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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI PELLEGRINI DELLE DIOCESI DI CIVITA CASTELLANA,
ORTE E GALLESE, NEPI E SUTRI

Sabato, 17 dicembre 1983

 

Carissimi fedeli delle diocesi di Civita Castellana, Orte e Gallese, Nepi e Sutri!

1. Dopo un’intensa preparazione spirituale, avete oggi compiuto il pellegrinaggio giubilare, e lo concludete con questa udienza! Sono molto lieto di accogliervi così numerosi e festanti e a tutti porgo il mio saluto più cordiale: al Vescovo, Monsignor Marcello Rosina, che con grande zelo ha curato nelle diocesi la realizzazione dell’Anno Santo e del pellegrinaggio; ai suoi collaboratori e a tutti i sacerdoti, religiosi e religiose; ai responsabili dei vari Movimenti di attività pastorale; alle autorità nei vari ordini e gradi; e a tutti voi, cari fedeli, che avete sentito il bisogno di questo incontro comunitario nel centro della cristianità, per esprimere la vostra fedeltà alla Chiesa e per acquistare l’Indulgenza plenaria. Estendo il mio affettuoso saluto anche a quanti non sono qui presenti per impegni di lavoro e di famiglia, o per motivi di anzianità o di malattia. Tutti vi saluto, e mentre vi ringrazio sentitamente per questa vostra visita, vi assicuro il mio particolare ricordo nella preghiera, affinché l’Anno Santo e il pellegrinaggio giubilare siano per le vostre diocesi e per ognuno di voi fonte di intime consolazioni spirituali e stimolo a fermi propositi di sempre più fervorosa testimonianza di fede e di carità.

2. In questo momento voglio anche esprimervi il mio vivo compiacimento per le attività che andate svolgendo nelle vostre comunità. Mi è di grande conforto conoscere le molteplici e ben organizzate iniziative del piano pastorale: la Scuola di teologia per laici; il corso triennale di formazione per i neo-cresimati; la catechesi dei giovani e degli adulti nelle parrocchie e nei Movimenti associativi; il Segretariato per la famiglia con il Movimento di spiritualità coniugale; i corsi prematrimoniali svolti nelle singole parrocchie; i Consigli pastorali e per gli affari ecumenici; l’attività della Caritas, con la costruzione di un dispensario a Ouagadougou, nell’Alto Volta, e l’iniziativa di un’altra costruzione nella Somalia; la “Casa famiglia” per handicappati; i gruppi parrocchiali vocazionali con l’annuale camposcuola; e infine la cura spirituale del clero, con il ritiro mensile e la settimana di aggiornamento culturale ogni anno.

Anche l’Anno Santo, indetto per una più profonda riflessione sull’avvenimento centrale della Redenzione e per un più abbondante acquisto di grazia e di misericordia, è stato da voi accolto con piena disponibilità, docili all’invito della Chiesa e diligenti nel cogliere questo straordinario evento come un messaggio divino e come un prezioso strumento di salvezza.

Ringraziamo insieme il Signore per questo meraviglioso lavoro compiuto e che state tuttora svolgendo, ben convinti - come scriveva san Paolo - che “né chi pianta né chi irriga è qualche cosa, ma Dio che fa crescere . . . Siamo infatti collaboratori di Dio, e voi siete il campo di Dio, l’edificio di Dio” (1 Cor 3, 7. 9). Ringraziamo e nello stesso tempo riflettiamo anche come l’Altissimo, in mezzo alle vicende burrascose della storia umana, mantiene sempre accesa la lampada della fede cristiana ed elargisce i suoi favori di generosità e di fervore.

3. Si tratta ora di continuare il cammino, di perseverare nel bene, senza stancarsi e senza spaventarsi delle difficoltà che sempre ci sono e che talvolta possono sembrare insormontabili. Indubbiamente anche le vostre comunità risentono dell’atmosfera culturale secolarizzata di oggi. Ma tutte le vostre diocesi hanno una notevole antichità. Stando alle tradizioni agiografiche della regione e alla presenza di antichi cimiteri e luoghi di culto, si deduce che il cristianesimo penetrò nelle vostre terre forse già nell’età apostolica, ma certamente in quella sub-apostolica. La Chiesa vi appare gerarchicamente fondata fin dal primo secolo dopo Cristo con i “Protomartiri d’Occidente” Tolomeo e Romano, Vescovi di Nepi, discepoli di san Pietro apostolo, venerati anche in Polonia, e specialmente nel Santuario di Panewnik, dove nel 1913 vennero solennemente trasportate le loro reliquie.

