da una più larga disponibilità dei beni della terra. 

Signor Presidente, Signore e Signori, parlando del bene comune che comprende l’aspirazione di ogni essere umano al pieno sviluppo delle proprie capacità, ad un’adeguata protezione dei suoi diritti, ho toccato un settore dove la Chiesa che io rappresento e la comunità politica che è lo Stato condividono una comune premura: la salvaguardia della dignità della persona umana e la ricerca della giustizia e della pace. 

Ciascuno nella propria sfera, la comunità politica e la Chiesa sono reciprocamente indipendenti e autogovernate. Eppure, a titolo diverso, ognuna è al servizio della vocazione personale e sociale degli stessi esseri umani. Da parte sua, la Chiesa Cattolica continuerà i suoi sforzi per contribuire alla promozione della giustizia, della pace e della dignità con l’impegno dei suoi capi, dei membri delle sue comunità e con l’incessante proclamazione che tutti gli esseri umani sono creati a immagine e somiglianza di Dio e che sono fratelli e sorelle, figli di un unico Padre Divino. 

Dio onnipotente benedica e sostenga l’America nella sua ricerca della pienezza di libertà, di giustizia e di pace. 



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