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VISITA PASTORALE  IN VENETO

INCONTRO DI GIOVANNI PAOLO II
CON LE CLAUSTRALI BENEDETTINE CISTERCENSI

Vittorio Veneto (Treviso)
Sabato, 15 giugno 1985

 

Sorelle carissime.

1. Ho voluto iniziare questa mia nuova visita Pastorale in terra veneta con questo incontro con voi, per esprimere l’importanza tutta particolare che annetto alla vita delle anime consacrate, chiamate a vivere una speciale esperienza dell’amore e della misericordia del Padre, in Cristo suo Figlio e nello Spirito Santo.

A tutte voi va il mio caldo saluto e anche un vivo ringraziamento, a nome di tutta la Chiesa e mio, per ciò che siete, per ciò che fate e soprattutto per ciò che offrite al Padre celeste: un “eccellente sacrificio di lode”, consacrando, nell’adorazione di lui, tutte le vostre forze.

Come insegna la Regola del vostro Padre San Benedetto, nulla voi intendete anteporre all’amore di Cristo: quell’amore mistico e soprannaturale, sponsale e ardente, che San Bernardo seppe vivere in modo così esemplare e affascinante, e descrivere così magistralmente nei suoi scritti spirituali, che sono ancor oggi solido alimento per tutte quelle anime che vogliono penetrare nei segreti dell’unione con Dio secondo l’insegnamento del Vangelo.

2. La vostra venerabile Comunità è antichissima: le radici della sua storia giungono addirittura all’Alto Medioevo: il vostro monastero, come uno scoglio fra le tempeste più forti del mare, ha resistito, per la protezione dello Spirito di Cristo, ad alterne e gravi prove e vicende storiche, mantenendo pura la sua fedeltà al Signore Gesù e alla Chiesa. È vero che, all’inizio di questo secolo, la comunità ha dovuto mutare di luogo, ma essa, come tale - e questa è la cosa più importante - ha mantenuto il suo spirito e le sue tradizioni. Ha mantenuto l’ispirazione benedettina che aveva ricevuto nella sua terra d’origine, la diocesi di Belluno, quella diocesi che dette i natali al mio venerato Predecessore Giovanni Paolo I, il quale - come ho saputo - quand’era ancora Vescovo di Vittorio Veneto, venne più volte a spiegarvi la Parola di Dio. Io intendo oggi mettermi sul solco di quella sua amabile e indimenticabile presenza, anche se le mie parole, nella presente circostanza, non potranno che essere assai brevi.

3. Ciò che desidero dirvi, oltre a ringraziarvi per il prezioso e insostituibile servizio che rendete a Dio, alla Chiesa e alle anime, è anche una parola di alta lode per l’ideale di vita che, per divina ispirazione, avete scelto, perché voi possiate essere incoraggiate e ulteriormente animate a perseverare con fedeltà e con coraggio nel cammino intrapreso, nello sforzo continuo di osservare lo spirito della Regola nella sua primitiva purezza, e di abbeverarvi alle sue sorgenti perenni, così che la vostra famiglia spirituale abbia la sicura garanzia di poter resistere anche alle prove dell’attuale momento storico, applicando i principi della Regola nelle particolari circostanze del mondo nel quale oggi viviamo.

A questo riguardo, una raccomandazione che voglio farvi e che sono certo troverà nei vostri animi una piena rispondenza, è quella di mantenere nella pienezza e fecondità spirituale del suo significato il vostro ritiro dal mondo.

Quanto facilmente una certa mentalità profana fraintende questo vostro vivere appartate dalle vicende esteriori del mondo! Eppure, tutte quelle anime che, interiormente illuminate dalla grazia del divino Maestro, sentono l’insufficienza e la precarietà del mondo presente e comprendono che la salvezza dell’uomo richieda il possesso di ben più alti valori, si accorgono di trovare nella vostra testimonianza una via misteriosa che guida e orienta al possesso stabile di quei beni trascendenti. Come si spiegherebbe, infatti, altrimenti l’accoglienza e l’ospitalità che voi donate a tanti che sentono il peso della sofferenza e del peccato? A tante anime in cerca di redenzione e di salvezza, di luce e di pace?

