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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
DOPO LA RECITA DEL SANTO ROSARIO

Basilica di Santa Maria Maggiore - Sabato, 6 giugno 1987

 

1. Ave Maria!

Con le parole del saluto angelico abbiamo ripetutamente invocato, in questo rosario che ha avuto un’eco mondiale, la Vergine Maria, madre del Redentore e nostra madre spirituale.

Ave Maria! È un saluto e un’implorazione. Un saluto di lode a colei che ha accettato di essere cooperatrice della nascita nel tempo dell’eterno Figlio di Dio. Un’implorazione rivolta a Dio onnipotente, mediante l’intercessione di lei, “piena di grazia”.

Ave Maria! La mistica invocazione, alternata con gli accenti del “Pater noster” e del “Gloria”, ci ha fatto vivere un momento di comunione spirituale profonda, che il collegamento in mondovisione con alcuni dei principali santuari mariani ha reso particolarmente suggestivo. Una mirabile consonanza di cuori, echeggia nei cinque continenti, in grandi templi della cristianità, in innumerevoli comunità ecclesiali e religiose, in luoghi di sofferenza e di cura, di assistenza di carità, in molte famiglie: un coro cosmopolita, di uomini e donne, giovani e anziani, tutti accomunati nel linguaggio della preghiera.

Questa Basilica romana di Santa Maria Maggiore, che il mio lontano predecessore Sisto III dedicò “alla beata Vergine Maria e al Popolo di Dio”, è diventata in questa sera che prelude all’Anno Mariano, un cuore pulsante di preghiera, di comunione e di carità.

2. Santa Maria, Madre di Dio! Abbiamo pregato, meditato cinque misteri legati alla storia della salvezza e alla presenza di Maria.

Tale meditazione ha dato un respiro di incalcolabile vigore alle parole scandite dalle labbra. Seguendo i misteri del rosario siamo portati a scoprire il senso profondo della storia, intimamente percorsa dal disegno provvidenziale della salvezza, che lo Spirito Paraclito sviluppa attraverso l’intreccio degli avvenimenti. Egli “pervade il pellegrinaggio terreno dell’uomo e fa confluire tutta la creazione - tutta la storia - al suo termine ultimo, nell’oceano infinito di Dio” (Ioannis Pauli PP. II, Dominum et Vivificantem, 64).

Pregando insieme abbiamo rafforzato i vincoli di solidarietà con l’intera famiglia umana, nella convinzione che le sfide della presente difficile ora del mondo, per risolversi a vantaggio dell’uomo e della sua autentica civiltà, hanno bisogno di essere affrontate anche in una generosa apertura alla dimensione trascendente.

L’uomo contemporaneo s’interroga, talvolta inconsciamente, talvolta con angoscia, sul significato del suo avanzare lungo i cammini dell’esistenza. Pur di fronte a progressi senza precedenti, l’uomo oggi, si sente profondamente scosso dalle contraddizioni presenti nel mondo e nelle persone, che lo portano talvolta perfino a dubitare del valore stesso della vita. Eppure la strada del riscatto è iscritta nel profondo del cuore. Là, dove tace ogni rumore fuorviante, giunge una voce che illumina, conforta, fortifica: la voce di Dio, Padre buono e benefico, sapiente e provvidente.

3. Ecco, fratelli e sorelle disseminati da un estremo all’altro del globo terrestre, il messaggio che la Vergine fa giungere a ciascuno in questo singolare momento: Dio è amore!

Chiunque tu sia, qualunque sia la tua condizione esistenziale, Dio ti ama. Ti ama in modo totale. L’uomo è chiamato alla comunione col Creatore. L’insopprimibile anelito alla verità e alla felicità ce lo ricorda continuamente. L’uomo ha bisogno di Dio.

Ave Maria! Duemila anni fa queste parole aprirono il nuovo corso della storia della salvezza contrassegnato dalla “pienezza del tempo” (Gal 4, 4). Con queste medesime parole noi esprimiamo la volontà di ritornare a Dio per mezzo di Maria. Essa, infatti, ci conduce a Cristo.

All’approssimarsi del terzo millennio dell’Incarnazione, vogliamo rinsaldare i nostri rapporti con Dio, a garanzia di nuovi rapporti di verità e di bontà tra gli esseri umani.

E Maria è il modello esemplare della “nuova umanità”. È la Donna in cui si è realizzato pienamente il disegno di Dio. Ad un tempo è l’“umile serva del Signore” e la “piena di grazia”.

Ripercorrendo, mediante i misteri del rosario, le tappe dell’opera salvifica di Cristo, noi scopriamo il modo con cui Maria ha vissuto la ricchissima dimensione - trascendente e insieme umana - di quegli eventi, destinati a lasciare un solco indelebile nel cammino umano.

4. Ave Maria! La soave preghiera echeggi gioiosa nei sacri templi, nei santuari. Segni la cadenza dei passi pellegrinanti sulle strade del tempo; dei passi del Popolo di Dio in cammino. Il rosario torni ad essere la preghiera abituale di quella “chiesa domestica” che è la famiglia cristiana. La preghiera del rosario porterà nel nostro mondo, col sorriso della Vergine Madre, gli accenti della tenerezza dell’amore di Dio per l’umanità animosa e trepida del secolo ventesimo. È l’auspicio che sgorga dal cuore sulla soglia dell’Anno Mariano. Sia tale anno un grandioso “Magnificat” che tutta la Chiesa eleva al Signore, il quale “ha guardato l’umiltà della sua serva” ed ha fatto in lei e per lei “cose grandi”.

Il Magnificat della Vergine Maria sia il nostro Magnificat. Raccolga e presenti al Padre la nostra più profonda riconoscenza, perché per opera dello Spirito Santo, ci ha dato - mediante Maria - il suo amatissimo Figlio, nostro redentore, Gesù Cristo. A lui ogni onore e gloria per tutti i secoli dei secoli. Amen.

 

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