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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AD UN GRUPPO DI SPORTIVI

Sabato, 24 aprile 1982

 

Carissimi.

Nella trasferta a Roma per la vostra attività agonistica avete desiderato di potervi incontrare con il Papa. Sono sinceramente lieto per questa vostra presenza, che porta nel palazzo apostolico come l’eco degli ideali, dei problemi, dell’incidenza sociale del fenomeno dello Sport, che coinvolge l’attenzione e l’interesse di enormi folle del mondo contemporaneo.

In questa lieta circostanza rivolgo il mio fervido saluto al Presidente, Franco Vacondio, all’Assistente spirituale, don Giorgio Gualtieri, ai Dirigenti ed a voi, Giocatori della Squadra calcistica la “Reggiana”, come pure ai vostri Familiari.

Siete veramente i benvenuti nella casa del Papa, che desidera esprimervi, con molta schiettezza, la stima e l’apprezzamento per la vostra attività professionale, a cui auspica di essere sempre animata da una seria e retta concezione etica, dando una pubblica testimonianza di rispetto, di correttezza, di disinteresse, cioè di vere virtù umane e cristiane, dalle quali anche lo sport non può non essere imbevuto.

Nel clima spirituale del periodo liturgico, in cui ci troviamo, desidero indirizzarvi anche un sentito augurio pasquale, nel nome del Cristo Risorto: un augurio a voi, perché la vostra vita quotidiana sia illuminata dalla “fede”, confortata dalla “speranza”, aperta alla “carità”; un augurio alle vostre famiglie, perché in piena adesione al disegno primigenio di Dio, custodiscano, rivelino e comunichino l’amore, quale vivo riflesso e reale partecipazione dell’amore di Dio per l’umanità e dell’amore di Cristo per la Chiesa sua sposa (cf. Giovanni Paolo II, Familiaris Consortio, 17).

Con questi voti invoco su voi tutti e sui vostri familiari l’abbondanza delle grazie del Signore, e imparto di cuore la mia benedizione apostolica.

                                         



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