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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI PARTECIPANTI AL CONGRESSO DI CARDIOLOGIA PEDIATRICA PROMOSSO DALL'OSPEDALE «BAMBIN GESÙ» DI ROMA

Sala del Concistoro - Martedì, 22 maggio 1984

 

Cari amici.

1. Vi saluto cordialmente e mi congratulo con voi per il nobile impegno che vi ha radunati qui da tutte le parti del mondo per prendere parte a un congresso incentrato sulla cura dei bambini che soffrono di disturbi cardiaci.

Vi sono molti chirurghi e molti pediatri cardiologi che lavorano insieme al fine di alleviare le sofferenze di questi bambini. I genitori si rivolgono a loro con piena fiducia, affidano loro i propri figli nella certezza che essi daranno il meglio delle loro conoscenze, dell’abilità e dedizione per mandare a casa i loro piccoli pazienti pienamente o almeno parzialmente guariti dai difetti sviluppatisi durante il periodo prenatale.

2. Questa branca della pediatria e della chirurgia cardiaca ha compiuto grandi progressi nel corso degli ultimi dieci anni. Dopo l’esame preliminare presso il letto del paziente, è ora diventato possibile usare metodi di diagnosi estremamente avanzati e altamente attendibili, rendendo possibile a coloro il cui compito è di correggere i difetti cardiaci congeniti di avere un quadro esatto di ciò che è necessario per raggiungere i risultati, più perfetti possibili, di una ristrutturazione anatomica e funzionale, minimizzando nello stesso tempo i rischi chirurgici.

Dopo il completamento di analisi sofisticate e l’uso di perfezionati strumenti nella diagnosi e nella correzione dei difetti rilevati viene la cura post-operatoria, che è anch’essa sostenuta da tecniche moderne e da strumenti studiati per salvare la vita dei bambini che in molti casi rischiano la morte precoce se non vengono curati nel momento giusto.

È per questa ragione che medici, uomini e donne, hanno studiato metodi e tecniche di cura delle malattie cardiache fin dai primi momenti di vita. Alcuni di loro, fra cui alcuni di voi presenti qui oggi, stanno studiando dei mezzi per curare i bambini ancora nel grembo materno, con lo sviluppo di metodi capaci di affrontare efficacemente i difetti cardiaci prima della nascita, in alcuni casi correggendoli anche senza un’operazione chirurgica.

3. Gli sforzi che si stanno facendo oggi saranno coronati dal successo e penetreranno veramente nel mistero della vita se questa ricerca verrà affrontata con un certo atteggiamento. In primo luogo, con l’umiltà dello scienziato che conosce molte cose ma che è anche consapevole di comprendere soltanto una piccola parte dei misteri di cui si sta occupando. Poi sono necessari forza, dedizione e coraggio, al fine di continuare studi che talvolta sembrano essere infruttuosi o che in alcuni casi si rivelano sbagliati ma che, nella perseveranza, condurranno alla fine a una soluzione del problema in questione. E c’è bisogno della fede, che è un sicuro sostegno nella ricerca della verità scientifica nei fenomeni della vita degli esseri umani e delle altre creature viventi.

4. Ma tutta questa ricerca e tutti questi sforzi sarebbero impossibili se non fossero sostenuti dal lavoro di équipe, che è caratteristica di questa attività.

Un debito di gratitudine è dovuto a tutti coloro che sono impegnati in quest’ambito: ostetrici, esperti nella cura dei bambini, pediatri, anestesisti, personale di servizio e tecnici, esperti di laboratorio, infermiere, personale di assistenza: tutti coloro che assicurano i vari servizi ospedalieri e senza dei quali i grandi successi raggiunti oggi non sarebbero possibili. Sappiamo anche che il loro impegno spesso va ben oltre il loro stretto dovere. Il loro amore per il lavoro, la loro dedizione e il loro senso di responsabilità frequentemente li costringono a compiere sforzi ulteriori per assicurare il successo di un’operazione, per salvare una vita e restituire ai genitori un bambino felicemente guarito.

5. Quanto spesso i chirurghi e i dottori stessi conoscono l’ansia di dover trattare una malattia cardiaca di natura estremamente complessa! Talvolta sono in grado di risolvere i problemi in questione ma in alcuni casi la malattia è così grave e incurabile che anche la loro grande abilità non è capace di curare il malato o salvare la vita del bambino.

Siamo profondamente consapevoli dei problemi che vi si pongono nella vostra missione di scienziati e dottori, e che talvolta diventano tragedie per le vostre coscienze di esseri umani e di credenti. Soltanto se la vostra coscienza è sostenuta da una fede forte, potete trarre conforto dalla convinzione che è stata fatta ogni cosa per il bene ultimo del bambino.

In tali momenti, diversi fattori vi incoraggeranno a continuare le vostre ricerche e a non perdervi d’animo. Sarete sostenuti dalla solidità dei vostri studi, dalla certezza tratta dall’esperienza, dalla vostra fiducia nelle vostre abilità. Sarete aiutati dal rispetto per la sofferenza umana e l’ansietà delle famiglie dei vostri pazienti, dalla vostra convinzione del valore della vita del bambino ammalato affidato alle vostre cure. Sarete sostenuti dalla conoscenza delle capacità dei vostri collaboratori. E avrete fede nell’aiuto che è sempre possibile anche al di là dei poteri umani, un aiuto ancor più efficace se invocato prima di una decisione importante o un’operazione difficile.

6. Vorrei concludere queste riflessioni offrendovi un pensiero che, a livello umano e religioso, può servire come una ricapitolazione.

Nella visione cristiana, Dio desidera che l’uomo collabori con lui nell’opera mai conclusa della creazione. Un’attività come la vostra, finalizzata ad aiutare i piccoli esseri umani a evitare la morte precoce e a diventare adulti sani, è parte di quella collaborazione, ai livelli più sublimi, del piano del Creatore.

La nobiltà della vostra missione è in diretto rapporto con il programma d’amore e di vita che ha posto l’uomo, ogni essere umano, ogni individuo, unico e irripetibile, al vertice della creazione.

Questo è un pensiero che può incoraggiarvi a proseguire con perseveranza, specialmente negli inevitabili momenti di sconfitta e di fallimento: un incoraggiamento ad invocare colui che è il Signore della vita e che chiede l’aiuto delle vostre menti, delle vostre mani e dei vostri cuori.

Con questi pensieri invoco le benedizioni di Dio sul vostro lavoro, su voi stessi e sulle vostre famiglie.

 

© Copyright 1984 -  Libreria Editrice Vaticana

 



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