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VIAGGIO APOSTOLICO NEGLI STATI UNITI D’AMERICA E IN CANADA

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
ALLA COMUNITÀ CATTOLICA NERA DI NEW ORLEANS

Stadio «Lousiana Superdome» (New Orleans)
 Sabato, 12 settembre 1987

 

Cari fratelli e sorelle in Cristo.

1. “Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo a ogni creatura” (Mc 16, 15). Con queste parole Nostro Signore Gesù Cristo ha comandato alla Chiesa di portare il suo messaggio di vita a tutta la famiglia umana. Gli apostoli risposero per primi alla chiamata del Salvatore viaggiando in tutto il mondo allora conosciuto per partecipare a chiunque fosse disposto ad ascoltare ciò che avevano visto e udito (cf. 1 Gv 1, 3), parlando del regno di Dio e della riconciliazione in Cristo.

Oggi, quasi duemila anni dopo, la Chiesa si sforza ancora di rispondere generosamente al comando di Cristo. Il mondo che dobbiamo servire oggi è molto più grande, e coloro che desiderano ardentemente udire la parola di vita sono molto numerosi. Mentre restano vere le parole del Signore: “La messe è molta, ma gli operai sono pochi” (Mt 9, 37), ci rallegra tuttavia il fatto che lo Spirito Santo ha arricchito la Chiesa con tante mani per la messe. Vi sono degni operai in ogni angolo della terra, persone di ogni cultura desiderose di vivere il Vangelo e proclamarlo con la parola e con l’esempio.

Sono particolarmente felice d’incontrarmi con voi, responsabili cattolici neri degli Stati Uniti. La vostra principale preoccupazione come neri e come cattolici è, e dovrà continuare ad essere, che tutti i vostri fratelli e sorelle neri in America possano udire e abbracciare il Vangelo salvifico ed esaltante di Gesù Cristo. Unisco volentieri la mia voce a quelle dei vescovi dei vostro Paese che vi incoraggiano a dare priorità al grande compito di evangelizzazione, ad essere missionari dell’amore e della verità di Cristo in seno alla vostra comunità nera. A tutti i membri della comunità nera degli Stati Uniti porgo il mio saluto pieno di rispetto e di stima.

2. Cari confratelli vescovi, che condividete con me gli oneri e le gioie dell’episcopato: sono felice di vedere come l’universalità del Vangelo e la diversità culturale della vostra nazione si rispecchiano sempre più nella composizione della gerarchia americana. Anche se il vostro ministero apostolico vi sollecita a servire tutti i fedeli delle vostre rispettive diocesi - e nell’unità collegiale tutto il Corpo di Cristo - è per molti motivi giusto che i vostri fratelli e le vostre sorelle neri abbiano uno speciale diritto al vostro amore e servizio pastorale. Uniti al successore di Pietro nel Collegio episcopale, siete un segno della unità e universalità della chiesa e della sua missione. Come vescovi, è affidato a voi il compito di preservare nella sua integrità la buona novella di salvezza e di presentarla nella maniera più efficace possibile al vostro popolo, affinché possano scoprire tutti in Gesù Cristo “la via, la verità e la vita” (Gv 14, 6).

I nostri fratelli nel sacerdozio che amministrano i sacramenti nella persona di Cristo e in unione con noi, trasmettono l’insegnamento della fede e celebrano i sacri misteri di salvezza. Questo è fruttuoso per la missione della Chiesa in America che tanti sacerdoti appartenenti a differenti gruppi razziali ed etnici proclamino insieme il liberatore Vangelo di Cristo testimoniando che esso appartiene legittimamente ad ognuno.

La Chiesa degli Stati Uniti si distingue per il suo grande numero di diaconi, varie centinaia dei quali appartengono alla comunità cattolica nera. Quali araldi del Vangelo, ministri e servi di Cristo, voi fratelli carissimi, completate il triplice ministero del sacramento dell’Ordine. Siete chiamati nelle Chiese al servizio della parola del l’Eucaristia e della carità. La vostra risposta generosa è un chiaro segno della sempre maggior maturità della comunità nera, maturità che è sottolineata dai vescovi neri del vostro paese nella loro lettera pastorale dal titolo “Ciò che abbiamo visto e udito”.

Anche in quei giorni - ormai per grazia di Dio trascorsi da tempo - in cui il vostro popolo era sottoposto al terribile peso della schiavitù, persone coraggiose della comunità accolsero i consigli evangelici e si dedicarono alla vita religiosa. Portarono così una testimonianza eloquente della potenza dello Spirito Santo che compie l’opera della libertà spirituale anche nel momento dell’oppressione fisica. Religiosi neri offrono oggi una testimonianza incomparabile alla Chiesa e alla società proclamando il regno di Dio a un mondo incatenato dal consumismo, da una ricerca irragionevole del piacere e da un individualismo irresponsabile: catene dello spirito che sono ancora più distruttive delle catene della schiavitù fisica.

