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VIAGGIO APOSTOLICO NEGLI STATI UNITI D’AMERICA E IN CANADA

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI RESPONSABILI DELL'EDUCAZIONE CATTOLICA
ELEMENTARE E SECONDARIA DI NEW ORLEANS

Stadio «Lousiana Superdome» (New Orleans)
 Sabato, 12 settembre 1987

 

Cari fratelli e sorelle,

1. Rivolgo a voi tutti il mio ringraziamento per il caloroso benvenuto e rendo lode al Signore e Salvatore Gesù Cristo per avermi dato l’occasione d’incontrarmi con voi, rappresentanti delle scuole elementari e medie e responsabili dell’istruzione religiosa. La prima parola che vi rivolgo è una parola di apprezzamento e di incoraggiamento: desidero assicurarvi che apprezzo pienamente la straordinaria importanza del vostro impegno all’educazione cattolica. A voi va il mio encomio per la vostra preoccupazione della vitalità e dell’identità cattolica dei centri di educazione nei quali operate in lungo e in largo negli Stati Uniti. Vi incoraggio a perseverare nel vostro ruolo speciale in seno alla Chiesa e alla società, in uno spirito di generosa responsabilità, d’intelligente creatività e di ricerca della perfezione.

2. È un caso felice che c’incontriamo in questa storica città, punto d’incontro di culture ricche e diverse, dove, padri Cappuccini e le suore Orsoline fondarono scuole durante il periodo di gestazione di questa nazione. Vi state preparando a celebrare il 200° anniversario della firma della Costituzione degli Stati Uniti. È fuori dubbio che la garanzia di libertà religiosa, contenuta nella Dichiarazione dei diritti del cittadino, ha contribuito a rendere possibile la meravigliosa crescita dell’educazione cattolica in questo Paese.

Negli anni trascorsi è stato tentato molto ed è stato realizzato molto dai cattolici negli Stati Uniti per mettere a disposizione dei loro figli la miglior educazione possibile. È stato fatto molto specialmente per portare la ricchezza della nostra fede cattolica a bambini e adulti nella famiglia, nelle scuole e attraverso programmi d’istruzione religiosa. La presenza della Chiesa nel campo dell’educazione è resa meravigliosamente evidente nella vasta e dinamica rete di scuole e di programmi d’educazione che vanno dall’età prescolare all’età adulta. L’intera comunità ecclesiale - vescovi, religiosi e laici - la Chiesa, in tutte le sue componenti, è chiamata a valutare sempre più profondamente l’importanza di questo compito e di questa missione, e a continuare a fornire il suo appoggio pieno ed entusiasta.

3. Nella fase iniziale e poi per un lungo tempo i religiosi e le religiose assunsero le principali responsabilità organizzative e didattiche nell’educazione cattolica di questo Paese. Nella loro qualità di pionieri accolsero la sfida in maniera splendida, e continuano a farlo ancora oggi. La Chiesa e anche - ne sono convinto - la nazione sentiranno sempre di avere un debito di gratitudine nei loro confronti. L’importanza della presenza di religiosi e di comunità religiose impegnati nell’apostolato educativo non è andata scemando con il tempo. Prego dal profondo del cuore che il Signore continui a chiamare molti giovani alla vita religiosa, e che la loro testimonianza del Vangelo resti un elemento centrale nell’educazione cattolica.

4. Negli ultimi anni, migliaia di laici si sono candidati come insegnanti e amministratori nelle scuole cattoliche partecipanti a pieno titolo alla missione della Chiesa, che è quella di educare tutta la persona e di trasmettere la buona novella della salvezza in Gesù Cristo a generazioni successive di giovani americani. Anche se non “insegnano religione”, il loro servizio in una scuola o in un programma educativo cattolico è parte integrante degli sforzi incessanti della Chiesa per condurre tutti a “vivere secondo la verità della carità, cercando di crescere fino alla piena maturità di Cristo, il capo” (Ef 4, 15).

Mi rendo conto che non tutti i problemi relativi all’organizzazione, al finanziamento e all’amministrazione delle scuole cattoliche, in una società sempre più complessa quale è la nostra, sono stati risolti con soddisfazione di tutti. Ci auguriamo che tali questioni verranno regolate con giustizia ed equità. A questo riguardo è importante procedere in una prospettiva giusta. Per un educatore cattolico la Chiesa non deve essere vista semplicemente come un imprenditore. La Chiesa è il corpo di Cristo che porta avanti la missione del Redentore attraverso la storia. È nostro privilegio partecipare a questa missione, alla quale siamo chiamati per grazia di Dio e nella quale siamo impegnati insieme.

