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PELLEGRINAGGIO APOSTOLICO IN AUSTRALIA

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI MEMBRI DEL PARLAMENTO AUSTRALIANO A CAMP HILL*

Canberra (Australia), 24 novembre 1986

 

Signor primo ministro, signore e signori,

1. Mi fate un grande onore con la vostra calda accoglienza, e vi ringrazio, signor Hawke e signor Howard, per le vostre gentili e premurose parole. Signore e signori, è un grande piacere per me incontrarmi con tutti voi. Voi siete, si potrebbe dire, degli esperti nell’arte del governo democratico. In realtà, nel salutare voi, saluto tutti coloro che, avendo la responsabilità delle leggi e della loro amministrazione e interpretazione, promuovono il benessere e il bene comune di tutta la popolazione di questo vasto Paese.

Desidero rinnovare la mia gratitudine per l’invito rivoltomi dal Governo australiano e esprimere il mio profondo apprezzamento per tutto ciò che è stato fatto per facilitare la mia visita. Desidero prendere atto dei molti risultati raggiunti dall’Australia, conoscere più da vicino il tessuto della sua vita, e condividere più intimamente le speranze del suo popolo. A cominciare da qui, da Canberra, desidero trasmettere ovunque io vada un messaggio di incoraggiamento, rispetto e amore fraterno.

2. Sono in visita nella vostra terra quale Pastore capo della Chiesa cattolica, e mi rallegro del fatto che armonia, amicizia e cooperazione abbiano caratterizzato i rapporti tra il Commonwealth dell’Australia e la Santa Sede sia prima che dopo la formalizzazione dei rapporti diplomatici. Apprezzo moltissimo la cortesia di questa accoglienza che mi riservate oggi. So quanto voi stimiate il principio della libertà religiosa per tutti coloro che vivono in questa nazione. Il numero dei cattolici tra la popolazione e la loro presenza in praticamente tutti i campi della vita australiana sono un esempio di come questa libertà religiosa - così fondamentale tra le libertà - qui è rispettata.

Prego affinché conserviate sempre il diritto alla libertà religiosa, e siate sempre vigili nel difendere il fondamento stesso di questo diritto e di ogni diritto umano, che è e sarà sempre la dignità della persona umana. Come sapete, il principio della dignità inviolabile di tutti gli esseri umani in uno stato democratico è un principio molto più alto dell’opinione della maggioranza. (cf. Dignitatis Humanae, 2) In realtà, tutte le democrazie finiranno con l’aver successo o insuccesso nella misura in cui difendono e promuovono veramente i diritti umani di tutti, ivi comprese le minoranze.

3. Signore e signori: noi parliamo una comune lingua di rispetto per la persona umana, sia questa persona vicinissima sia di quella in qualche angolo remoto del pianeta, ed è mia speranza che, con l’aiuto di Dio, le nostre parole e opere possano ottenere qualche effetto duraturo in difesa dei diritti umani. La sfida è immensa: promuovere a ogni livello una società giusta, che a sua volta sarà la base della vera pace; difendere i membri deboli e vulnerabili della società; eliminare il razzismo e ogni altra discriminazione ovunque la si trovi; proteggere e assistere la famiglia nei suoi bisogni; contribuire a dare lavoro ai disoccupati, specialmente ai capifamiglia e ai giovani; e assistere tutti coloro che hanno bisogno, nella loro lotta per condurre una vita pienamente umana.

In quanto pastore di tutti i cattolici australiani li esorto - e in realtà faccio appello a tutte le persone di buona volontà - a cooperare con i loro Governi, individualmente e nelle opportune organizzazioni, nella ricerca di questi obiettivi.

4. Sono stato informato che l’Australia si è impegnata attraverso Governi successivi a un duplice sistema di educazione che idealmente permette ai genitori libertà di scelta riguardo al tipo di scolarizzazione che riceveranno i loro figli. Le scuole governative e non-governative di questo paese cercano di aiutare ogni bambino a crescere e svilupparsi fisicamente, socialmente e intellettualmente. Questa è indubbiamente una grande missione.

Nel campo dell’assistenza sanitaria anche qui la vostra tradizione dà luogo a un duplice sistema di istituzioni governative e non-governative che lavorano fianco a fianco per il benessere della comunità nel suo complesso. Anche in questo campo, grandi servizi sono stati resi alla società e molta attenzione è stata dedicata alle persone e alle loro necessità. A onore dell’Australia e per il bene dell’umanità, spero che questo servizio e questa sollecitudine continuino e si accrescano, e rispettino sempre la natura inviolabile della vita umana.

In campo assistenziale sociale il vostro paese ha sempre lottato per aiutare i meno fortunati fra voi: le vedove, gli anziani, i disoccupati, gli infermi. L’Australia si prende cura del proprio popolo. Questo è il vostro primo obbligo e vi lodo per il modo in cui i successivi Governi federali e statali lo hanno adempiuto.