Sono vicino a tutta la comunità dei neri nella grande missione e responsabilità d’incoraggiare sempre più i giovani americani della loro razza a rispondere all’invito del Signore alla vita religiosa e al sacerdozio. Vi esorto a essere fedeli alla preghiera e a fare tutto il possibile per garantire che coloro che sono chiamati trovino l’appoggio e l’assistenza di cui hanno bisogno per seguire queste vocazioni e perseverare in esse.

3. L’opera di evangelizzazione della Chiesa penetra nella comunità degli uomini in maniera speciale attraverso la vita dei laici. Come già sottolineava il mio predecessore Paolo VI, “il campo proprio della loro attività evangelizzatrice è il mondo vasto e complicato della politica, della realtà sociale, dell’economia; così pure della cultura, delle scienze e delle arti, della vita internazionale, degli strumenti della comunicazione sociale” (Pauli VI, Evangelii Nuntiandi, 70). Adempiendo degnamente al vasto ambito dei loro impegni temporali, i laici danno testimonianza in maniera unica alla chiamata universale alla santità. La testimonianza delle loro vite fedeli trasmette un messaggio edificante al mondo.

Voglio esprimere il mio profondo amore e la mia stima alla comunità cattolica nera degli Stati Uniti. La sua vitalità è un segno di speranza per la società. Costituiti come siete da molti cattolici di lunga data e da molti altri che hanno recentemente abbracciato la fede, oltre che da una crescente comunità di immigrati, voi riflettete la capacità della Chiesa di raccogliere una diversità di persone unite nella fede, nella speranza e nella carità, che condividono una comunione con Cristo nello Spirito Santo. Vi esorto a tenere vivi e attivi i vostri ricchi doni culturali. Professate sempre con orgoglio davanti a tutta la Chiesa e a tutto il mondo il vostro amore per la parola di Dio; è una speciale benedizione che dovete considerare sempre come parte integrante del vostro patrimonio culturale. Aiutateci a ricordare che la libertà autentica viene dall’accettazione della verità e dal vivere la propria vita conformemente ad essa: la piena verità si trova soltanto in Cristo Gesù. Continuate a ispirarci con il vostro desiderio di perdonare - come perdonava Gesù - e con il vostro desiderio di essere riconciliati con tutto il popolo di questa nazione, anche con coloro che vorrebbero ingiustamente negarvi il pieno esercizio dei vostri diritti umani.

4. Sono certo che condividete con me una particolare preoccupazione per quella che è la comunità umana fondamentale: la famiglia. Le vostre fedeli famiglie cristiane sono fonte di consolazione di fronte alle eccezionali pressioni che vengono esercitate sulla società. Dovete riscoprire oggi lo spirito della vita familiare che rifiuta di lasciarsi distruggere di fronte anche alle peggiori oppressioni. Questo spirito può sicuramente essere rintracciato nel vostro patrimonio spirituale e culturale. L’ispirazione che traete dai grandi uomini e dalle grandi donne del vostro passato faranno vedere allora ai vostri giovani il valore di una vita familiare forte. Sappiate che il Papa resta unito alla comunità nera che prende piena coscienza della sua dignità e del suo nobile destino.

La famiglia è il primo contesto dell’evangelizzazione, il luogo dove la buona novella di Cristo viene prima accolta per essere poi trasmessa, in modi semplici ma profondi, di generazione in generazione. Nello stesso tempo le famiglie odierne traggono il loro principale sostegno dalla Chiesa per difendere i loro diritti e insegnare gli obblighi e le responsabilità che portano alla pienezza di gioia e di vita. Vi esorto dunque tutti, in particolar modo il clero e i religiosi, a lavorare per la promozione dei valori della famiglia in seno alla comunità locale. Ricordo inoltre a coloro che hanno la responsabilità di emanare e amministrare le leggi e le politiche pubbliche che i problemi sociali non sono mai risolti, ma solo acuiti, da atteggiamenti che indeboliscono o distruggono la famiglia.

5. Anche in questa nazione prospera, impegnata dai suoi padri fondatori alla dignità ed eguaglianza di tutti, la comunità nera si vede addossare una quota sproporzionata delle privazioni economiche. Troppi vostri giovani partono sfavoriti nelle loro richieste di un’istruzione qualificante e di un lavoro giustamente remunerato. La Chiesa deve continuare a unire i suoi sforzi a quelli di altri, che operano per correggere gli squilibri e le iniquità di carattere sociale. La Chiesa, anzi, non può mai tacere di fronte all’ingiustizia, dovunque questa sia chiaramente presente.

