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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI VESCOVI CALDEI IN VISITA
"AD LIMINA APOSTOLORUM"

6 ottobre 1980

Beatitudine e venerabili fratelli,

Accogliervi in occasione della vostra visita alle tombe degli Apostoli è per me una gioia profonda.

È infatti in questa illustre città di Roma che il Principe degli Apostoli versò il suo sangue. Il suo martirio fece di questa stessa città la Sede della Chiesa che presidia alla carità, e la Cattedra della Verità destinata a confermare gli altri fratelli.

Il nostro incontro vuole essere un momento benedetto dal Signore per esprimere a Sua Beatitudine e ai vescovi della Chiesa Caldea i miei sentimenti di soddisfazione per il vostro ardore nel divulgare la Parola di Dio e per il vostro zelo pastorale al servizio delle comunità cristiane che vi sono affidate.

Sono certo che ritornando alle vostre diocesi, più che mai ansiose della vostra presenza e del vostro impegno devoto, date le circostanze, lavorerete con nuovo slancio all’espansione del regno di Dio, Regno di amore e di pace.

La vostra preoccupazione fondamentale sarà sicuramente di incoraggiare la vostra Chiesa ad offrire una testimonianza cristiana, decisa e fedele. A questo scopo, l’attesa riforma della liturgia, da realizzarsi secondo le indicazioni della Santa Sede in modo da favorire una maggiore partecipazione dei fedeli ai misteri divini, sarà certamente utile.

Quest’opera, venerabili fratelli, vi riguarda in primo luogo, così come riguarda i vostri diligenti collaboratori, i sacerdoti impegnati nel servizio pastorale della comunità cristiane, affinché un culto piacevole sia reso a Dio e la stima e l’amore per le cose celesti sia comunicato alle anime.

Mi auguro che il Signore vi benedica, concedendovi vocazioni sempre più numerose, che, come conseguenza, esigeranno da voi un obbligo permanente a vegliare alla loro formazione spirituale ed intellettuale adeguata.

Mi fa anche piacere sottolineare la presenza ed il lavoro compiuto dalle Congregazioni religiose. È grazie a loro che l’ideale di perfezione evangelica risplende per l’onore e per il servizio della Chiesa Caldea. Ai religiosi e alle religiose, esprimo la mia gioia ed i miei incoraggiamenti affinché vadano sempre più lontano nel loro cammino di pietà e di carità, conformemente alle norme date dal concilio Vaticano II e alle nuove esigenze pastorali. Che si sforzino di realizzare il loro “aggiornamento”, giudiziosamente e qualitativamente, al fine di ottenere un vero rinnovamento della vita spirituale ed un migliore inserimento nelle attività pastorali, in armonia con il carattere particolare di ogni Istituto e sotto l’illuminata guida della Gerarchia.

Che l’incontro di oggi con tutti voi - incontro visibilmente collegiale attorno al Vicario di Cristo - sia uno stimolo a vivere insieme il vostro lavoro pastorale, qualunque sia il paese dove è vostra missione compierlo. La Santa sede apprezza questi incontri a livello nazionale, come Assemblee o Conferenze Episcopali, anche fra riti diversi. Questo corrisponde infatti alle direttive del concilio Vaticano II e costituisce uno strumento efficace e praticamente indispensabile se si vuole garantire un’unità d’azione fra più paesi e mantenere l’armonia e l’intesa fraterna fra i diversi riti “nel segno della pace”. Tutto questo si può realizzare senza mettere in discussione le funzioni del Patriarca e del suo Sinodo.

Voglio infine cogliere l’occasione per assicurarvi che la Santa Sede compirà tutti gli sforzi possibili per procurare un’assistenza religiosa più appropriata ai fedeli di rito orientale, oggi disseminati in tutto il mondo.

A voi, Beatitudine e cari fratelli nell’episcopato, a voi sacerdoti, religiosi e religiose, a voi tutti, fedeli della Chiesa Caldea, rinnovo l’assicurazione del mio profondo affetto e rivolgo una paterna Benedizione Apostolica.

 



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