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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI MEMBRI DELL'ISTITUTO INTERNAZIONALE
DI DIRITTO UMANITARIO

Martedì, 18 maggio 1982

 

Cari amici.

L’Istituto Internazionale di Diritto Umanitario, che voi rappresentate, è di fondazione relativamente recente, ma gli scopi che persegue corrispondono alle secolari aspirazioni del genere umano. Infatti il vostro Istituto è stato costituito per la promozione, mediante il diritto internazionale, dei diritti che sono parte della natura stessa dell’uomo. Sono perciò molto lieto di incontrarvi e di esprimervi il mio apprezzamento per il vostro lavoro.

Il crescente corpo del diritto umanitario internazionale che vuole difendere le prerogative primarie dell’uomo - vita, integrità fisica, libertà e dignità morale - trova fondamento e vero valore solo in connessione con i diritti umani che esistono antecedentemente alla redazione di accordi su questo problema. Le autorità dello Stato hanno l’obbligo di rispettare questi diritti sia nelle relazioni internazionali sia nei rapporti con i loro propri cittadini.

La Carta delle Nazioni Unite e molti altri documenti forniscono oggi una solida base per questa visione. L’uomo non può più essere considerato solo un oggetto di cui occuparsi mediante il diritto internazionale, come alcuni avrebbero fatto: egli è il soggetto originale dei diritti basilari non conferitigli estrinsecamente, diritti che hanno diretta rilevanza per l’ordine internazionale e che vincolano ogni autorità.

Il diritto internazionale umanitario ha avuto un considerevole sviluppo negli ultimi tempi. Il cristianesimo offre a questo sviluppo una base nella sua affermazione del valore autonomo dell’uomo e della sua preminente dignità di persona con una sua propria individualità, completa nella sua costituzione essenziale, e dotata di coscienza razionale e libera volontà. Anche nei secoli passati, la visione cristiana dell’uomo ha ispirato la tendenza a mitigare la tradizionale ferocia della guerra, in modo da assicurare un trattamento più umano per coloro che erano coinvolti nelle ostilità. Ha reso un contributo decisivo all’affermazione, sia da un punto di vista morale che in pratica, delle norme di umanità e giustizia che sono ora, in forma debitamente modernizzata e precisata, il nucleo delle nostre odierne convenzioni internazionali.

È proprio perché il diritto umanitario internazionale ha come base i diritti dei quali la persona umana è il soggetto autonomo e originale che il diritto è universale nelle sue applicazioni. Si applica dovunque e in ogni circostanza, in pace e in guerra, in tempi normali e nelle emergenze dovute a disordini e tensioni politiche interne o causate da calamità naturali.

Nonostante gli sforzi compiuti nei tempi moderni a livello giuridico per escludere l’uso della guerra come mezzo legittimo di affronto delle controversie internazionali, conflitti armati di vario tipo continuano ad essere suscitati in questa o in quell’altra area. Nei conflitti si deve imporre il diritto internazionale umanitario. Vi sono norme riconosciute che limitano la violenza della guerra e proteggono le sue vittime, norme che sono state ora universalmente accettate dalla coscienza comune dei popoli del mondo: queste norme debbono essere osservate.

Ma il diritto umanitario internazionale deve anche prestare attenzione al destino del numero sempre crescente di profughi in cerca di asilo: persone, giovani e vecchi, che hanno bisogno di ogni tipo di assistenza materiale e morale dopo essere stati costretti a lasciare la loro comunità d’origine e spesso dopo aver assistito al disperdersi della propria famiglia. Bisogna prestare attenzione ai popoli del Terzo Mondo condannati al sottosviluppo e alla fame, mentre prosegue una funesta competizione per il possesso di armamenti sempre più numerosi e mortali. Bisogna prestare attenzione al problema di coloro che sono perseguitati per ragioni politiche, molti dei quali sono arrestati e detenuti senza alcuna protezione contro l’abominevole pratica della tortura, e in alcuni casi fatti scomparire lasciando i parenti nella disperazione mentre le autorità mantengono un assoluto silenzio. Bisogna prestare attenzione alle vittime delle calamità naturali così come a quelle provocate dall’uomo, in modo che la solidarietà internazionale possa venire in loro aiuto nel modo più completo e con i mezzi più efficaci a disposizione.

In breve, il diritto internazionale umanitario è a disposizione dell’intera umanità sofferente: dei feriti, prigionieri, deboli, indifesi, poveri, oppressi. La sua osservanza o inosservanza è un test reale per il fondamento etico e per la ragione stessa dell’esistenza della comunità internazionale.

Prego Dio di assistere il vostro illustre Istituto nella diffusione della conoscenza del diritto umanitario, nella promozione del suo sviluppo e nell’assicurare la sua concreta applicazione ad ogni livello. Che Dio benedica i vostri sforzi, sia individuali che di gruppo, nel perseguimento di questi nobili fini. E possa egli ispirare anche molti altri a lavorare generosamente e con entusiasmo per questa causa tanto importante.

 

© Copyright 1982 - Libreria Editrice Vaticana



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