Nelle ore più difficili della vostra lotta per i diritti civili in mezzo alla discriminazione e all’oppressione, Dio stesso ha guidato i vostri passi sulla via della pace. Di fronte alla storia si eleva la risposta della non violenza, nella memoria di questa nazione, come monumento che onora la comunità nera degli Stati Uniti. Ricordando oggi coloro che, con visione cristiana, optarono per la non violenza quale unico criterio realmente efficace per garantire e salvaguardare la dignità umana, il nostro pensiero va necessariamente al rev. dottor Martin Luther King, Jr, e al ruolo provvidenziale da lui svolto nei contribuire al giusto miglioramento della condizione dei neri americani, e come conseguenza al miglioramento della stessa società americana.

Fratelli e sorelle carissimi della comunità nera, è venuta l’ora di rendere grazie a Dio per la sua azione liberatrice nella vostra storia e nelle vostre vite. Questa azione liberatrice è segno ed espressione del mistero pasquale di Cristo, che in ogni epoca è efficace perché aiuta il popolo di Dio a passare dalla schiavitù alla sua gloriosa vocazione di piena libertà cristiana. Offrendo la vostra preghiera di ringraziamento, dovete ricordarvi di occuparvi della condizione dei vostri fratelli e sorelle in altri luoghi dei mondo. Gli americani neri devono offrire la loro speciale solidarietà di amore cristiano a tutti coloro che sono schiacciati dal peso dell’oppressione, quale che sia la natura fisica o morale.

6. La Chiesa cattolica ha recato un profondo contributo alla vita di molti membri della comunità nera di questo Paese attraverso il dono dell’educazione ricevuta nelle scuole cattoliche. Grazie al meraviglioso impegno di diocesi e di parrocchie, molti di coloro che sono oggi qui presenti si sono uniti a noi al Tavolo dell’unità e della fede come risultato dell’evangelizzazione effettuata in questi istituti. Le scuole cattoliche hanno un posto di primo piano nell’opera di diffusione del Vangelo di Cristo. Sono un grande dono di Dio. Mantenete forti e attive le vostre scuole cattoliche. La loro identità cattolica e la loro testimonianza cattolica a tutti i livelli, che non conoscono compromessi, devono continuare ad arricchire le comunità nere di questa nazione.

7. Oltre alle scuole, va data priorità anche ad altri mezzi di evangelizzazione: tra di essi meritano speciale attenzione i mezzi di comunicazione sociale. I mezzi di comunicazione di massa sono anche essi un grande dono della provvidenza di Dio e dovrebbero essere pienamente utilizzati al servizio del Vangelo di nostro Signore Gesù Cristo. Possono fornire un servizio immenso ai milioni di neri desiderosi di udire la buona novella di salvezza proclamata in maniere consone al loro retaggio culturale e alle loro tradizioni.

Pur rimanendo fedele alla sua dottrina e alla sua disciplina, la Chiesa apprezza e onora tutte le culture; le rispetta nei suoi sforzi di evangelizzazione tra i vari popoli. Alla prima Pentecoste coloro che erano presenti udirono gli apostoli parlare nella loro propria lingua (cf. At 2, 4s.). Sotto la guida dello Spirito Santo, noi cerchiamo in ogni epoca di portare il Vangelo in maniera convincente e comprensibile a popoli di ogni razza, lingua e cultura. È importante rendersi conto che non esiste una Chiesa nera, o una Chiesa bianca, o una Chiesa americana; ma nell’unica Chiesa di Gesù Cristo vi è e vi deve essere una casa per neri, bianchi, americani, per ogni cultura e ogni razza. Ciò che dissi in un’altra occasione, lo ripeto volentieri adesso: “La Chiesa è cattolica . . . anche perché sa presentare in ogni contesto umano la verità rivelata, da essa custodita intatta nel suo contenuto divino, in modo tale da far incontrare, con i pensieri elevati le giuste attese di ogni uomo e di ogni popolo” (Ioannis Pauli PP. II, Slavorum Apostoli, 18).

Carissimi fratelli e sorelle; il vostro patrimonio culturale nero arricchisce la Chiesa e rende più completa la sua testimonianza di universalità. In maniera molto reale e concreta, la Chiesa ha bisogno di voi, proprio come voi avete bisogno della Chiesa, perché voi siete parte della Chiesa e la Chiesa è parte di voi. Mentre continuate a porre questo patrimonio al servizio di tutta la Chiesa per la diffusione del Vangelo, lo Spirito Santo stesso continuerà attraverso di voi la sua opera di evangelizzazione. Con cuore lieto e pieno di speranza, affido voi e tutta la comunità nera alla cura amorevole di Maria, Madre del nostro Salvatore. Possa, ella che ascoltò la parola e credette in essa, guidare la vostra vita e quella delle future generazioni di cattolici neri nel popolo di Dio che è uno, corpo mistico di Cristo che è uno. Attraverso la sua intercessione la grazia sia con tutti voi “che amate il Signore nostro Gesù Cristo con amore incorruttibile (Ef 6, 23).

 

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