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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI PELLEGRINI GIUNTI DALLA SPAGNA, DALLA FRANCIA
E DALL' ITALIA PER LA BEATIFICAZIONE DI PADRE MANYANET,
DI PADRE BROTTIER E DI SUOR ELISABETTA DELLA TRINITÀ

Aula Paolo VI - Lunedì, 26 novembre 1984

 

Cari fratelli e sorelle.

1. Sono lieto di poter incontrare voi tutti, pellegrini venuti dalla Francia per la beatificazione di padre Brottier. Saluto innanzitutto i padri e le suore della Congregazione dello Spirito Santo; amiamo riconoscere nel beato Daniel Brottier un discepolo fedele di padre Libermann, autentico missionario e padre spirituale che non cesserà di ispirare i suoi fratelli.

È con emozione che rivolgo un saluto particolare a coloro tra voi che hanno conosciuto padre Brottier e ne conservano un vivo ricordo. È una gioia poter onorare un uomo che è ancora nostro contemporaneo.

Ringrazio calorosamente tutti gli amici di Auteuil la cui presenza testimonia l’immensa influenza del beato Daniel Brottier. Voi siete coloro che continuano a rispondere ai suoi appelli alla generosità e manifestano concretamente di condividere il suo amore per i giovani e tutta l’audacia con la quale egli ha affidato alla Provvidenza un’opera che si basa sempre sul contributo disinteressato di innumerevoli donazioni. Voi rappresentate tutti coloro che contano sulla sua intercessione e che si lasciano guidare dalla sua fede evangelica.

2. Tutti comprenderanno che mi voglio rivolgere in questo momento soprattutto ai giovani d’Auteuil e a quelli di tutte le case dell’Opera. Essi sono venuti a prendere parte alla festa del loro padre, che noi abbiamo proclamato beato, servitore totalmente devoto, presente nella luce e nella gloria di Dio. Saremo fedeli al suo spirito ponendo questi ragazzi al centro del nostro incontro.

Amici miei, il Papa vorrebbe dirvi che, secondo l’esempio di padre Brottier, egli vi accoglie e vi ama. Io so che forse la vostra vita è stata dura. Molti di voi hanno conosciuto una situazione familiare difficile e sono senza genitori. Molti, inoltre, presi nel turbine di un mondo lacerato, sono lontani dal loro Paese d’origine.

Ai vostri predecessori, padre Brottier diceva: “Divenire uomini, questo dev’essere il vostro ideale, figli miei. Uomo è colui che sa ciò che vuole e lo compie costi ciò che costi”.

So che il più vivo desiderio di tutti coloro che vi circondano e vi accompagnano giorno dopo giorno è di vedervi crescere con il gusto di vivere. Alla sequela di Daniel Brottier, noi rinnoviamo il suo appello: “Non siate ombre di uomini che procedono a caso”. Sì, noi vi ripetiamo questo perché sappiamo come è difficile continuare ad essere gioiosi e liberi nella società in cui ci troviamo. Voi conoscete, o conoscerete, le tentazioni dell’evasione, incontrerete coloro che ho già chiamato “mercanti di illusioni”. Cozzerete contro un mondo in cui regna troppa ingiustizia e troppo disprezzo. Potrete venir sedotti dalla frenesia di soddisfare non importa quale desiderio non importa a quale prezzo. Ma voi sapete che lì non c’è la felicità.

3. Per costruire una personalità ben integrata, sviluppate con energia le vostre capacità. Abbiate il senso dello sforzo. Imparate il dominio di voi stessi. Ricordo che padre Brottier aveva un temperamento molto vivace che sapeva però controllare: aveva scoperto dalla sua giovinezza che per svolgere il suo compito era bene dominarsi e incontrare gli altri nella disponibilità. Voi sarete tanto più maestri di voi stessi in quanto avrete preso l’abitudine di rispettare coloro che vi circondano, di ascoltare, di entrare in dialogo con franchezza, di mettervi al servizio dei vostri fratelli con una generosità fraterna. Si avrà fiducia in voi, se vi si vedrà disponibili a progredire, a sviluppare le capacità del vostro spirito e del vostro corpo, nel vostro lavoro, soprattutto ovunque viviate. Avrete bisogno di tutte le vostre qualità per fondare un focolare solido, animato dall’amore, voi che sapete fin troppo bene quanto sia duro esserne privati. La vostra maturità e il vostro sviluppo, vi permetteranno anche di portare la gioia del rispetto e dell’affezione a coloro che non cessano di amarvi, anche se lontani da voi.

4. Padre Brottier vi dice ancora: “Il valore spirituale è proprio dell’uomo. La nostra situazione finanziaria, sociale, può cambiare; il nostro valore personale, intellettuale e morale, rimane e rimarrà. Abbiate a cuore di sviluppare in voi questa personalità, questo dono che Dio vi ha dato”.

Non lasciatevi impoverire da una società che troppo spesso è un deserto spirituale. Ricordatevi che Daniel Brottier non avrebbe compiuto la sua opera se non avesse avuto fiducia soprattutto in Dio, se non fosse stato ispirato dall’amore stesso di Dio. Scoprite, anche voi, che Dio vi ama, che vi è vicino, che voi siete preziosi ai suoi occhi. Egli ha tanto amato il mondo da donare suo Figlio perché condividesse le pene degli uomini e vincesse il male. Sappiate che Cristo è vostro amico, vostro compagno di strada. Cercate di conoscerlo meglio. Non osservatelo di lontano, entrate in dialogo con lui attraverso la preghiera, con i vostri fratelli. Guardate a coloro che hanno fatto esperienza di Dio. Fidatevi di lui: egli vi è vicino nei momenti di dubbio, nei momenti della prova, nei momenti di debolezza o di caduta. È lui che vi rende forti per avanzare verso il vostro avvenire. Conta su di voi perché siate suoi testimoni. Chiama certamente molti di voi a impegnarsi totalmente alla sua sequela per servire a loro volta nella vita sacerdotale, religiosa, o in altri servizi in cui si è felici di pagare di persona.

