PELLEGRINAGGIO APOSTOLICO IN AUSTRALIA
DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI RELIGIOSI RIUNITI NELLA «SYDNEY OPERA HOUSE»
Sidney (Australia), 26 novembre 1986
“Ringrazio continuamente il mio Dio per voi, a motivo della grazia di Dio che vi è stata data in Cristo Gesù . . .” (1 Cor 1, 4).
Cari fratelli e sorelle, religiosi e religiose dell’Australia.
1. Ho atteso molto vivamente questo incontro. E ora con la gioia nel cuore vi vedo qui a rappresentare tutta la vita religiosa in questo Paese. Mentre vi parlo in questa magnifica sala della Sydney Opera House, sono molto consapevole di essere con uomini e donne pieni di dedizione che vivono la loro vita consacrata in ogni parte dell’Australia. Saluto ciascuno di voi in Cristo, nel quale non vi manca alcun dono spirituale (cf. 1 Cor 1, 7).
A nome di tutta la Chiesa, desidero onorare la tradizione della vita religiosa che voi rappresentate. Sin dall’inizio, uomini e donne consacrati sono stati parte vitale del tessuto stesso della vita della Chiesa in questo Paese, e hanno dato un contributo incalcolabile allo sviluppo cristiano e umano dell’Australia.
2. La prima amministrazione ecclesiastica di questa regione venne affidata ai Benedettini inglesi. Nel 1834, John Bede Polding venne nominato vicario apostolico del New Holland e nel 1842 venne nominato primo arcivescovo di questa città. Nel 1838 le Suore irlandesi della Carità vennero qui a iniziare un apostolato tra le donne detenute, gli orfani, gli ammalati e le altre persone bisognose. Seguendo le orme di questi pionieri uomini e donne, altri troppo numerosi da citare qui hanno vissuto la loro consacrazione religiosa e si sono offerti totalmente e incessantemente. Hanno servito una società in crescita con le sue molte necessità.
Particolare menzione va fatta del ruolo dei religiosi nell’attuazione dell’ispirata decisione dei vescovi nell’ultima parte del XIX secolo di fondare un sistema scolastico completo di educazione cattolica. Nelle città come nelle comunità più piccole, religiosi e religiose sono stati il sostegno non solo di questo sistema educativo ma anche di opere di assistenza sanitaria e sociale, che sono parte integrante dello sviluppo dell’Australia.
La presenza di zelanti religiosi al servizio dei bisogni della popolazione cattolica sia nella città che nelle campagne ha portato a una notevole vicinanza tra i religiosi e il laicato cattolico. Vi è un rapporto di profonda fiducia, amore e reciproco rispetto tra voi e le persone che servite, un rapporto che spero manterrete e continuerete a meritare.
Desidero rendere omaggio a tutti i religiosi che hanno vissuto e servito in questo paese nel corso dell’ultimo secolo e mezzo. Ringrazio Dio per il suo dono di tali eccezionali testimoni della bellezza e forza del Vangelo. Rendo grazie per tante vite vissute secondo la grazia di Dio data in Cristo Gesù. Un’eminente testimone a me ben nota, poiché è stata introdotta la sua causa, è Mary MacKillop, madre Maria della Croce, fondatrice delle Suore di san Giuseppe del Sacro Cuore. Con voi condivido la speranza che tra non molto siano esaudite tutte le pratiche necessarie per la sua beatificazione, dando così un particolare riconoscimento alla vita religiosa in Australia.
3. Oggi vi sono approssimativamente 11.000 religiose, 1600 fratelli e 2000 sacerdoti in Australia. Vi è tanto di cui ringraziare il Signore, ivi compresa la grande varietà di carismi nella vita religiosa che egli ha suscitato in Australia.
Desidero indirizzare una parola speciale ai contemplativi che sono in mezzo a voi. Cari religiosi: voi avrete sempre un ruolo importante da svolgere nel costruire il corpo mistico di Cristo. I suoi membri non hanno tutti la stessa funzione. Voi offrite a Dio un eccellente sacrificio di lode; allietate la comunità del popolo di Dio con la vostra testimonianza di santità, e la accrescete attraverso una nascosta fruttuosità apostolica (cf. Perfectae Caritatis, 7). Affido alle vostre preghiere e sacrifici i bisogni della Chiesa in Australia e in tutto il mondo, e vi assicuro la gratitudine della Chiesa per il dono delle vostre vite.
