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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II AI PARTECIPANTI
ALL
’ASSEMBLEA GENERALE DEL CONSIGLIO SUPERIORE
DELLE QUATTRO PONTIFICIE OPERE MISSIONARIE

Martedì, 13 maggio 1986

 

Venerati fratelli nell’episcopato, carissimi sacerdoti, religiosi laici.

1. Rivolgo il mio affettuoso saluto a tutti e a ciascuno di voi, partecipanti all’Assemblea Generale del Consiglio Superiore delle quattro Pontificie Opere Missionarie, rivolgendo un particolare pensiero al signor cardinale Jozef Tomko, e a mons. José Sanchez, rispettivamente prefetto e segretario della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli.

Come ogni anno, vi siete riuniti in questi giorni a Roma, sia per aggiornarvi sui problemi dell’aumento delle circoscrizioni ecclesiastiche e dello sviluppo delle Opere nelle diverse Chiese particolari, sia per approfondire gli aspetti formativi concernenti l’azione dei Direttori nazionali delle Pontificie Opere e dei loro collaboratori. Il tema stesso, che quest’anno è stato sottoposto alla vostra riflessione: “Ruolo dei sacerdoti, dei religiosi e delle religiose nelle Pontificie Opere”, sottolinea da solo il senso e la portata dei vostri lavori.

Sono lieto di trovarmi oggi in mezzo a voi, per ringraziarvi della generosa cooperazione da voi prestata sia alle Chiese di antica tradizione sia a quelle di recente costituzione, e nello stesso tempo per esortarvi ad andare avanti con impegno rinnovato in questo campo dell’attività missionaria, che investe la Chiesa universale in tutte le sue componenti e di cui non dobbiamo mai perdere di vista l’urgenza e l’importanza.

2. Mi piace rilevare che questo nostro incontro si verifica nella cornice di particolari e assai significative circostanze liturgiche, ossia tra l’Ascensione del Signore al cielo e la discesa sulla terra del promesso divino Spirito: due festività che costituiscono insieme la sorgente inesausta della vocazione missionaria della Chiesa.

Alla mia e alla vostra mente ricorrono spontanee le parole del salvatore Gesù: “Andate e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt 28, 19-20).

Queste parole, che sono le ultime pronunziate dal Signore prima di lasciare visibilmente la terra per tornare al Padre, rappresentano nella loro forza ed efficacia non solo la “magna carta” del dinamismo cristiano, ma configurano anche l’identità stessa della Chiesa, la sua natura di depositaria, a cui è affidato il compito non di tenere chiuso per sé, come in uno scrigno, ma di diffondere il tesoro della verità e della salvezza divina. Le parole del testo di san Matteo costituiscono l’atto di fondazione della Chiesa come istituzione essenzialmente missionaria. Essa o è missionaria o non è più neppure evangelica.

L’evangelizzazione è il mandato di annunziare al mondo intero la salvezza dell’uomo in Cristo Gesù, il quale è morto e risorto per essere il Signore dei vivi e dei morti. Ed è per questo, come si esprime il Concilio Vaticano II ripetendo un pensiero di sant’Agostino, che gli “apostoli, sui quali la Chiesa fu fondata, seguendo l’esempio del Cristo predicarono la parola della verità e generarono le Chiese” (Ad Gentes, 1). E gli apostoli, gli inviati, i missionari, prima di spargersi per il mondo, attesero nella preghiera, insieme con Maria Madre della Chiesa, la venuta dello Spirito Santo, promesso come divino assistente per ricordare loro e far loro vivere la verità tutta intera.

È solo, infatti, con la luce e la forza dello Spirito Santo che la Chiesa può illuminare tutti gli uomini, essere “sale della terra e luce del mondo” (Mt 5, 13-14), rinnovare e salvare ogni creatura.

3. Cari fratelli, noi sappiamo che il mondo oggi come non mai ha bisogno di essere salvato e gli uomini di essere rinnovati dal Vangelo. Quando fu costituita la prima volta ufficialmente la Congregazione “de Propaganda Fide” correvano gli anni esaltanti delle grandi scoperte geografiche. All’attività missionaria della Chiesa si aprivano nuovi mondi e la necessità di creare un organismo apposito era più viva che mai, per facilitare dappertutto la propagazione della fede.

