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VISITA PASTORALE IN GRAN BRETAGNA

INCONTRO DI GIOVANNI PAOLO II
CON CAPI DI CHIESE CRISTIANE

Murrayfield - Martedì, 1° giugno 1982

 

“La grazia del Signore nostro Gesù Cristo sia col vostro spirito, o fratelli” (Gal 6, 18).

1. È una gioia incontrarmi con voi questa mattina; ed io apprezzo molto la vostra cortesia nel venire qui così di buon’ora.

Ieri, poco dopo il mio arrivo in Scozia, ho avuto la fortuna di essere salutato dal Presidente dell’Assemblea Generale della Chiesa di Scozia, il Reverendissimo Professor John MecIntyre.

A questo riguardo, non posso mancare di ricordare il primo storico incontro nel 1961 tra l’allora Presidente, Dottor Archibald Craig e il mio predecessore Giovanni XXIII; o la cortesia del Dottor Peter Brodie durante il suo anno presidenziale nel presenziare, nel 1978, sia alla incoronazione del mio pontificato che a quella di Giovanni Paolo I. Sono stato colpito anche dal significato del felice avvenimento della scorsa notte, dall’ambiente del Salone dell’Assemblea, sede della Corte Suprema della Chiesa di Scozia, e anche del “locus” del memorabile incontro nel 1910 della Conferenza Missionaria Mondiale che è generalmente considerata l’inizio del moderno Movimento Ecumenico.

2. È stato in quello stesso spirito di devoto impegno ecumenico che ho avuto anche il grande piacere, sabato scorso, di incontrare i rappresentanti della Chiesa di Scozia e della Chiesa Episcopale in Scozia insieme con altri Capi della Chiesa britannica. Sono sicuro che converrete con me che incontri come questo hanno la loro importanza; il fatto stesso che essi hanno luogo è una testimonianza dinanzi al mondo che, malgrado la triste storia della discordia tra i seguaci della Chiesa, tutti noi che veneriamo l’unico vero Dio siamo desiderosi oggi di collaborare in nome di Dio e di lavorare insieme per la promozione dei valori umani di cui egli è il vero Autore.

3. In particolare sono soddisfatto di aver appreso dei dialoghi fecondi in cui la Chiesa Cattolica in questo Paese è stata impegnata con la Chiesa di Scozia, la Chiesa Episcopale in Scozia ed altre Chiese, e anche della sua collaborazione con il Consiglio delle Chiese Scozzesi, per molti aspetti della sua attività. Gradirei in special modo menzionare le Commissioni Associate sulla Dottrina e sul Matrimonio con la Chiesa di Scozia e il Gruppo di Studio Associato con la Chiesa Episcopale Scozzese, di cui alcuni membri sono presenti qui questa mattina. Che io possa esprimere il mio apprezzamento per il vostro paziente e diligente lavoro nel nome di Cristo.

Anche qui abbiamo un esempio di quella comune testimonianza che è, ad un tempo, espressione del grado di unità, limitata ma reale, che già possediamo attraverso la grazia di Dio, e del nostro sincero desiderio di seguire le vie attraverso cui Dio ci conduce a quella unità totale che lui solo può dare. Nel seguire questo cammino, abbiamo ancora molti ostacoli da superare, causati dalla triste storia di vecchie ostilità, dobbiamo risolvere importanti problemi dottrinali; tuttavia già il mutuo amore, la nostra volontà di unità, possono essere un segno di speranza per un mondo diviso - particolarmente in questi giorni, in cui la pace è così gravemente messa in pericolo.

Ho atteso molto questo incontro. Per quanto breve, ci offre l’opportunità di salutarci l’un l’altro come fratelli e, ciò che più importa, di unirci in preghiera affinché Colui il quale ha cominciato in noi questa magnifica opera la porti a compimento (cf. Fil 1, 6).

Sono lieto di salutare anche il rappresentante della comunità ebrea in Scozia, che, con la sua presenza qui, simboleggia i profondi legami spirituali che uniscono le nostre due comunità religiose così strettamente insieme (cf. Nostra Aetate, 4).

Saluto allo stesso modo il rappresentante delle comunità islamiche in questo paese, e sono lieto di ricordare i valori religiosi che abbiamo in comune, come credenti nell’unico onnipotente e misericordioso Dio (cf. Ivi. 3). Possa egli mostrarci il suo volto e darci la pace!

                                                   



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