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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AD UN PELLEGRINAGGIO SLOVACCO

Castel Gandolfo - Domenica, 18 settembre 1983

 

Cari fratelli nel servizio episcopale, amati Figli e Figlie!

Vi do il benvenuto con gioia e con cuore aperto. Vi ringrazio della visita, vi ringrazio dei doni spirituali che mi inviano i sofferenti dalla Slovacchia e che hanno preparato i membri dell’Apostolato della preghiera e i lettori di Posol. Saluto i Vescovi presenti e tutti voi, come pure coloro che portate nei vostri cuori e quanti oggi sarebbero volentieri con voi.

A Roma siete venuti in occasione dell’Anno Santo della Redenzione e per ricordare il ventesimo anniversario della benedizione dell’Istituto slovacco dei Santi Cirillo e Metodio. Quando, venti anni fa, il mio grande predecessore Papa Paolo VI ha ricevuto in udienza i pellegrini, venuti nella città eterna per la benedizione dell’Istituto, ha sottolineato la grande importanza della tradizione, l’eredità spirituale, da cui sorge la vostra Nazione, e invitava i presenti a fare del nuovo Istituto un focolare di spirito, dove concentrare tutti gli ideali e tutte le speranze, da dove attingere la luce e il calore che unisca i figli della vostra Nazione, sparsi nel mondo (cf. Insegnamenti di Paolo VI, I [1963] 130-133).

Quando poco meno di due anni fa ho visitato l’Istituto, ho potuto dire con gioia che qui “l’eredità spirituale dei santi Cirillo e Metodio costituisce una regola di vita e un programma consapevole dell’attività quotidiana” (Insegnamenti di Giovanni Paolo II, IV/2 [1981] 592). Lo ripeto anche oggi, a vostra esortazione. Rimanete sempre fedeli all’eredità dei santi Cirillo e Metodio! “Conoscete sempre meglio questa eredità, sempre più profondamente, in tutte le dimensioni, con tutte le conseguenze per la vita personale e sociale. Vivete sempre secondo questa eredità, difendetela, potenziatela, nella certezza che essa costituisce la base della vostra grandezza spirituale e della vera grandezza culturale della vostra Nazione!” (Ivi, p. 594).

L’Anno Giubilare della Redenzione richiama alla mente la sorgente di ogni grazia, il Signore Gesù, insieme alla sua Madre dolorosa, Patrona della Slovacchia. Pertanto, qui nella Città eterna, vi riempia la grazia di Dio che scaturisce dall’opera redentrice di Cristo: per l’intercessione della Madre di Dio Dolorosa, e con la mia benedizione che impartisco, con tutto il cuore, a voi, ai vostri cari e a tutti gli Slovacchi nel mondo e in Patria.

 

© Copyright 1983 - Libreria Editrice Vaticana

 



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