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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI MEMBRI DEL CONSIGLIO DI PRESIDENZA
DEL «CIRCOLO DI SAN PIETRO»

Giovedì, 13 gennaio 1983

 

Carissimi!

1. Anche quest’anno Dio ci dà la gioia d’incontrarci per ringraziarlo del nostro comune cammino di fede, e per guardare assieme alle nuove prospettive che l’avvento del suo regno ci pone dinanzi.

Devo dirvi innanzitutto che la vostra devozione, esprimentesi in varie forme di generosa carità, suscita nel mio animo vivo compiacimento e sentita gratitudine.

La vostra testimonianza di laici cattolici nella nostra diocesi svolge una missione particolarmente significativa e delicata non solo agli occhi dei fedeli romani, ma anche davanti a tutte le altre Chiese del mondo, e agli stessi non credenti.

Roma infatti, fin dalle origini del cristianesimo, ha svolto e deve sempre svolgere, tra tutte le Chiese, uno speciale ruolo di “presidenza nella carità”. E tale carità, oltre al suo intrinseco valore, si presenta e deve presentarsi anche come segno importante della “presidenza” - affidatale per mandato divino - nella verità: la verità della divina rivelazione.

Roma - è vero - è anche luogo di particolari tensioni e problemi; ma ciò non può essere che di stimolo per un impegno più coraggioso ed efficace, secondo lo speciale dono che lo Spirito concede a chi in Roma deve rendere testimonianza.

2. Il motto della vostra Associazione vi ricorda qual è il distintivo della carità: il sacrificio. Esso è il movente dell’azione efficace per la salvezza dell’uomo, per realizzare il vero amore per l’uomo. La preghiera illumina, sostiene e giustifica tale sacrificio. L’amore cristiano, infatti, ha un sostanziale carattere “sacrificale”, religioso, cultuale, sull’esempio di Gesù che ci ha amato “e ha dato se stesso per noi, offrendosi a Dio in sacrificio di soave odore” (Ef 5, 2), e rendendo così al Padre il culto e l’onore che ci salva dal peccato e ci dona la vita.

La preghiera, dal canto suo, intesa nel suo significato più largo di “amorosa contemplazione”, ci fa comprendere, gustare e praticare tale nobilissimo amore oblativo, conducendoci a rivivere in noi stessi l’azione e la passione redentrici del nostro Salvatore.

3. Questi santi ideali, congiunti a quello di un’esemplare fedeltà al Vicario di Cristo, successore dell’apostolo Pietro, sono quelli che vi hanno sostenuto e guidato nella vostra ormai lunga storia, che ha visto profonde e drammatiche trasformazioni nella società, e storici eventi nella vita della Chiesa, che hanno posto in sempre maggior luce i valori essenziali di cui essa vive, nella loro indipendenza rispetto alle mutevoli vicende del tempo.

Abituati dunque come siete a distinguere il perenne dal caduco, il sostanziale dall’accessorio, voi ora v’impegnate, nell’attuale momento storico, anch’esso soggetto a profonde mutazioni, ad incarnare il perenne messaggio di Cristo nelle nuove forme richieste dal mondo contemporaneo, lasciando cadere quelle superate, secondo direttive del rinnovamento conciliare.

In questo lodevole sforzo, nel quale tutta la Chiesa è oggi impegnata, il Vicario di Cristo è con voi, nel suo ministero d’indicare, con l’assistenza dello Spirito, le vie del vero rinnovamento, le nuove strade e i nuovi orizzonti che si aprono sotto il nostro sguardo, i nuovi compiti da affrontare.

4. Ricordiamoci a vicenda al Signore, affinché tutti, mediante un aiuto scambievole, possiamo compiere bene, fino alla fine, il compito affidatoci dalla Provvidenza, ciascuno al proprio posto, in unità organica d’intenti, nel formare il Corpo mistico del Signore, un Corpo che, alimentato dalla grazia, deve crescere e svilupparsi fino alla fine dei secoli, aumentando nel contempo la ricchezza delle sue membra e l’unità della sua forma.

Da parte mia, mi auguro che il vostro Sodalizio, già tanto benemerito per la sua comunione e sensibilità ecclesiali, continui ad essere, su questa via, di sprone e di esempio a tanti fratelli credenti e non credenti, con vero slancio apostolico ed ecumenico, affinché s’allarghino sempre le vie della verità e della carità.

Con questi sentimenti ed auspici, a tutti voi qui presenti, soci del Circolo, collaboratori e familiari, imparto di cuore la mia speciale benedizione apostolica.  

 

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