Alle sorelle e fratelli e sacerdoti impegnati nelle molte forme dell’apostolato attivo offro il mio incoraggiamento ed esprimo la mia stima. Vi ringrazio per il vostro amore per la Chiesa e per la vostra partecipazione alla sua missione di salvezza. È indubbiamente difficile immaginare che la Chiesa in Australia sarebbe quello che è oggi senza il contributo delle vostre Congregazioni in ciascun campo della sua attività. Sono compiaciuto di sapere che negli anni più recenti vi è stata un’accresciuta presenza di religiosi nelle comunità etniche. Vi è anche un importante movimento missionario dei religiosi australiani in Papua, Nuova Guinea, nel Pacifico, in Asia, in Africa e in Sud America. Non possiamo che rallegrarci della potenza dell’amore di Dio all’opera in Australia attraverso la testimonianza delle vostre consacrazioni religiose e, al di là delle vostre frontiere, attraverso i vostri missionari.
Desidero aggiungere che sono molto compiaciuto che siano oggi qui anche i religiosi della comunione anglicana. Vi ringrazio per l’amore dimostrato dalla vostra presenza, ed esprimo la speranza che per mezzo della grazia di Dio data in Gesù Cristo possiamo essere condotti lungo il cammino della santità e del discepolato a una piena fratellanza in lui e nella sua Chiesa.
4. I religiosi hanno di fronte grandi sfide in questo particolare momento nella storia della Chiesa e di questo Paese. L’assistenza sanitaria, l’assistenza sociale e l’educazione dei giovani, campi tradizionali di apostolato dei religiosi di Australia, hanno cominciato ad essere riconosciuti come campi di responsabilità dei vostri Governi e rivestono oggi un grande ruolo nella loro politica. Già di per sé questo è un fattore di progresso nello sviluppo della società. Ma per voi, e per la Chiesa, esso rappresenta una grave sfida a riaffermare il carattere specifico dell’assistenza sanitaria cattolica, dell’assistenza sociale cattolica e dell’educazione cattolica. Il vostro contributo in questi campi è infatti divenuto più importante che mai alla luce della rapida secolarizzazione che sta avendo luogo nella società australiana come in altre parti del mondo. In questi campi siete in modo particolare testimoni del messaggio evangelico della salvezza in Gesù Cristo.
Un’altra sfida è rappresentata dalla enorme immigrazione post-bellica di persone dall’Europa e dall’Asia. Qui avete scoperto nuovi campi di responsabilità cristiana e pastorale. Vi è una chiamata al servizio del popolo aborigeno e alla difesa della sua inalienabile dignità. Vi è la sfida derivante da tante vecchie e nuove forme di povertà nella società di oggi. I giovani spesso si sentono persi e frustrati. Hanno bisogno di guide sicure. Hanno bisogno dell’esempio del vostro impegno religioso. Hanno bisogno che voi facciate loro conoscere Cristo in un modo che soddisfi le aspirazioni più profonde dei loro cuori. Vi è anche bisogno che le comunità religiose stesse rispecchino la varietà etnica della nazione nel suo complesso.
5. Tra tutti i compiti che avete di fronte non ve n’è sicuramente nessuno altrettanto urgente quanto quello di portare autentica testimonianza del vostro amore personale a Gesù Cristo al di sopra di ogni altra cosa. Questo è al cuore stesso della vostra identità religiosa. Le promesse evangeliche che professate attraverso i voti costituiscono la caratteristica peculiare della vostra vita, e non possono essere compresi se non nel contesto di una risposta totale all’amore di Dio rivelato in Cristo. È Cristo il Signore e Padrone delle vostre vite, che vi ha chiamato a essere religiosi, nella Chiesa e attraverso la Chiesa, nelle vostre comunità e attraverso di esse. È a lui che avete risposto con un amore che rinuncia a tutto il resto per il suo regno. E in quella rinuncia avete guadagnato tutto, e siete divenuti tutto per tutti al fine di guadagnarli a Cristo.
Fratelli e sorelle, religiosi dell’Australia: la vostra dignità cristiana dipende principalmente non da ciò che fate nel servizio alla Chiesa e al mondo, ma da ciò che siete: seguaci consacrati di Cristo, testimoni di una nuova ed eterna vita ottenuta per mezzo della redenzione di Cristo, imitatori del tipo di vita che il Figlio di Dio seguì nel venire in questo mondo (cf. Lumen Gentium, 44). Dato il vostro particolare rapporto con Cristo, voi appartenete inseparabilmente alla vita e alla santità del suo corpo, la Chiesa.
