DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AD UNA DELEGAZIONE ECUMENICA DELL’ETIOPIA
Lunedì, 24 marzo 1986
Cari amici in Cristo.
Nel corso del vostro viaggio nelle varie parti del mondo nel quale avete incontrato una vasta serie di gente, è stato vostro desiderio incontrare il Vescovo di Roma e alcuni dei suoi collaboratori qui in Vaticano. Sono molto felice di ricevervi e vi esprimo il mio più cordiale benvenuto.
Vorrei inoltre ringraziare la Caritas internazionale per aver organizzato e favorito il vostro soggiorno a Roma. La terribile esperienza della carestia, che il vostro Paese ha subìto per parecchi anni, ha toccato le coscienze di molta gente e l’ha indotta ad aiutare il popolo etiope. La Chiesa cattolica attraverso vari mezzi e a differenti livelli è stata e continuerà ad essere parte di questo generoso sforzo. È uno sforzo vitale non solo per il vostro Paese che non è ancora completamente libero da questo flagello della carestia, ma anche per i Paesi vicini all’Etiopia e altri Paesi del mondo. Spero che la missione della vostra delegazione qui e nei diversi Paesi che state visitando, possa aiutare a rassicurare questa gente che è stata spinta a dividere con i suoi fratelli e sorelle nel bisogno e può trarre da essi un grado di generosità molto profondo.
Voi avete fatto questa visita a nome dei cristiani dell’Etiopia. La vostra è una delegazione ecumenica. Questa è la prova vivente che “la cooperazione tra tutti i cristiani esprime vivacemente quel legame che già li unisce e pone in chiaro rilievo la fisionomia di Cristo”. Noi sappiamo giustamente che fin dai primi tempi della Chiesa il mutuo sostegno e la condivisione con coloro che erano nel bisogno erano gli interessi vitali dell’apostolo Paolo, il quale vide queste cose come un segno e un criterio dell’unità tra le comunità cristiane. I cristiani di oggi cercano insieme il sentiero che li condurrà ad un’unità più grande tra di loro. Essi fanno ciò in uno spirito di rispetto e mutua fiducia e in obbedienza alle parole di Cristo che nell’ultima cena pregò per l’unità di tutti i suoi seguaci. La tragica situazione di milioni di esseri umani che muoiono di fame costringe tutti noi a una missione di servizio. Servendo i poveri e dividendo con loro perveniamo a una più completa comprensione vicendevole, noi approfondiamo il nostro mutuo rispetto e ciò prepara la strada che conduce all’unità dei cristiani (cf. Unitatis Redintegratio, 12).
Con questi pensieri, io esprimo di nuovo la mia gioia nel darvi il benvenuto e vi ringrazio per la vostra visita. Dio vi benedica tutti.
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