5. Come nazione siete stati generosi verso i meno fortunati di questo mondo. Il grande afflusso di immigranti dopo la seconda guerra mondiale andò incontro alle esigenze dell’Australia, ma offrì anche a molti che erano disperati la possibilità di una vita pacifica e prospera. Col passare degli anni motivi umanitari vi hanno spinto ad accettare rifugiati provenienti da molti paesi. Questa apertura ai bisogni degli altri è stata, è e sarà sempre degna di grande stima. Desidero anche incoraggiarvi nella vostra istintiva disponibilità a dare ogni aiuto possibile a chiunque soffra per oppressione o per disgrazie. Nel mondo d’oggi nessun paese può isolarsi o rimanere indifferente ai bisogni degli altri.

Così mi prendo la libertà di chiedere a voi, che tanto avete ricevuto da Dio, qualcosa di più di una generosa risposta alle crisi che affliggono altri popoli. Cogliete l’iniziativa di tendere la mano verso altri popoli ovunque siano. Voi siete una parte molto importante di un mondo che ha bisogno di sperimentare riconciliazione e solidarietà. Esso ha bisogno di uomini e donne che siano preparati a sacrificare se stessi per gli altri piuttosto che sacrificare gli altri per una causa. Se la mia presenza fra di voi e le mie parole possono contribuire a promuovere una società nella quale ciascuno tratti sempre l’altro con autentico rispetto e amore, riterrò che il mio viaggio sia stato di vero servizio.

6. In sintonia coi principi espressi dagli artefici della vostra costituzione, la Chiesa non rivendica alcun trattamento istituzionale particolare. Ciò nondimeno, essa non cessa di insistere sul fatto che un giustificato pluralismo non va confuso con la neutralità nei confronti dei valori umani. Ecco perché i membri della Chiesa desiderano far uso della possibilità offerta dal pluralismo democratico, che tanto caratterizza la società australiana, per proclamare con insistenza quei valori che sono legati alla dignità e ai diritti di ciascun essere umano senza eccezione. Spero che tutti i cattolici e tutti i vostri concittadini vi invitino attraverso la loro voce e attraverso i loro voti a garantire che nulla venga fatto dalla legislatura per minare questi valori. Al contrario, possano questi valori divenire parte sempre più integrante del tessuto legislativo che dà forma alla società australiana.

È mia speranza che tutta la vostra attività politica contribuisca a promuovere una civiltà caratterizzata dalla compartecipazione, dalla solidarietà e dall’amore fraterno: l’unica civiltà degna dell’uomo. Le uniche salde basi di questa civiltà sono il rispetto per la vita umana dal momento del concepimento e per ogni fase del suo pellegrinaggio terreno, il rispetto per tutti i diritti fondamentali della persona umana, e la vera giustizia ed equità nella preoccupazione del bene comune.

7. Riguardo alla situazione mondiale, e conoscendo i vostri sforzi politici e diplomatici, vorrei aggiungere alcune parole su un argomento di vitale importanza per tutti i popoli del mondo: l’urgente bisogno di un adeguato disarmo e della pace mondiale. So che l’Australia ha dimostrato un particolare interesse a questo riguardo, nominando un ambasciatore ad hoc per questo scopo. All’inizio di quest’anno, Anno internazionale della pace proclamato dalla Organizzazione delle Nazioni Unite, ho rinnovato il mio impegno e quello di tutta la Chiesa cattolica per la causa della pace così espressa: “La Pace è valore che non ha frontiere: da Nord a Sud, da Est a Ovest, dappertutto c’è un solo popolo, unito in un’unica pace”.

Permettetemi di sottolineare due campi di azione che sono particolarmente efficaci nel contribuire alla pace: la difesa dei diritti umani e gli sforzi per lo sviluppo dei popoli. Questi campi costituiscono la base stessa della pace. Fintantoché questi elementi mancano a qualsiasi livello, la pace è imperfetta e la pace mondiale è in pericolo. Tutto ciò che tutela i diritti umani, tutto ciò che promuove la dignità umana attraverso lo sviluppo integrale, conduce alla pace. Signore e signori: quali servitori e capi di una democrazia, voi siete in una splendida posizione per contribuire alla elevata causa della pace mondiale.

Sì, cari amici, voi siete effettivamente in grado di esercitare grande influenza per il bene dell’umanità. Il benessere di questa nazione, e, in una certa misura, di tutte le nazioni, dipende dallo sforzo consapevole di ciascuna persona qui presente. Andate avanti insieme. Con l’aiuto di Dio potrete adempiere la sua volontà nei vostri riguardi e dare - ciascuno di voi - il vostro particolare contributo alla pace del mondo.

Oh, Signore, fa’ di me uno strumento della tua pace. Dove è odio, fa’ ch’io porti l’Amore. Dove è offesa, fa’ ch’io porti il Perdono. Dove è discordia, fa’ ch’io porti la Unità. Dove è dubbio, fa’ ch’io porti la Fede. Dove è errore, ch’io porti la verità. Dove è disperazione, ch’io porti la speranza. Dove è tristezza, ch’io porti la gioia. Dove sono le tenebre, ch’io porti la luce. Oh! Maestro, fa’ ch’io non cerchi tanto: ad esser consolato, quanto a consolare; ad esser compreso, quanto a comprendere; ad esser amato, quanto ad amare, poiché è dando, che si riceve, perdonando, che si è perdonati, morendo, che si risuscita a vita eterna.


*L'Osservatore Romano 25.11.1986 p.6.

 

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