4. Morte come voi siete al mondo per le esigenze di una severa ascesi e di una sincera penitenza; esiliate dal mondo perché avete voluto fuggirne la corruzione (cf. 2 Pt 2, 20); respinte dal mondo come Cristo crocifisso, voi proprio per questo - come Cristo - siete chiamate in realtà a vivere nel cuore del mondo, condividendone le ansie e le aspirazioni più vere e più profonde, per offrirle al Padre - in Cristo - per la salvezza del mondo. Poiché questo, in definitiva, è lo scopo della vita contemplativa: l’Amore. E quale amore, se non quello che consiste nella lode di Dio e nel donarsi - come Cristo - per la salvezza delle anime? Da qui la misteriosa ma efficacissima fecondità apostolica, che vi colloca al centro della missione della Chiesa e che scaturisce dall’autentica esperienza contemplativa, un’esperienza - come spiega San Bernardo - breve e intermittente, ma tale da donare all’anima gli slanci della generosità più pura ed eroica.

5. Pregate e offrite sacrifici per tutta la Chiesa e per coloro stessi che non comprendono il vostro ideale! Pregate il Padre perché illumini e apra il loro cuore. La grande vittoria della grazia è proprio quella di riuscire a intenerire anche i cuori induriti.

E ricordatevi di pregare in modo speciale per me, che confido molto nelle preghiere delle anime contemplative.

Di cuore vi benedico. Il Signore sia sempre con voi!


Al termine del discorso il Papa pronuncia le seguenti parole:

A quanto detto nel messaggio che vi lascio, vorrei aggiungere una parola, prendendo ispirazione dalla festa liturgica che abbiamo vissuto ieri e che viviamo ancora oggi: la solennità del Sacro Cuore di Gesù, oggi quasi completata dalla commemorazione - direi anche dalla festa - del Cuore immacolato di Maria. Pertanto vi saluto in questo cuore, nel cuore di Gesù tramite il Cuore di Maria, Cuore immacolato, e vi avvicino tutte a questo Cuore di Maria che sapeva imparare - in modo inconsueto - dal cuore di suo Figlio. Normalmente sono i figli che imparano dal cuore delle madri. Ma, con il tempo, anche le madri cominciano ad imparare dal cuore dei figli. Questo si è verificato in modo eccezionale, soprannaturale, divino, fra i due Cuori di Gesù e di Maria, di Maria e di Gesù. Ecco, abbiamo un cuore esperto, profondamente esperto dei misteri della santissima Trinità, dei disegni divini, un cuore esperto del mistero della creazione alla luce del mistero della redenzione.

Un cuore espertissimo. Nessun cuore umano, al di fuori di quello del Redentore che è un cuore divino, è così esperto del mistero della redenzione come quello di Maria, cuore immacolato. Doveva essere immacolato per poter essere perfettamente sensibile a tutto ciò che veniva dal cuore divino di suo Figlio, da tutto ciò che veniva - diciamo - anche dal cuore eterno della santissima Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo. Doveva essere immacolato per questo.

Ecco il mistero liturgico del giorno in cui ci incontriamo. Carissime sorelle, voglio incontrarvi in questo mistero. Naturalmente, senza la pretesa di potervelo spiegare nella sua pienezza, nella sua profondità; voglio almeno toccare questo mistero di ieri e di oggi, tutti e due profondamente collegati. Così siamo profondamente uniti nella Chiesa di Cristo, siamo uniti tramite il mistero di Cristo e di Maria, come ci ha insegnato anche il Concilio Vaticano II, soprattutto nella costituzione Lumen gentium, che si conclude con un capitolo sulla presenza della beatissima Vergine e Madre di Cristo nella Chiesa, nel mistero della Chiesa.

Vi ringrazio per questa buona accoglienza . . . e vi ringrazio per la vostra preghiera continua, per questo accompagnamento continuo. Non vado da solo. Sono consapevole di non camminare da solo, ma di essere accompagnato. Voi siete questo accompagnamento. E per questo voi siete anche una parte della mia missione, del mio servizio, del mio ministero petrino.



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