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VIAGGIO APOSTOLICO NEGLI STATI UNITI D’AMERICA E IN CANADA

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI FEDELI DI COLUMBIA

Chiesa di San Pietro (Columbia) - Venerdì, 11 settembre 1987

 

“Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente” (Mt 16, 16).

Caro vescovo Unterkoefler,
cari fratelli e sorelle in Cristo
.

1. Queste parole, riportate nel Vangelo di san Matteo, furono pronunciate da Simon Pietro, il primo vescovo di Roma. Esse sono dense di significato per tutti coloro che credono in Cristo, ma sono particolarmente significative per noi che siamo riuniti qui oggi in questa Chiesa di San Pietro a Columbia che il successore di Pietro ha il privilegio di visitare.

È una grande gioia per me essere nella diocesi di Charleston. Vi ringrazio per la vostra accoglienza così calda e piena di amore fraterno. La vostra famosa “ospitalità del sud” mi fa sentire a casa.

Come sapete, sono venuto a Columbia per partecipare al dialogo ecumenico con i responsabili nazionali di altre Chiese cristiane e di Comunità ecclesiali, e per prendere parte ad un grande raduno dei nostri fratelli e sorelle in un servizio di preghiera ecumenica. Nostro Signore pregava “perché tutti siano una sola cosa” (Gv 17, 21). Tutti noi vogliamo fare la nostra parte perché questa unità si realizzi.

2. “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”.

Queste parole di Pietro esprimono il centro della nostra fede, poiché rivelano il mistero di Cristo; esse rivelano Cristo come Figlio del Dio vivente, la Parola eterna che si è fatta uomo ed è nata dalla Vergine Maria.

Pietro fu il primo degli apostoli, il primo discepolo a fare una professione pubblica della sua fede in Gesù il Messia. Le parole della professione di fede di Pietro erano parole dette con vera convinzione personale; tuttavia queste parole non avevano la loro origine ultima in lui. Poiché Gesù gli disse: “Beato te, Simone figlio di Giona, perché non la carne né il sangue te l’hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli” (Mt 16, 17). La fede in Cristo è un dono. Non è una conquista umana. Solo Dio Padre ci può condurre a Gesù, solo lui può donarci la grazia di conoscere Gesù, di accettarlo come l’eterno Figlio di Dio e di professare la nostra fede in lui.

3. Da quel giorno nelle vicinanze di Cesarea di Filippo, la vita di Pietro cambiò radicalmente. E non soltanto la sua vita! Anche agli altri apostoli, agli altri discepoli fu concesso il dono della fede e anche loro divennero testimoni delle parole e delle opere di Gesù. Nella storia del mondo, nella storia della salvezza iniziò una nuova era. E così è continuato attraverso i secoli. Gente di tutti i tempi, gente di tutti i Paesi ha conosciuto, come Pietro, Gesù, lo ha riconosciuto come Figlio di Dio - un’unica cosa con il Padre - e professa la sua fede in lui facendo del suo santo Vangelo la base della sua vita cristiana. La persona di Gesù Cristo e la sua parola sono per sempre il centro della vita della Chiesa.

4. Ma il meraviglioso dono della fede non è separato dalla croce. La fede in Cristo non è priva di difficoltà. Non è senza prezzo. Infatti, la nostra fede in Gesù Cristo è spesso messa alla prova. Pietro fece esperienza di ciò. E perciò scrive: “Perciò siete ricolmi di gioia, anche se ora dovete essere per un po’ di tempo afflitti da varie prove, perché il valore della vostra fede, molto più preziosa dell’oro che, pur destinato a perire, tuttavia si prova col fuoco, torni a vostra lode, gloria e onore nella manifestazione di Gesù Cristo” (1 Pt 1, 6-7).

Ricordiamo anche il momento, dopo che il nostro divino Maestro parlò del mistero dell’Eucaristia, in cui “molti dei suoi discepoli si tirarono indietro e non andavano più con lui. Disse allora Gesù ai Dodici: “Forse anche voi volete andarvene?”, Gli rispose Simon Pietro: “Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna. Noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio”” (Gv 6, 66-69).

Quando la nostra fede è messa alla prova, quando siamo tentati di dubitare e di voltare le spalle, noi possiamo trovare coraggio e nuova speranza in queste parole di Pietro: “Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna”. Cristo ci dona la forza di vivere secondo la nostra fede, e di affrontare tutte le sfide ad essa rivolte. Da Cristo noi dobbiamo imparare il modo di superare quelle tristi divisioni che esistono ancor oggi tra i cristiani. Dobbiamo essere ansiosi di essere uniti nella fede e nell’amore.

5. Io so che voi condividete con me questa convinzione ecumenica. Infatti, i cattolici della Carolina del Sud sentono da molto tempo la necessità di un dialogo e di una collaborazione ecumenica. Prima di tutto, perché voi siete un’esigua minoranza, meno del tre per cento della popolazione. Inoltre la Chiesa cattolica ha qui una lunga tradizione di iniziativa ecumenica. Il vostro primo vescovo, John England, accettò l’invito di altri cristiani di tenere discorsi nelle loro Chiese e di predicare gli insegnamenti della nostra fede. E, con il passare degli anni, voi non avete perso questo spirito ecumenico.

In particolare in tempi più recenti, voi vi siete uniti ad altri credenti cristiani per promuovere la giustizia e la verità, per favorire la reciproca comprensione e collaborazione. Questa cooperazione ha avuto particolare successo negli sforzi per migliorare le relazioni razziali fra i cittadini del vostro Stato. Vi elogio per questi meritevoli sforzi, così encomiabili e importanti.

Allo stesso tempo, non dovete mai cessare di lottare per la santità personale e per la conversione del cuore. Poiché, come ha detto il Concilio Vaticano II: “Questa conversione del cuore e questa santità della vita, insieme con le preghiere private e pubbliche per l’unità dei cristiani, si devono ritenere come l’anima di tutto il movimento ecumenico e si possono giustamente chiamare ecumenismo spirituale” (Unitatis Redintegratio, 8).

6. Cari amici in Cristo, rappresentanti di tutti i cattolici della diocesi di Charleston: vi ringrazio per essere venuti a salutarmi. Voglio assicurare la mia stima a tutti voi che formate questa Chiesa locale, disseminati nell’intero Stato della Carolina del Sud. Sappiate che il Papa ammira tutti gli sforzi che voi e i vostri antenati avete fatto per preservare la vostra fede in Gesù Cristo, per vivere questa fede e per trasmetterla ai vostri figli.

Ed ora vi chiedo di portare a casa con voi anche queste parole attribuite a Pietro, parole che spiegano bene cosa significhi credere in Cristo, il Figlio del Dio vivente. Egli ha scritto: “Voi lo amate pur senza averlo visto; e ora senza vederlo credete in lui. Perciò esultate di gioia indicibile e gloriosa, mentre conseguite la meta della vostra fede, cioè la salvezza delle anime” (1 Pt 1, 8-9).

Cari cattolici della diocesi di Charleston: non dimenticate mai che la fede in Gesù Cristo vi dona salvezza e vita eterna!

 

© Copyright 1987 -  Libreria Editrice Vaticana 

 



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