Oggi viviamo in epoca diversa, ad esplorazione geografica ormai compiuta, con interi continenti in via di sviluppo, aperti al messaggio evangelico, con cristianità giovani e promettenti, messe matura e bisognosa di braccia, capace di essere luce e sale della terra, per elevare gli uomini alla dignità di figli di Dio. Oggi, a distanza di duemila anni dalla fondazione della Chiesa, il Vangelo è geograficamente annunziato al mondo intero. Ma, nel quadro della sua specifica missione evangelizzatrice, la Chiesa non dimentica il dovere della promozione umana, dello sviluppo sociale, della difesa dei diritti degli uomini.

Purtroppo, entro il panorama di luci, di vaste regioni che vivono la verità evangelica o attendono di divenire cristiane, non manca il contrasto stridente delle ombre, delle regioni cioè che ignorano o dimenticano. Nell’epoca moderna, che si vanta di essere la società dell’informazione, miliardi di esseri umani, pur protesi ansiosamente verso un bisogno di salvezza, poco o nulla sanno circa il Salvatore del mondo, Cristo Gesù. E, per di più, nel vecchio mondo, allevato per secoli alla scuola della fede cristiana, coesistono forme così imponenti di materialismo ideologico da far temere l’inabissamento di intere regioni nelle tenebre dell’ateismo. Sicché all’urgente necessità dell’evangelizzazione si affianca anche, in altri Paesi, il dovere della rievangelizzazione.

4. Cari fratelli, è su questo particolare settore che io desidero richiamare la vostra attenzione e il vostro rinnovato impegno. Nell’ambito del vostro tema annuale, voi avrete modo di mettere in luce i benefici che possono derivare ai sacerdoti, ai religiosi e alle religiose dall’interessamento per le Opere Missionarie, al fine di attuare pienamente la loro vocazione, che non è limitata e ristretta, bensì aperta a una vastissima e universale missione di salvezza “fino agli ultimi confini della terra” (At 1, 8), partecipando alla stessa ampiezza della missione affidata da Cristo agli apostoli.

Tutti, sacerdoti e laici, siete chiamati a sensibilizzare l’opinione pubblica cattolica, in particolare maniera il mondo giovanile, spesso distratto da vuote prospettive, sull’urgenza e importanza dell’attività missionaria, che interpella ogni battezzato personalmente. È soprattutto compito vostro rendere solidali le comunità cristiane ai bisogni e alle sofferenze dei fratelli nei territori di missione.

Nell’augurarvi un generoso lavoro per il prossimo futuro, v’imparto di cuore la mia speciale benedizione.

Me es grato presentar un cordial y afectuoso saludo en lengua española a los participantes en este encuentro, provenientes de los diversos Países de América Latina y de España.

Llevad a vuestras diócesis, a vuestras parroquias y comunidades el aliento del Papa, que ve en las Obras Misionales Pontificias el alma de la actividad misionera de la Iglesia.

A todos bendigo de corazón.

Chers Frères et Soeurs de langue française,

Soyez vivement remerciés d’être venus, durant dix jours, travailler patiemment avec les organismes de la Curie, pour répartir au mieux les ressources dont l’Eglise dispose pour les missions au gré des besoins qui vous paraissent les plus urgents, et pour réfléchir ensemble. Merci surtout de partager et de faire partager autour de vous le souci de la solidarité missionnaire, et la passion de l’évangélisation ou de la ré-évangélisation, dans la ligne de l’exhortation apostolique “Evangelii Nuntiandi”. Que l’Esprit du Seigneur pousse l’Eglise au large! Qu’il vous comble vous-mêmes de ses bénédictions!

I extend very cordial greetings to all of you who are English-speaking. I want you to know how grateful I am for your generous collaboration in the missionary efforts of the Church. This is the primary task that Jesus entrusted to the Apostles, and in every age it must be our first priority: to bring to the world the Good News of salvation in our Lord Jesus Christ. May he grant you patience and perseverance as you continue to serve the Church in this way.

Einen herzlichen Willkommensgruß entbiete ich den anwesenden Teilnehmern an der Tagung über Missionsarbeit aus den deutschsprachigen Ländern. Ich danke euch aufrichtig für alle kirchliche Mitarbeit. Möge euer Bemühem um die Ausbreitung des Evangeliums stets von der schöpferischen Kraft des Heiligen Geistes getragen sein. Hierfür erbitte ich euch Gottes reichen Segen.

 

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