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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI VESCOVI DEL GIAPPONE
IN VISITA «AD LIMINA APOSTOLORUM»

Lunedì, 2 settembre 1985

 

Cari Fratelli nell’Episcopato.

Oggi si attuano le parole del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo: “Dove due o tre sono riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro” (Mt 18, 20). Sì, Gesù è in mezzo a noi, perché è nel suo nome che noi siamo riuniti ed è da lui che noi traiamo la nostra forza e la nostra unità.

1. Ho notato con grande soddisfazione nel vostro documento sulle fondamentali strategie e priorità della Chiesa cattolica in Giappone la seguente affermazione: “Riaffermiamo che si dovrebbe dare massima priorità all’annuncio del Vangelo e all’evangelizzazione della società e della cultura” (22 giugno 1984). Ed è realmente sotto il segno dell’evangelizzazione che noi siamo oggi qui riuniti.

Sappiamo che tutta la missione di Gesù si riassume in queste sue parole: “Bisogna che annunzi il regno di Dio” (Lc 4, 43). Nello stesso tempo sappiamo che l’evangelizzazione è la missione essenziale della Chiesa. Nelle parole di Paolo VI: “L’evangelizzazione è la grazia e la vocazione della Chiesa, la sua più profonda identità” (Paolo VI, Evangelii nuntiandi, 14). È la sua più profonda identità in Giappone, e ovunque nel mondo.

Per questa ragione vi sono molto vicino in tutti gli sforzi che state compiendo per far sì che l’evangelizzazione diventi sempre più lo scopo di tutta la vostra comunità ecclesiale. Ogni Chiesa locale è realmente chiamata ad essere una comunità che evangelizza. È nella comprensione dell’evangelizzazione che tutti i vostri sforzi pastorali acquistano una sempre maggiore rilevanza. Il bisogno di proclamare la salvezza in Gesù Cristo come un libero dono dell’amore di Dio apre l’importante questione del contenuto, del metodo, dei beneficiari e degli operatori dell’evangelizzazione.

2. Il tema dell’evangelizzazione vi introduce immediatamente nella grande sfida dell’inculturazione, per la quale vi è fornita abbondantemente la grazia di Dio. Allora si apre davanti a voi l’intero panorama della vita ecclesiale che vi spinge a prepararvi per l’assemblea nazionale del 1987, precisamente al fine di promuovere l’evangelizzazione. Siate certi del mio appoggio al vostro impegno, in unione con la Chiesa universale, di presentare il messaggio della rivelazione di Cristo il più efficacemente possibile nel contesto della società e della cultura giapponese.

La potenza della parola di Dio è così grande che una Chiesa veramente evangelizzata capisce immediatamente la sua chiamata ad evangelizzare. Ciò a sua volta implica il problema del metodo e l’incarnazione del messaggio cristiano nella vita di ogni popolo e di ogni comunità. Conosciamo la stima che la Chiesa ha per un’appropriata inculturazione congiunta alla fedeltà alla fede immutabile e universale. E sappiamo quanto Cristo stesso desideri, nelle membra del suo corpo, diventare pienamente una cosa sola con loro. Questo è veramente ciò che avviene quando Cristo si fa giapponese nella sua Chiesa.

3. Per raggiungere questo scopo ancor più efficacemente voi chiedete giustamente cooperazione e unità. Chiedete l’impegno di tutte le categorie della Chiesa, mentre voi stessi assumete la guida, essendo voi i principali evangelizzatori del popolo di Dio. Per questa ragione voi invitate il clero, i religiosi e i laici a ispirarsi ad un unico ideale e a lavorare insieme per raggiungerlo. Alla base di quest’azione comune c’è l’urgente bisogno di testimonianza e di buon esempio, che a loro volta sono legati alla santità di vita.

Questa santità di vita e la testimonianza che la rende possibile sono il comune denominatore dell’attività evangelizzatrice di ogni categoria di evangelizzatori. Per lo speciale titolo della loro ordinazione, i nostri sacerdoti sono chiamati a collaborare alla proclamazione del messaggio di salvezza e a far conoscere - con la parola e con le opere - il nome, l’insegnamento, la vita, le promesse, il regno e il mistero di Gesù di Nazaret, il Figlio di Dio. La proclamazione della rivelazione raggiunge il suo culmine nella celebrazione eucaristica resa possibile dal sacerdozio ministeriale. L’identità del sacerdozio deve sempre essere mantenuta nel suo speciale rapporto con la proclamazione del Vangelo di Dio (cf. 1 Ts 2, 9). Dunque ogni programma di evangelizzazione deve dare priorità alla promozione delle vocazioni al sacerdozio. A sua volta questo impegno contribuirà ad aiutare tutto il popolo cristiano a riflettere sia sulla natura del sacerdozio sia sulla sua responsabilità per l’evangelizzazione.

La Chiesa desidera che tutti i religiosi capiscano quanto intimamente essi collaborino all’apostolato dell’evangelizzazione attraverso la testimonianza di santità, che è di primaria importanza. La fedeltà delle loro vite di preghiera, di lavoro e di sacrificio ha efficacia in quanto tutta l’evangelizzazione trova origine nella grazia sovrannaturale. I religiosi contemplativi devono essere invitati ancora una volta a considerare tutta la loro vita come un’oblazione “perché la parola del Signore si diffonda e sia glorificata” (1 Ts 3, 9).

