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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
ALLE COMUNITÀ SCOLASTICHE DEGLI ISTITUTI ROMANI
DELLE SUORE DI NEVERS E «MARIA ADELAIDE»

Sabato, 27 dicembre 1982

 

Carissimi fratelli e sorelle!

1. Con questo semplice ma cordialissimo saluto mi rivolgo a tutti voi, qui presenti in numero tanto cospicuo, che formate al tempo stesso un gruppo diversificato e pur omogeneo. Voi siete un gruppo diversificato, poiché composto dalle religiose di due diverse Famiglie, le Suore di Nevers e quelle dell’Istituto “Maria Adelaide”, poi dagli studenti che hanno la fortuna di usufruire di ambedue le Scuole da esse dirette, ed inoltre dai loro familiari, dai loro Insegnanti, nonché da ex-Alunni. Ma formate pure un’unità omogenea, poiché tutti voi gravitate in varia misura attorno al complesso e affascinante mondo della Scuola, coi suoi problemi e le sue promesse, il quale vi accomuna nelle stesse responsabilità e negli stessi impegni. A tutti voi, perciò, ripeto il mio affettuoso saluto, mentre apertamente vi manifesto la mia gioia nell’accogliervi in questa casa e nell’indirizzarvi la mia parola.

2. Vorrei, innanzitutto, rivolgermi alle benemerite Religiose dei due Istituti. So che le “Suore della Carità e dell’Istruzione Cristiana di Nevers”, il cui Istituto è presente a Roma già dal 1906, celebrano il terzo centenario della loro fondazione, e la circostanza offre al nostro incontro un particolare motivo di esultanza. Anche la “Società delle Figlie del Cuore di Maria”, che dirige l’Istituto “Maria Adelaide” operante in questa Città fin dal 1882, è vicina alla celebrazione del secondo centenario della sua fondazione, e anche di questo godo insieme a voi. Soprattutto ringrazio con voi il Signore, che ha suscitato nella Chiesa dalla generosa terra di Francia due importanti Famiglie religiose, le quali si prendono cura della formazione umana dei giovani nella sua integralità, con abnegazione e con competenza, come dimostra la stessa folta popolazione scolastica, che ha fiducia nelle prestazioni e nelle garanzie di serietà da voi offerte.

Inoltre vi assicuro il mio particolare ricordo al Signore, affinché come egli vi ha assistite fino ad ora con munifica provvidenza, così continui per l’avvenire ad elargirvi incessantemente la sua grazia. Anche la stessa diocesi di Roma deve molto alla vostra attività, che è insieme educativa ed apostolica, e di questo desidero darvene atto ed esprimervi la mia riconoscenza, che si fa incoraggiamento a proseguire per il futuro con sempre maggiore dedizione ed efficacia.

3. Ma in special modo, oltre che confermare la mia fiducia nei Genitori, voglio indirizzarmi a tutti voi, carissimi Studenti, che nei due Istituti menzionati ricevete la vostra formazione di base, quella che conta per tutta la vita. L’arco delle scuole da voi frequentate è molto ampio, dalla Scuola Materna alle Scuole Superiori! e questo significa per voi dai tre ai diciotto anni: gli anni migliori! Ciascuna delle rispettive fasce della vostra età meriterebbe una parola a parte. Vorrei dire agli Alunni della Scuola Materna che il Papa vi vuole tanto bene, a quelli della Scuola Elementare che dovete avere molta fiducia nei vostri Insegnanti, a quelli delle Scuole Medie Inferiori che il vostro impegno nello studio non è mai troppo, e a quelli delle Scuole Medie Superiori che con lo studio intenso dovete prepararvi seriamente agli impegni della vita nella società civile e nella Chiesa. Ma in tutti voi è ugualmente riposta la mia grande speranza per un avvenire migliore del mondo. Tutti, perciò, avete un posto speciale nel mio cuore. E per tutti vale la mia esortazione: sappiate rendervi degni delle attese, di cui siete circondati dagli adulti. La convivenza umana domani sarà migliore o non lo sarà, a seconda che voi stessi lo sarete. Quindi, tutto ciò che voi fate oggi per la vostra formazione non solo serve a voi come individui, ma ha o avrà certamente un riverbero sulla società e quindi sul vostro stesso modo di inserirvi e di vivere in essa. Di qui deriva quel senso di responsabilità, che siete chiamati a coltivare fin da questi anni, con amore e con tenacia. Qui pure si fonda quell’ampio e profondo concetto di educazione, che è caratteristico dell’indirizzo cristiano, in quanto esso assume la persona tutta intera, nelle sue diverse e correlative componenti sia materiali che spirituali.