Attraverso le vostre vite la Chiesa ha bisogno di poter trasmettere il messaggio di Cristo nella verità e nel potere dello Spirito Santo. Questo è il significato più profondo di quello che è giustamente chiamato il vostro ruolo profetico. Le parole del profeta devono essere autenticate dalla testimonianza di obbedienza al Signore e alla sua Chiesa. E dato che quello stesso Spirito Santo che alberga nei vostri cuori ha sempre assistito gli apostoli e i loro successori nel loro insegnamento, sappiamo che la vostra fedeltà al Magistero sarà sempre garanzia di una corretta lettura dei “segni dei tempi”.
Nella vostra vita di consacrazione e testimonianza profetica avvertite un profondo bisogno personale di preghiera: preghiera individuale, comunitaria e liturgica. La preghiera è l’espressione stessa della vostra identità di uomini e donne consacrati a Gesù Cristo, ed è un dovere primario di tutti i religiosi. È anche il segreto della vostra gioia interiore. A distanza di quindici anni siamo tuttora colpiti dalle parole profetiche di Paolo VI, che disse: “Non dimenticate la testimonianza della storia: la fedeltà alla preghiera o il suo abbandono sono il paradigma della vitalità o della decadenza della vita religiosa” (Evangelica Testificatio, 42).
6. L’amore totale di Cristo e la libertà di spirito per il servizio del popolo di Dio sono espressi in modo chiaro nella castità praticata per il regno dei cieli (cf. Mt 19, 12). La castità è soprattutto un dono di amore da Cristo a voi, e attraverso voi alla Chiesa. Vivere profondamente l’amore di Cristo e poi renderlo in un dono di sé gioioso è una sfida giornaliera. Accettare questa sfida significa trascendere voi stessi e lasciare qualsiasi preoccupazione di sé. Allora vi sarà posto nei vostri cuori per tutti gli esseri umani, specialmente i più bisognosi, ma dovete amarli tutti nel Cuore di Cristo. L’Australia ha bisogno di testimoni dell’amore sacrificale. L’Australia ha bisogno che voi mostriate che l’amore di Cristo e della sua Chiesa arde per tutti, soddisfa tutti, abbraccia tutti.
In una società benedetta dal benessere materiale, la testimonianza di povertà, volontariamente abbracciata a imitazione di Cristo, intercede con forza e convinzione a favore dei deboli, dei bisognosi e di chi ha sete di giustizia. Ma per essere davvero dalla parte dei poveri, la povertà religiosa deve essere un’autentica condivisione della povertà di Cristo, che si mise nelle mani del Padre e si rese accessibile a tutti senza discriminazione. Il suo potere di innalzare il povero e l’oppresso risiede nella verità stessa che egli ha personificato.
Nella vostra obbedienza arrivate particolarmente vicini a Gesù, il servo di Dio, il cui cibo era fare la volontà di colui che lo aveva mandato a compiere la sua opera (cf. Gv 4, 34). L’obbedienza non era semplicemente un fatto di vita nell’esistenza terrena di Gesù. Essa costituiva l’essenza stessa della sua missione messianica. Era la sua risposta alla ribellione originaria che aveva contaminato tutto il corso della storia umana. Come scrive san Paolo: “E in realtà tutte le promesse di Dio in lui sono divenute «sì». Per questo sempre attraverso lui sale a Dio il nostro «amen» per la sua gloria” (2 Cor 1, 20). L’obbedienza evangelica, che conduce direttamente alla piena maturità di Cristo (cf. Ef 4, 13), trova espressione nella volontaria partecipazione alla vita comunitaria, dove tutti devono avere un cuore solo e un’anima sola (cf. At 4, 32). Unità di spirito e comunione di vita sono, infatti, segni della presenza di Cristo che dà la vita.
7. Dire tutto questo non toglie nulla al fatto che la vostra consacrazione religiosa è un’autentica partecipazione alla croce di Cristo. Non tutte le domande ricevono risposta; non tutti i problemi sono risolti. Ma non può esservi alcun autentico rinnovamento delle comunità religiose, come richiesto nei nostri tempi dal Concilio Vaticano II e come chiaramente ispirato dallo Spirito Santo che guida la Chiesa, senza un ritorno al punto di partenza essenziale: la chiamata di Gesù e la vostra risposta d’amore. L’efficacia di tutta la vostra missione nella Chiesa è intimamente legata all’intensità della vostra risposta di amore.