4. Sintetizzando il lavoro che già state compiendo nelle vostre comunità ed esortandovi a un impegno sempre più cosciente e coraggioso, vorrei sottolineare tre direttive generali, che sembrano oggi maggiormente necessarie e incisive:

a) Acquistate sempre di più chiarezza e fermezza nella vostra fede cristiana, mediante lo studio amoroso e costante del messaggio di Cristo, come è annunciato nella Sacra Scrittura e insegnato dal Magistero autentico e perenne della Chiesa. Mai come oggi si è visto quanto necessaria e importante sia la conoscenza completa e profonda della dottrina cristiana! Occorre reagire a quanto, nella vita corrente e negli affanni quotidiani, può spegnere l’ansia e il bisogno di conoscere e di vivere la Verità, che Gesù ha portato nascendo a Betlemme e ha garantito con la morte in croce e la sua risurrezione. Solo la Verità è consolante e corroborante, anche se mette in crisi, se esige scelte coraggiose e definitive, quando parrebbe molto più facile abbandonarsi all’onda delle opinioni, dei dubbi, delle ipotesi, delle emozioni, degli interrogativi di una certa cultura manipolata dai pensatori occulti. Perciò è necessaria oggi una profonda e completa cultura religiosa, una ricerca onesta e costante del vero e del bene, unita alla preghiera liturgica e personale. Di qui nascono le grandi decisioni della vita cristiana.

b) Mettete poi sempre in pratica la vostra disponibilità apostolica. Questo impegno non è solo proprio dei sacerdoti e delle persone consacrate, ma vale anche per i laici di qualunque età, categoria e professione. Ogni cristiano deve assumere le proprie responsabilità. Certamente solo il sacerdote è ministro di Dio “ordinato”, “dispensatore dei misteri di Dio” (cf. 1 Cor 4, 1); egli solo ha gli stessi poteri di Cristo per offrire il Sacrificio della Santa Messa, per perdonare i peccati e per evangelizzare come apostolo qualificato; ma evidentemente la sua opera e il suo messaggio devono essere valutati, sostenuti, ampliati, testimoniati da ogni cristiano nel proprio ambiente. Voi dunque siete i testimoni di Cristo nel mondo! Voi siete gli strumenti della Verità e della Grazia! Siate perciò sempre disponibili nelle varie attività delle diocesi e delle parrocchie; sentitevi sempre in servizio. Ricordate sempre le consolanti parole di Cristo: “Avrete tribolazioni nel mondo; ma abbiate fiducia: io ho vinto il mondo!” (Gv 16, 33).

c) Realizzate infine con sensibilità e delicatezza la pastorale dell’accoglienza. Vale anche per noi tutti ciò che scriveva san Paolo ai Romani: “Accoglietevi gli uni gli altri come Cristo accolse voi, per la gloria di Dio” (Rm 15, 7). L’accoglienza reciproca è un impegno assolutamente necessario oggi; è una testimonianza di autentica fede cristiana, e significa praticamente altruismo, carità, bontà, generosità, amore ai più bisognosi, ai sofferenti, agli emarginati, aiuto concreto nelle difficoltà. La Chiesa è sempre stata madre e maestra di carità; è sufficiente ricordare tutte le innumerevoli congregazioni e istituzioni maschili e femminili - quante anche nelle vostre diocesi! - create nel passato e nel presente per venire incontro a chi soffre; e anche nei nostri tempi, in cui gli Stati hanno assunto in parte l’impegno dell’aiuto sociale e della solidarietà, continua a rimanere attuale l’imperativo della carità e del sostegno morale e materiale, affinché la fede in quel Dio, che è Amore e si è fatto uomo per amore, risplenda visibilmente nell’amore del cristiano verso tutti i fratelli.

5. Carissimi, al termine di questo nostro incontro e nella serena prospettiva del Santo Natale, di cui abbiamo iniziato la Novena, mi piace immaginarmi in ginocchio con voi, davanti al presepio nelle vostre case e nelle vostre chiese, in unione con Maria santissima e san Giuseppe, per chiedere al Bambino Gesù, nostro Redentore e Salvatore, i doni preziosi ch’egli porta nel mondo con la sua venuta. Ne abbiamo tanto bisogno! Solo da Betlemme, solo da questi doni nasce la vera pace!

Con l’augurio più sentito di Buon Natale e di operoso Anno Nuovo, nella consolazione di Dio e nella gioia della carità, vi imparto di cuore la propiziatrice benedizione apostolica, che estendo con affetto a tutte le persone care.

 

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