4. A questo proposito, credo necessario fare insieme con voi una breve riflessione sulla natura e sugli scopi della scuola cattolica. Già il Concilio Vaticano II si è saggiamente pronunciato su questo tema: “Suo elemento caratteristico è di dare vita ad un ambiente comunitario scolastico permeato dallo spirito evangelico di libertà e di carità, di aiutare gli adolescenti perché nello sviluppo della propria personalità crescano insieme secondo quella nuova creatura, che in essi ha realizzato il battesimo, e di coordinare infine l’insieme della cultura umana con il messaggio della salvezza, sicché la conoscenza del mondo, della vita, dell’uomo, che gli alunni via via acquistano, sia illuminata dalla fede” (Gravissimun Educationis, 8). Ciò comporta una chiara presa di coscienza da parte di tutti i componenti della scuola stessa: prima di tutto degli Insegnanti, ma poi anche necessariamente degli Studenti e non da ultimo dei loro Genitori. La scuola cattolica deve differenziarsi da quella statale non solo a livello organizzativo e metodologico, cioè per una maggiore serietà didattica, ma anche per una sua specifica configurazione d’insieme, che pone sia le materie d’insegnamento che la persona dell’Alunno nel più vasto quadro del progetto divino sull’uomo, realizzato e proposto in Gesù Cristo. Solo così essa sarà “in grado di contribuire moltissimo allo svolgimento della missione del Popolo di Dio e di servire al dialogo tra la Chiesa e la comunità degli uomini con loro reciproco vantaggio” (Gravissimun Educationis, 8). Tutto ciò dovrà avvenire senza contrapposizioni polemiche, ma con la ferma coscienza di servire solo la verità e con il chiaro proposito di offrire la testimonianza di una concezione armonica dell’uomo e della sua promozione.

5. Carissimi, in conclusione mi è caro fare a tutti voi i migliori auguri per l’anno scolastico, da poco iniziato. Siate fieri, ciascuno per la sua parte, di appartenere ai vostri rispettivi Istituti. Ambedue sono di prestigio; ma il loro livello dipende da ciascuno di voi, dalla propria collaborazione, a seconda del posto che voi occupate.

In ogni caso, sappiate che il Papa vi segue, vi sprona, e soprattutto vi ricorda al Signore. A lui sono felice di raccomandarvi, perché sia lui a rendere feconde le vostre fatiche e a coronare i vostri risultati. In lui riponete sempre la vostra fiducia, la vostra forza, la vostra gioia. Sappiate mirare a raggiungere quella sapienza superiore, che è appannaggio soltanto di chi vive in unione col Signore e vede le cose con i suoi occhi. La Bibbia chiama “beato” questo uomo (Pr 1, 13), il quale può dire con verità: “Insieme con essa mi sono venuti tutti i beni” (Sap 7, 11).

Con questo augurio, che mi sale dal cuore, sono lieto di impartire a voi tutti la propiziatrice benedizione apostolica, che amo estendere alle consorelle delle religiose qui presenti, agli Insegnanti ed ai loro Colleghi, ai cari Alunni ed ai loro amici, ai Genitori ed a tutti i loro Familiari.

 

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