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VIAGGIO APOSTOLICO IN TOGO, COSTA D'AVORIO II, CAMERUN I,
REPUBBLICA CENTRO-AFRICANA, ZAIRE II, KENYA II, MAROCCO

CERIMONIA DI BENVENUTO

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II

Aeroporto Internazionale di Bangui-M’Poko (Repubblica Centro-Africana)
 Mercoledì, 14 agosto 1985

 

1. Sono lieto di potervi visitare, cari popoli della Repubblica Centro-africana, per salutarvi, per ricevere la testimonianza della Chiesa che vive tra voi e per incoraggiarla io stesso nella sua missione. Mi dispiace di non poter rimanere più a lungo tra voi, dato l’intenso programma già previsto. Come sapete, vado a Nairobi per chiudere il 43° Congresso eucaristico internazionale e anche a Kinshasa per celebrare la prima beatificazione di una suora zairese. Ho desiderato molto cogliere questa occasione per rendere visita alla vostra nazione e ad alcuni altri Paesi d’Africa. Voglio assicurarvi che il successore di Pietro vive vicino al vostro Paese, incuneato nel cuore dell’Africa e forse un poco isolato. Avevo già avuto la gioia di ricevere i vostri vescovi a Roma, nel novembre 1982. Oggi ricambio la visita ad essi e a tutto il loro popolo cristiano.

E ringrazio vivamente lei, Signor Presidente della Repubblica Centro-africana, per avere personalmente desiderato questo passaggio del Papa nel suo Paese, per aver facilitato questa visita pastorale prendendo disposizioni tali da permettere il suo fruttuoso svolgimento, malgrado la sua breve durata.

2. Nella maggior parte dei Paesi africani di questa regione, l’evangelizzazione è cominciata proprio un secolo fa. Per voi è stato novant’anni fa. Penso alla vera epopea dei pionieri: Monsignor Augouard, poi Monsignor Grandin e tutti i missionari spiritani, cappuccini, comboniani, sacerdoti “fidei donum” fratelli e religiosi, laici, che non hanno esitato ad aprirsi una strada fino a voi, per condividere con voi la fede cristiana che essi stessi avevano ricevuta. Nessuno è proprietario di questo inaudito dono di Dio. Da quando Gesù mandò i suoi apostoli ad ammaestrare e battezzare tutte le genti, chi esiterebbe a proporre, a suo nome, questa buona novella che ci assicura l’amore di Dio, ci libera dalla paura e dal peccato, e ci spinge a costruire una civiltà fraterna? I sacerdoti e i religiosi stranieri che continuano a consacrarvi le loro forze e la dedizione del loro cuore per vostro amore, sono ancora numerosi e ben necessari. Io li ringrazio a nome di tutti voi e a nome della Chiesa universale.

Essi hanno avuto la gioia di vedere che la vostra terra accoglieva volentieri il seme del Vangelo. Un numero rilevante di centro-africani accettarono il Battesimo o vi si prepararono. Alcuni sono diventati sacerdoti, religiosi o religiose. Uno di essi ha ricevuto la pienezza del sacerdozio, Monsignor Joachim N’Dayen, per esercitare il ministero episcopale in questa capitale e presiedere la Conferenza dei suoi fratelli vescovi. Sì, trovo qui una Chiesa viva, meritevole . . . E oggi la visito per rendere grazie con lei, per confermarla nel suo impegno apostolico, affinché la sua presenza sia in mezzo al popolo come il lievito nella pasta. Noi ci uniremo in questa preghiera fra poco, durante l’Eucaristia.

3. Ma al di là della famiglia dei cattolici che condividono pienamente la mia fede, so che molte altre persone sono venute qui per salutarmi all’arrivo nel Paese, assisteranno alla nostra assemblea di preghiera, o in qualche modo si interessano alla mia visita pastorale. Alcuni si riconoscono con noi discepoli di Cristo Salvatore. Altri sono figli dell’Islam. Altri ancora sono seguaci delle religioni tradizionali di questo Paese. Un certo senso religioso ci avvicina, come anche la ricerca del vero bene dell’uomo, che è pure un dono di Dio. Apprezzo vivamente la presenza delle autorità nazionali e locali, dei membri del Corpo diplomatico; sono sensibile alla venuta di numerose persone e famiglie di questo caro popolo. A tutti esprimo i miei ringraziamenti, la mia stima e i miei auguri cordiali di felicità e di pace.

Nella capitale di questo Paese, alla presenza dei responsabili del bene comune, formulo auguri per tutta la nazione Centro-africana. Sulle vie del suo destino, essa ha conosciuto tante prove che, lo speriamo, appartengono ormai al passato. E voi siete tutti consapevoli delle difficoltà che rimangono per rafforzare la pace mantenendo le libertà essenziali, per consolidare un clima di fiducia e di fraternità nel rispetto dei diritti di ciascuno e nella cooperazione attiva e leale al bene generale, per assicurare lo sviluppo economico, pur instaurando condizioni di vita eque per tutti e cercando di aiutare i più bisognosi. Ma io sono persuaso che questo popolo ha in se stesso le risorse morali necessarie per raccogliere queste sfide nella dignità. Il mio soggiorno tra voi vuol essere anche su questo piano un motivo di conforto e di speranza.

Il Signore ci venga in aiuto!



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