La vostra pratica delle promesse evangeliche parla all’Australia contemporanea del Dio che vi ha chiamato. Attira l’attenzione su Gesù - la via, la verità e la vita - perché egli è il vostro modello. Quali religiosi sarete spesso silenziosamente di fronte alla pressante richiesta che venne indirizzata all’apostolo Filippo: “Vogliamo vedere Gesù” (Gv 12, 21). Vi sono innumerevoli persone in Australia che chiedono di vedere Gesù e di vederlo in voi. Esse saranno soddisfatte solo se possono scoprire Gesù in voi. Ma ancor più: giudicheranno Gesù attraverso l’immagine di lui che rispecchiate nella vostra vita. Forse lo accetteranno; forse lo rifiuteranno. Ma molti saranno influenzati dall’immagine di Gesù che voi presentate.
8. Sono profondamente consapevole che siete preoccupati del numero di vocazioni alla vita religiosa. Questo è indubbiamente un grave problema per molte Chiese e comunità locali. Riguardo a questo le parole di Cristo sono una sfida per noi; esse ci mostrano che la preghiera deve essere la nostra prima risposta alla carenza di vocazioni. Dobbiamo chiedere allo Spirito Santo di parlare al cuore dei giovani. E dobbiamo essere sicuri che ciò che offriamo loro è effettivamente la parola e la sfida e la promessa di Gesù.
Coloro che Cristo chiama alle vostre case di formazione hanno il diritto di ricevere l’autentica dottrina della Chiesa e la sua giusta comprensione della vita religiosa. Solo in questo modo il loro amore consacrato entrerà pienamente a far parte della Chiesa e il loro apostolato diverrà un fruttuoso veicolo della grazia di Cristo per se stessi e per gli altri.
Gli attuali problemi sono il modo del Signore di chiamarci a una più grande fede in lui, a una più grande testimonianza delle meraviglie delle sue vie, e a una più profonda fiducia in Colui che solo è padrone del nostro futuro. Abbiamo sentito le parole della lettura di oggi; “Fedele è Dio, dal quale siete stati chiamati alla comunione del Figlio suo Gesù Cristo, Signore nostro!” (1 Cor 1, 9). Dio che è fedele vi sosterrà. Egli vi esorta ad avere fiducia in lui.
9. Cari religiosi, sorelle, fratelli e sacerdoti dell’Australia: qual è la speranza che il successore di Pietro esprime nei vostri riguardi? Cosa posso dirvi per mostrarvi tutta la mia solidarietà e unione con ciascuno di voi nel seguire Cristo?
Esprimo la speranza e la preghiera che camminiate sempre “in una vita nuova” (Rm 6, 4), poiché una nuova vita in Cristo è ciò che vi è stato dato nel Battesimo e confermato in voi attraverso la Cresima. Attraverso la vostra consacrazione nella Chiesa siete chiamati a dare una testimonianza particolare di questa vita. Siete chiamati ad abbracciare la parola di Dio che dà la vita in modo radicale. Siete chiamati a esemplificare, con profetica anticipazione, l’amore sacrificale che tutta la Chiesa vuole trarre dal mistero pasquale del Signore.
La vita religiosa in Australia non è una cosa del passato. È una delle risorse più preziose del nostro tempo, poiché è una chiara indicazione dei valori del Vangelo che soli possono trarre la società dal deserto spirituale nel quale vivono tanti nostri contemporanei. La sfida è enorme proprio perché richiede tanto impegno individuale e comunitario. In ultima analisi, essa richiede da voi un grande amore in Cristo per i fratelli e le sorelle che hanno bisogno del vostro servizio. Essa richiede un sacrificio totale: noi siamo pronti a dare in proporzione a quanto amiamo, e quando l’amore è perfetto il sacrificio è totale.
La vostra compagna lungo la strada è Maria, Madre di Gesù e Madre della Chiesa. Possiate voi essere sempre capaci di ripetere le sue parole: “L’anima mia magnifica il Signore . . . / Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente” (Lc 1,47-49).
Sì, cari sorelle e fratelli, il Signore ha fatto grandi cose per voi e attraverso di voi per l’Australia. Sia lodato il nome del Signore! Sia lodato Gesù Cristo!
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