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DISCORSO DI GIOIOVANNI PAOLO II
ALL'ASSOCIAZIONE DEI MEDICI DENTISTI ITALIANI

Venerdì, 14 dicembre 1984

 

1. È per me motivo di sincera gioia potermi incontrare con voi, presidenti delle sezioni provinciali e membri della segreteria generale dell’Associazione medici dentisti italiani. Siate i benvenuti, insieme con le vostre famiglie, per il gradito gesto di filiale devozione, e per l’occasione che mi è offerta di parlare con voi della vostra professione.

Voi rappresentate qui un’associazione che si propone di attuare intensi scambi culturali con le maggiori associazioni stomatologiche internazionali per lo studio e l’aggiornamento della professione odontoiatrica, conta circa settemila medici dentisti associati, e ha come suo specifico e nobile fine la difesa della salute orale del cittadino mediante iniziative atte a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza dell’igiene orale per la prevenzione e la cura dentale e la certificazione dei prodotti a ciò destinati.

Considerando quanto altre volte i miei predecessori hanno detto in più d’un incontro con medici professionisti della vostra specializzazione, desidero riaffermare la stima che, in nome di Cristo, la Chiesa ha per la vostra opera. Si tratta di una scienza, ma nello stesso tempo di un’arte, a servizio dell’uomo per il sollievo di sofferenze a volte gravissime e notoriamente connesse con problemi di salute che si riflettono su tutta la persona, tanto a livello fisico che psichico. Dobbiamo ritenere una benemerita conquista della scienza il fatto che oggi le cure dentarie e stomatologiche siano riconosciute non più come un fatto quasi a sé stante nella cura della persona, ma come una realtà di somma importanza per tutto l’organismo umano.

2. Con spirito di attenta osservazione il mio predecessore Pio XII descrisse, in un mirabile discorso (cf. Pio XII, Discorsi e radiomessaggi, XIV [1952] 372), le esigenze di perspicacia e di destrezza richieste dalla vostra professione, intuendo, inoltre, il veloce progresso tecnologico della vostra attività. Ciò comporta un’esigenza costante e rapida di aggiornamento, per il bene del paziente; ma anche nel più sviluppato ed evoluto tecnicismo il vostro lavoro rimane fortemente personalizzato e impegna, con la scienza, continuamente la vostra capacità inventiva. Ogni paziente è un caso a sé, dotato di una propria psicologia e di un proprio stato d’animo. La vostra professione, pertanto, comporta speciali relazioni di carattere umano. A voi tocca consigliare e convincere chi ha bisogno di cure, confortare e sostenere in momenti di tensione, di sconforto, di paura. A volte si tratta di circostanze abbastanza semplici; ma, molto spesso, voi dovete affrontare casi che sono conseguenze di traumi profondi e gravi, di situazioni che, irrisolte, emarginerebbero gravemente le persone da comuni rapporti sociali. I passi meravigliosi compiuti dall’ortopedia dento-maxillo-facciale, specialmente di fronte a traumi che offendono il volto di persone per varie cause infortunate, vanno salutati come una provvidenziale conquista del vostro lavoro. Dobbiamo considerare, inoltre, come un dono di Dio l’efficacia dei vostri interventi correttivi di fronte alle malformazioni dentarie presenti nei bambini. Voi aiutate così la natura a svilupparsi normalmente, correggendo difetti e disfunzioni quando si è ancora in tempo. Ed è frutto del vostro operare se tale tipo di interventi oggi non è più ritenuto un fatto raro, ma un diritto ben riconosciuto dalle persone, e perciò un tipo di terapia che può essere normalmente applicato e a disposizione di chiunque ne abbia bisogno.

3. Ho notato tra le vostre iniziative l’attuazione del “Mese della prevenzione dentale” e della realizzazione di unità mobili per la cura odontoiatrica di portatori di handicap, offrendo, in certi periodi, gratuitamente la vostra prestazione professionale. Io non posso che compiacermi di questa testimonianza.

Davanti alla riconosciuta importanza della vostra specialità terapeutica per la salute globale delle persone, e specialmente di fronte al riconosciuto bisogno di sensibilizzare maggiormente sulle terapie preventive, è importante - voi ne sentite il problema - che sia continuamente aggiornata qualsiasi forma di assistenza sociale intesa a garantire a tutti le cure dentarie, necessarie a tutte le età.

4. Voi comprendete, però, come di fronte anche alle più perfette organizzazioni rimane per voi un compito che non è mai riducibile alle sole norme o strutture sociali. Il personalissimo rapporto di dialogo e di fiducia che si instaura tra voi e il paziente esige in voi una carica di umanità che si risolve, per il credente, nella ricchezza della carità cristiana. È questa virtù divina che arricchisce ogni vostra azione e dà ai vostri gesti, anche al più semplice, la potenza di un atto compiuto da voi in interiore comunione con Cristo in cui credete: “Ciò che avete fatto a uno solo di questi piccoli, l’avete fatto a me” (Mt 25, 40). È ancora questa forza della carità che vi deve spingere, in nome di Cristo, a cercare - e sarà un prezioso dono di Dio nella vostra professione, una testimonianza ricchissima di significato tra i vostri colleghi - il povero che non ha i mezzi, le forze, il coraggio per accostarsi alle vostre cure. Sarà la carità che vi consentirà la gioia di poter donare il vostro aiuto e la vostra competenza a chi soffre; per quanto la nostra società si sforzi a garantire dei diritti per l’uomo, nulla potrà sostituirsi all’amore fraterno che Cristo ci domanda di avere e che si risolve particolarmente nella ricerca dei bisogni dell’uomo sofferente e umiliato.

La mia benedizione apostolica accompagni la vostra opera, vi conforti nella vostra testimonianza e si estenda anche alle vostre famiglie, ai vostri collaboratori, alle persone che vi sono particolarmente care.

 

© Copyright 1984 -  Libreria Editrice Vaticana

 


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