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VISITA PASTORALE IN SVIZZERA

MESSAGGIO DI GIOVANNI PAOLO II
TRASMESSO AGLI SVIZZERI ATTRAVERSO IL CANALE FRANCESE,
TEDESCO E ITALIANO DELLA TELEVISIONE ELVETICA

Lunedì, 11 giugno 1984

 

Cari fratelli e sorelle della Svizzera,

nei prossimi giorni mi recherò in visita nel vostro Paese, una visita programmata da lungo tempo. Me ne rallegro molto. Il mio viaggio è soprattutto un evento ecclesiale. Infatti è rivolto a tutti i cristiani cattolici della Svizzera, che sono in particolar modo legati al Vescovo di Roma, successore di san Pietro. È per me anche una grande gioia potermi incontrare con i rappresentanti delle altre Chiese, per riflettere con loro e per approfondire con il colloquio e la preghiera la nostra comune responsabilità per l’unione dei cristiani.

I giorni della mia visita in Svizzera sono caratterizzati dal motto: “Aperti allo Spirito di Cristo”. Ho pregato affinché voi, i fedeli di Cristo della Svizzera, e io stesso possiamo sperimentare effettivamente questo Spirito di Cristo. Possa lo Spirito di Cristo riempire i nostri cuori, quando insieme ascoltiamo la parola del Signore e celebriamo la morte e la risurrezione del nostro Salvatore. Possa lo Spirito di Cristo essere con noi anche nel corso dei numerosi incontri previsti.

Mentre mi appello alle vostre preghiere per questa intenzione, vi saluto tutti molto cordialmente. Ringrazio fin da ora per la benevolenza che molti di voi hanno mostrato nei miei confronti e nei confronti del mio ministero nella Chiesa. Estendo questo ringraziamento anche alle vostre autorità, soprattutto ai governi cantonali e del Paese, che mi riserveranno una fraterna ospitalità, e anche ai numerosi organizzatori e aiutanti, che hanno reso possibile, con il loro impegno personale, questa visita pastorale nel vostro Paese.

Possa il Signore accompagnare gli incontri che verranno, il vostro Paese e tutti i suoi cittadini con la sua particolare benedizione!

 Sono molto contento di avere, per la prima volta, l’occasione di rivolgermi, attraverso i mass-media, a tutti e a ciascuno dei cittadini e degli abitanti della Svizzera, dove sto per avere la fortuna di potermi recare. E, per salutarvi, oso riprendere il saluto stesso di Gesù risuscitato ai suoi discepoli: “La pace sia con voi” (Gv 20, 19).

Voi sapete che questo augurio - così forte - è rivolto a ciascuno dei discepoli del Signore, a quelli di oggi come a quelli di ieri. Più che un augurio, di cui la pace è uno dei “frutti” (cf. Gal 5, 22), è, nello stesso tempo, un invito e un incoraggiamento ad una vocazione magnifica ed esigente. Ma io credo che la pace possa essere e debba diventare la vocazione specifica di un Paese. Questo appello si è fatto sentire più volte nella storia della Svizzera, ogniqualvolta eravate minacciati da difficoltà interne.

Ma la vostra fiducia nelle forze superiori della pace vi ha permesso di superarle. La storia, a livello internazionale, ricorderà pure che avete saputo essere, e lo siete sempre, cooperatori attivi di tanti sforzi, umili e difficili, intrapresi dagli uomini di buona volontà, perché l’ideale della pace resti, malgrado tutto, un luogo di autentica speranza. Sì, “che la pace sia con voi”! E che il mio pellegrinaggio in mezzo a voi ne sia una nuova espressione e una nuova speranza nella carità di Cristo!

Carissimi fratelli e sorelle della Svizzera italiana!

A voi tutti il mio saluto cordiale! Nel rivolgervelo, già sento pulsare in me la gioia del prossimo incontro con voi. “Ho infatti un vivo desiderio di vedervi per comunicarvi qualche dono spirituale perché ne siate fortificati, o meglio, per rinfrancarmi con voi e tra voi mediante la fede che abbiamo in comune voi e io” (Rm 1, 11-12).

Sono lieto che la mia visita pastorale alla Chiesa che è in Svizzera avvenga nell’anno commemorativo del quarto centenario della morte del grande vescovo, amico e celeste patrono delle vostre terre, san Carlo Borromeo.

Sulla “Via Gentium”, che attraversa le vostre regioni, camminò a suo tempo il messaggio evangelico grazie al lavoro dei missionari e dei monaci, ma anche grazie alla testimonianza dei viandanti, dei mercanti, dei soldati, e si impiantò in Europa con radici profonde sin dai tempi più remoti. Il vostro Paese - terra circonfusa da un particolare splendore della natura - è ancor oggi un luogo di passaggio e di turismo: sappia sempre testimoniare Cristo e il Vangelo.

La Vergine Maria - da voi venerata con tanta filiale pietà in numerosi santuari come quello del Sasso di Locarno o di Morbio Inferiore, santuari che visiterò spiritualmente, inginocchiandomi davanti all’immagine della Madonna delle Grazie nella cattedrale di San Lorenzo in Lugano - benedica il nostro incontro e apra i nostri cuori all’azione dello Spirito di Cristo, affinché col generoso contributo di tutti il fermento evangelico continui ad agire nella società di oggi con rinnovata efficacia e gli uomini della presente generazione possano riconoscere in Cristo il loro Redentore, trovando in lui la risposta appagante agli interrogativi fondamentali del loro cuore.

 

© Copyright 1984 -  Libreria Editrice Vaticana

 



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