5. Non possiamo dimenticare che padre Brottier vi ha affidati a santa Teresa del Bambin Gesù: la cappella di Auteuil ve la ricorda quotidianamente. Egli aveva riconosciuto in lei un essere capace di accogliere l’amore di Dio umilmente e senza riserva, con gioia anche tra le difficoltà. Ella aveva donato tutto a Dio per i suoi fratelli, in uno spirito missionario. Ella poteva dunque sostenervi e mostrarvi la strada, nonostante le differenze di situazioni. Oggi Daniel Brottier è egli stesso, insieme a lei, uno di coloro che vi sono di ispirazione e di aiuto; egli continua ad essere legato a voi e a tutti i vostri amici che così spesso testimoniano la sua presenza benevola.

Ieri abbiamo celebrato anche la beata Elisabetta della Trinità. È sorprendente come, giovanissima, in una vita laicale simile a quella dei suoi numerosi amici, ella abbia conosciuto un’esperienza molto profonda della presenza di Dio in lei, della grandezza dell’amore di Dio. Al Carmelo ella ha offerto totalmente la sua vita, persino in dure prove, irraggiando attorno a sé la gioia di essere amata da Dio e di essere abitata dalle divine persone che ella amava chiamare familiarmente “i miei Tre”. Testimone ammirevole della grazia del Battesimo sbocciata in un essere che l’accoglie senza riserva, ella ci aiuta a trovare a nostra volta le vie della preghiera e del dono di noi stessi.

Saluto in modo particolare i membri della grande famiglia carmelitana e di tutte le comunità che essi rappresentano. Saluto cordialmente anche i pellegrini della diocesi di Digione e tutti coloro che sono venuti a Roma per questa beatificazione.

Con l’aiuto di santa Teresa, del beato Daniel Brottier e della beata Elisabetta della Trinità, auguro a tutti un avvenire degno dei figli di Dio che voi siete per grazia di Cristo. A tutti, ai giovani e agli anziani, impartisco di tutto cuore la benedizione di Dio.

 6. Saluto ora con affetto il numeroso gruppo di pellegrini di lingua spagnola, venuti a Roma per la beatificazione di padre José Manyanet y Vives. Saluto in modo particolare i membri delle congregazioni da lui fondate: i Figli della Sacra Famiglia e le Figlie della Sacra Famiglia di Nazaret, accompagnati da ex alunni e da alunni dei diversi centri da essi diretti.

Ieri è stato proposto al culto pubblico nella Chiesa questo grande apostolo della famiglia e della gioventù, la cui spiritualità si è ispirata all’esempio vivo delle virtù della famiglia di Nazaret.

A voi, padri e madri, spetta raccogliere questa eredità, per aiutare i vostri figli nel cammino della vita. Questo sarà possibile se, con l’esempio di Giuseppe e Maria, voi accompagnerete i vostri figli con l’affetto con cui essi accompagnarono Gesù, e se aprirete loro spazi di libertà e creatività che permettano loro la loro maturazione integrale.

Invito gli ex alunni e gli alunni presenti ad essere coerenti con la formazione ricevuta o che state ricevendo, e a costruire una società migliore che cammini verso la “civiltà dell’amore”.

Invito in modo particolare voi, Figli e Figlie della Sacra Famiglia, ad essere sempre fedeli al patrimonio spirituale e umano che avete ricevuto dal vostro fondatore; a considerare la vostra vocazione di educatori come caratteristica della vostra vita consacrata, trasmettendo ai vostri alunni solidi principi cristiani e umani.

Perché questi auspici trovino in ciascuno di voi una realizzazione autentica e duratura, vi impartisco di cuore la mia benedizione apostolica.

7. Rivolgo un cordiale saluto ai pellegrini italiani che, guidati dai padri Carmelitani, insieme con gli altri, sono giunti per partecipare al rito della proclamazione dei tre beati, celebrato ieri, e assistere, in particolare, alla beatificazione di suor Elisabetta della Trinità.

Si comprende bene, cari fratelli e sorelle, come la gioia di tutta la Chiesa sia oggi in modo speciale la vostra gioia, e il segno di come la vostra antica famiglia spirituale sia oggi più che mai viva e ricca di promesse per il futuro. Con la beata Elisabetta, una nuova luce brilla per noi, una nuova guida certa e sicura si presenta, nel nostro mondo così pieno di incertezze e di oscurità, per indicarci, nel nome del mistero trinitario, la via della salvezza e i mezzi per raggiungerla.

La beata Elisabetta vi stimola ora a prender ancor più coscienza del vostro particolare carisma di servizio per il bene di tutta la Chiesa e per la salvezza del mondo: insegnare agli uomini di oggi ad aver “fame e sete” di quel mistero altissimo, insegnar loro le vie della vera esperienza contemplativa, la sua rispondenza alle aspirazioni più profonde della persona, e la sua straordinaria fecondità in ordine alla trasformazione del mondo secondo le esigenze della giustizia e alla elevazione dell’uomo alla condizione di figlio di Dio.

A tutti do il benvenuto e tutti benedico di cuore.

 

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