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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI PARTECIPANTI AL XXI SIMPOSIO AMMINISTRATIVO
DELL'UNIONE EUROPEA DI RADIODIFFUSIONE

Giovedì, 3 ottobre 1985

 

Signore e Signori.

È un piacere salutare i partecipanti al XXI simposio amministrativo dell’Unione europea di radiodiffusione. Siete venuti a Roma in questi giorni per studiare i problemi economici e organizzativi relativi alla radiodiffusione. Allo stesso tempo avete voluto includere tra le vostre attività questo incontro con il Papa, il Pastore universale della Chiesa cattolica. Io sono onorato della vostra presenza e vi do il più cordiale benvenuto qui in Vaticano.

1. Mentre ci troviamo qui oggi, sono consapevole del tremendo potenziale di bene che la radio e la televisione possiedono, e che aumenta costantemente. D’altra parte so anche che esiste la possibilità opposta, la ancora più grande capacità di male causata dalla tentazione di utilizzare questi sofisticati mezzi di comunicazione sociale in modi che distorcono la verità o che offendono la dignità e la libertà della persona umana.

Dunque una responsabilità davvero grossa pesa sulle vostre spalle. Voi avete una posizione privilegiata nella nostra società tecnologica. Le vostre decisioni e la vostra attività hanno il potere di formare l’educazione e lo sviluppo culturale di un vasto numero di persone. Potete influenzare in modo significativo la mentalità e i modi di lavoro e divertimento delle generazioni presenti e future.

2. La trasmissione delle informazioni e persino i programmi che si propongono come scopo principale il piacere e il divertimento, hanno sempre un impatto sui valori morali e spirituali della persona. Ecco perché quest’anno, in un recente messaggio per la XIX giornata mondiale delle comunicazioni, io ho affermato: “L’informazione non può rimanere indifferente ai valori che toccano l’esistenza umana alle sue radici, quali il primato della vita sin dal momento del concepimento, la dimensione morale e spirituale, la pace e la giustizia. L’informazione non può essere neutrale di fronte a problemi e situazioni che a livello nazionale e internazionale danneggiano il tessuto connettivo della società, quali la guerra, la violazione dei diritti umani, la violenza e la droga” (Giovanni Paolo II, Nuntius scripto datus ob diem ad rectum usum fovendum instrumentorum Communicationis Socialis statutum, 2, 26 aprile 1985: Insegnamenti di Giovanni Paolo II, VIII/1 [1985] 1118).

La vostra richiesta di un’udienza come l’odierna testimonia che riconoscete l’impatto della radio e della televisione sulle menti e sui cuori e di ascoltatori e spettatori. Vi esorto a cercare sempre di porre i mezzi elettronici al servizio dell’umanità e del bene comune. Siate attenti ai valori culturali e religiosi profondamente radicati nel vostro pubblico, poiché essi hanno un’influenza primaria sul carattere sociale e interpersonale dell’esistenza umana. Essi hanno un ruolo importante nel determinare l’unità e l’armonia della società; se i vostri sforzi serviranno a rafforzare questi valori, voi avrete offerto un servizio inestimabile all’umanità.

3. Noi che apparteniamo alla Chiesa cattolica cerchiamo in ogni tempo di proclamare la buona novella del nostro Signore Gesù Cristo. E cerchiamo strumenti sempre più efficaci per compiere questa missione nel mondo. Voi potete perciò facilmente comprendere perché abbiamo un così grande interesse verso i più recenti sviluppi della radio e della televisione. Noi abbiamo molto da apprendere da voi. È nostra convinzione che i mezzi di comunicazione di massa possano e debbano essere impiegati nell’opera pastorale della Chiesa. Questo è il motivo per cui, più di cinquant’anni orsono, con l’aiuto di Guglielmo Marconi fu istituita la Radio Vaticana, che ha costantemente aumentato la sua influenza e migliorato i suoi servizi nel corso degli anni. Anche molte Chiese locali nel mondo hanno sfruttato le risorse della radio e della televisione per proclamare il Vangelo di salvezza e per servire il popolo di Dio in verità e libertà. In conformità alla missione derivatagli da Cristo, la Chiesa accoglie felicemente l’opportunità di incontrare dei professionisti della radio e della televisione e di collaborare con loro per il bene di tutti.

Desidero quindi cogliere questa occasione per dimostrare il profondo interesse che nutro per il vostro lavoro e per il vostro impegno a promuovere la comunicazione. Come voi ben sapete, la comunicazione è qualcosa di più del processo di trasferimento delle informazioni o della capacità di evocare emozioni. Nel suo significato più profondo essa è un atto d’amore, una generosa donazione di sé, mente e cuore.

Dio vi conceda la grazia di essere dei buoni divulgatori, la cui opera contribuisce all’unità e alla pace. E abbondi inoltre nelle benedizioni a voi e alle vostre famiglie.



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