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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AD ALCUNI PELLEGRINI ITALIANI

Aula Paolo VI - Sabato, 25 febbraio 1984

 

Carissimi fratelli e sorelle!

1. Sono sinceramente lieto per l’odierno incontro con tutti voi, pellegrini che siete venuti a Roma per celebrare, nella preghiera, il Giubileo della Redenzione e avete anche desiderato di vedere il Papa e ascoltarne la parola di incoraggiamento.

Un cordiale saluto rivolgo innanzitutto ai pellegrini della Diocesi di Rieti, i quali, guidati dal loro vescovo monsignor Francesco Amadio, sono qui presenti per ricambiare la mia visita, compiuta sia a Rieti che a Greccio il 2 gennaio dello scorso anno 1983.

La vostra numerosa partecipazione, carissimi fratelli e sorelle, mi porta alla memoria quel mio pellegrinaggio e i vari incontri che ebbi con le autorità, con tutti i fedeli nel corso della celebrazione eucaristica in piazza Battisti, con le varie componenti ecclesiali e civili della diocesi, con le claustrali a Greccio e infine anche con i responsabili e i rappresentanti delle quattro famiglie francescane. Furono ore piene di grande e intensa letizia ed emozione, trascorse tra la vostra gente, ricca di autentica laboriosità e religiosità.

Nell’esprimervi il mio sincero apprezzamento per la vostra visita, mi piace ricordare le parole che vi rivolsi nel corso della celebrazione liturgica: “È necessario che la luce di Cristo risplenda dappertutto: nei singoli, per orientare le scelte determinanti della vita cristiana; nelle famiglie, per suscitarvi la fedeltà senza riserve, l’amore fecondo, il culto della vita; nelle parrocchie, strutture fondamentali della comunità ecclesiale, perché il popolo di Dio possa ricevervi il conforto della parola e il sostegno dell’Eucaristia, nella gioia della comunione fraterna; nelle esperienze associative ecclesiali, così varie nei metodi e diversificate nelle proposte, perché ciascuno possa conoscervi una progressiva maturazione nella fede e nell’impegno di adesione operosa al messaggio del Vangelo” (Insegnamenti di Giovanni Paolo II, VI/1 [1983] 18).

Ritornando alle vostre case, portate nel vostro cuore il proposito di dare sempre una limpida e coraggiosa testimonianza di vita cristiana in ideale coerenza col ricco patrimonio di fede, a voi tramandato dai vostri antenati.

2. È anche presente un numeroso pellegrinaggio di fedeli della diocesi di Sessa Aurunca, insieme con il vescovo monsignor Raffaele Nogaro.

Carissimi! So quanto avete desiderato di poter celebrare anche a Roma l’Anno Santo straordinario, e con quanto impegno, sotto la guida del vostro pastore e dei vostri sacerdoti, vi siete preparati interiormente a questo gesto così carico di valore e di significato spirituale!

Il Giubileo, che ci ricorda il mistero della Redenzione operata da Cristo con la sua passione e morte, è un pressante invito al rinnovamento spirituale e alla riconciliazione con Dio e comporta quindi da parte dei singoli fedeli e delle varie comunità ecclesiali un impegno per vivere nella fede e nella penitenza tale mistero. La conversione, cioè il ritorno a Dio, deve essere un atteggiamento costante del cristiano e trova la sua manifestazione sacramentale nella Confessione, incontro della fragile debolezza dell’uomo con l’infinita misericordia del Signore, per culminare in quell’incontro e contatto diretto e personale con Cristo, che si attualizza nell’Eucaristia.

È questo l’auspicio che vi rivolgo, cari fedeli di Sessa Aurunca, in questa circostanza privilegiata. E desidero aggiungere un particolare saluto e una parola di affetto per il gruppo di fratelli e sorelle portatori di handicap, i quali, superando varie difficoltà e con l’aiuto meritorio dei loro accompagnatori, hanno voluto unirsi al pellegrinaggio giubilare della diocesi!

La Chiesa e il Papa vedono in voi un particolare sostegno per le forze del bene; perché - come ho scritto nella mia recente Lettera apostolica sul senso cristiano della sofferenza umana - “coloro che partecipano alle sofferenze di Cristo conservano nelle proprie sofferenze una specialissima particella dell’infinito tesoro della Redenzione del mondo e possono condividere questo tesoro con gli altri” (Ioannis Pauli PP. II, Salvifici Doloris, 27).

A tutti voi, pellegrini di Sessa Aurunca, e ai vostri cari, il mio sincero augurio di ogni bene!

3. Un cordiale saluto rivolgo poi ai pellegrini di Alife e di Caiazzo e al loro vescovo monsignor Angelo Campagna, venuti a Roma per il Giubileo della Redenzione!

A voi, carissimi fratelli e sorelle, in questo odierno incontro vorrei ricordare le raccomandazioni che vi rivolsi nel novembre del 1979 in occasione delle celebrazioni del millennio della consacrazione episcopale del patrono di Caiazzo, santo Stefano Minicillo.

In una società spesso vittima del dubbio e dell’incertezza, specialmente per quanto riguarda i grandi problemi del significato dell’esistenza e della nostra suprema destinazione, voi dovete dare una serena testimonianza di fede in Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo, Redentore dell’umanità. Un fede, che diventa vita quotidiana di rapporto interiore, personale con Cristo, mediante i sacramenti della Riconciliazione e dell’Eucaristia. Una fede, che si fonda nella riflessione e nella meditazione personale e comunitaria della Parola di Dio, dell’insegnamento del magistero della Chiesa. A tale proposito desidero manifestare il mio plauso per la scuola superiore di catechetica per laici, che il vostro pastore da due anni ha istituito, al fine di dare a tutti la possibilità di un serio e fecondo approfondimento della Rivelazione divina.

La vostra fede deve inoltre alimentarsi della preghiera continua, instancabile, ed esprimersi concretamente nella carità operosa verso i poveri, i bisognosi, gli emarginati di tutte le categorie.

Che l’Anno Santo della Redenzione porti abbondanti frutti di rinnovamento interiore in ciascuno di voi!

4. Un affettuoso saluto rivolgo anche al pellegrinaggio dell’Istituto “Carlo Tincani”, diretto in Bologna dalle Missionarie della scuola: desidero ricordare i soci, i corsisti della Libera università per anziani, i membri del consiglio direttivo e i docenti. Un sincero plauso per le interessanti iniziative, a cui date vita nell’ambiente della città di Bologna, ricca di antiche e illustri tradizioni culturali.

Sono anche presenti a questa udienza le aderenti alla federazione italiana delle donne impegnate nelle arti, nelle professioni e negli affari.

A voi tutte, che in questi giorni partecipate al congresso nazionale sul tema della pace nel mondo, il mio saluto e il mio incoraggiamento perché possiate raggiungere quei nobili ideali sociali e umanitari che perseguite con tanto impegno ed entusiasmo.

Desidero indirizzare un particolare saluto al pellegrinaggio dei lavoratori addetti all’aeroporto “Leonardo da Vinci” di Roma-Fiumicino, i quali con i loro familiari celebrano il Giubileo della Redenzione.

Nell’esprimervi il mio compiacimento, auspico che il messaggio di Cristo si incarni ogni giorno nella vostra vita a edificazione di tutto il popolo di Dio.

A tutti voi qui presenti e ai vostri cari la mia benedizione apostolica!



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