La rinnovata sottolineatura del laicato nell’opera di evangelizzazione è una grande grazia del Concilio Vaticano II. Quali pastori del popolo di Dio, noi dobbiamo, insieme ai nostri sacerdoti, specificare le conseguenze del Battesimo cristiano e della Cresima in riferimento all’apostolato dei laici. Ricordiamo queste parole di Paolo VI: “Il loro campo di attività evangelizzatrice è il vasto e complicato mondo della politica, della società e dell’economia, ma anche il mondo della cultura, della scienza e delle arti, della vita internazionale, dei mass media” (Paolo VI, Evangelii nuntiandi, 70). Certamente la disponibilità dei mass media nel vostro Paese è una speciale benedizione per il vostro popolo perché conosca meglio la Chiesa in Giappone e la Chiesa universale. Da parte mia, sono profondamente lieto di dare il benvenuto a tanti visitatori giapponesi in Vaticano alle udienze generali del mercoledì e di essere a loro noto attraverso la radio e la televisione.

Nel contesto del laicato, la famiglia cristiana ha un immenso contributo da rendere all’evangelizzazione. Il successo delle famiglie a questo riguardo è legato alla loro comprensione di essere “Chiesa domestica” e di essere chiamata ad evangelizzare e ad essere evangelizzata. Tutto questo corrisponde alla profondissima realtà sovrannaturale della Chiesa di Cristo e alla sua più sublime identità e missione.

4. Ciò che emerge chiaramente ad ogni momento è che l’evangelizzazione - gli sforzi concertati di sacerdoti, religiosi e laici in unione con i vescovi - è un’opera unitaria di tutta la Chiesa. È l’espressione della sua vita; è la risposta alla sua vocazione di essere corpo di Cristo. L’evangelizzazione è anche il grande servizio che la Chiesa offre al mondo. È la sua risposta all’angoscia dell’uomo moderno, alla solitudine di milioni di persone, all’alienazione di intere categorie o comunità. Sì, la Chiesa proclama la suprema attualità dell’amore salvifico di Dio manifestato nel suo Figlio, il nostro Signore Gesù Cristo. La Chiesa, nella fedeltà al suo essere, offre Gesù Cristo nostra “sapienza, giustizia, santificazione e redenzione” (1 Cor 1, 30); essa lo offre quale grande Manifestazione del Dio trascendente.

5. Tutti i vostri sforzi pastorali e missionari prendono ispirazione dall’evangelizzazione ed è alla luce di questo scopo che deve trovare orientamento il lavoro delle vostre Commissioni episcopali.

Per grazia di Dio, la Chiesa del Giappone ha per anni offerto un servizio pieno di dedizione attraverso l’educazione cattolica. Nella provvidenza di Dio questa educazione è stata un mezzo di evangelizzazione per molte persone e ha fornito l’opportunità di crescere nella fede attraverso una catechesi sistematica. Questo apostolato conserva oggi tutta la sua importanza e deve essere continuamente considerato in questa prospettiva.

6. Cari fratelli, la Chiesa è realmente “il popolo di Dio immerso nel mondo e spesso tentato da idoli, e ha sempre bisogno di ascoltare la proclamazione delle “grandi opere di Dio” (Paolo VI, Evangelii nuntiandi, 15). Perciò la Chiesa ha costantemente bisogno di essere evangelizzata e deve evangelizzare. Per tutte queste ragioni desidero offrirvi il mio appoggio mentre convocate tutti i vostri sacerdoti, religiosi e laici per questo elevato compito, nel 1987. L’unità alla quale voi li invitate è la grande unità della Chiesa cattolica e la collaborazione alla quale sono chiamati include la cooperazione con tutto il corpo di Cristo nel mondo. In questo impegno pastorale siate certi ancora una volta dell’amore e della solidarietà del successore di Pietro, Vescovo di Roma.

7. E, infine, come in ogni immenso progetto di questo tipo, è ben conveniente che noi volgiamo il nostro pensiero allo Spirito Santo. Tutta l’evangelizzazione dipende da lui; il successo di ogni impegno è legato alla sua grazia. “Le tecniche di evangelizzazione sono cosa buona, ma anche le più progredite non potrebbero sostituire l’azione dello Spirito” (Ivi, 75). Nel riaffermare questa verità della nostra fede noi riaffermiamo anche la natura sovrannaturale della Chiesa quale comunità di grazia, che ha la sua origine in Dio e che da lui totalmente dipende. È nel contesto di questa verità che insieme noi affronteremo le sfide e i problemi della Chiesa in Giappone. Frattanto, esprimendo il mio amore e il mio affetto per la vostra amata Chiesa e per tutto il vostro popolo, come ho potuto fare quattro anni fa sul suolo giapponese, affido tutti voi alla materna sollecitudine di Maria, Madre del Verbo incarnato e Madre della sua Chiesa.



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