5. Consentitemi, fratelli e sorelle, di menzionare brevemente una cosa che sta particolarmente a cuore alla Chiesa. Mi riferisco ai diritti e doveri dei genitori nell’educazione dei loro figli. Il Concilio Vaticano II ha chiaramente enunciato la posizione della Chiesa: “I genitori, poiché hanno trasmesso la vita ai figli, hanno l’obbligo gravissimo di educare la prole: vanno pertanto considerati come i primi e i principali educatori di essa (Gravissimum Educationis, 3). In confronto con il ruolo educativo di tutti gli altri, il loro ruolo è di primo piano; è anche insostituibile e inalienabile. Sarebbe errato che qualcuno cercasse di usurpare questa responsabilità insostituibile (cf. Ioannis Pauli PP. II, Familiaris Consortio, 36).

I genitori non devono inoltre essere penalizzati per aver scelto per i loro figli un’educazione conforme alla loro fede. I genitori devono garantire che la loro casa sia un luogo in cui vengono vissuti valori spirituali e morali. Hanno il diritto d’insistere perché la fede dei loro figli sia rispettata e stimolata. Nella vostra qualità di educatori, voi interpretate rettamente il vostro ruolo che è quello di cooperare con i genitori nella loro principale responsabilità. I vostri sforzi per coinvolgerli nell’intero processo educativo sono lodevoli. Questo è un settore nel quale i pastori e altri sacerdoti possono dare un concreto appoggio. A costoro desidero dire: fate ogni sforzo per garantire che i programmi di istruzione religiosa e, dove possibile, le scuole parrocchiali siano una parte importante del vostro ministero; sostenete e incoraggiate gli insegnanti, gli amministratori e i genitori nel loro lavoro. Pochi sforzi sono più importanti, per il benessere presente e futuro della Chiesa e della nazione, di quelli spesi nell’opera educativa.

6. Le scuole cattoliche negli Stati Uniti hanno sempre avuto una giusta fama per il loro alto livello accademico e per il servizio che rendono alla comunità. Molto spesso accolgono in gran numero bambini e giovani di famiglie povere e sono attente alle necessità di gruppi minoritari. Le incoraggio vivamente a continuare a dare un’educazione cattolica di alto livello ai poveri di ogni razza ed etnia, anche a costo di grandi sacrifici. Siamo sicuri che questo fa parte della chiamata di Dio alla Chiesa degli Stati Uniti. Si tratta di una responsabilità che affonda le sue radici nella storia stessa dell’educazione cattolica in questo Paese.

Parlando in un’altra occasione ai vescovi degli Stati Uniti, ebbi modo di notare che la scuola cattolica “ha dato un contributo immenso alla diffusione della parola di Dio e ha consentito ai fedeli “di mettere gli affari e le attività dell’uomo in relazione con valori religiosi in una sintesi unica e viva” (Ioannis Pauli PP. II, Sapientia Christiana, 1). Nella comunità formata dalla scuola cattolica, la potenza del Vangelo ispira i modelli di pensiero, le norme di giudizio e le norme di comportamento. In quanto istituzione, la scuola cattolica va giudicata in maniera estremamente positiva se si applica il sicuro criterio: “Dai loro frutti li riconoscerete” (Mt 7, 16), e ancora: “Dai suoi frutti potrete riconoscere l’albero” (Mt 7, 20)” (Ioannis Pauli PP. II, Discorso ad un gruppo di vescovi statunitensi in visita «ad limina Apostolorum», 28 ott. 1983: Insegnamenti di Giovanni Paolo II, VI/2 [1983] 890).

A questo punto non posso tralasciare di elogiare i sacrifici finanziari dei cattolici americani nonché i notevoli contributi di benefattori singoli, di fondazioni, organizzazioni e imprese all’educazione cattolica negli Stati Uniti. Gli eroici sacrifici di generazioni di genitori cattolici per costruire e sostenere le scuole parrocchiali e diocesane non devono mai essere dimenticati. I costi sempre più alti potranno richiedere criteri nuovi, forme nuove di partecipazione finanziaria, nuovi impieghi delle risorse. Ma sono certo che tutte le persone interessate, gli “addetti ai lavori”, faranno fronte alla sfida delle scuole cattoliche con coraggio e dedizione, senza sottovalutare il valore dei sacrifici da sopportare.

7. Ma vi è un’altra sfida che si pone di fronte a tutti coloro che si occupano dell’educazione cattolica. È quella, sempre più pressante, di individuare gli obiettivi dell’educazione cattolica e applicare giusti metodi nei programmi di educazione elementare e media cattolica e d’istruzione religiosa. La sfida è questa: comprendere pienamente l’impegno educativo, valutarne correttamente i contenuti, e trasmettere l’intera verità riguardante la persona umana, creata a immagine di Dio e chiamata alla vita in Cristo attraverso lo Spirito Santo.

I contenuti dei singoli corsi nell’educazione cattolica sono importanti sia nell’insegnamento religioso, sia in tutte le altre materie che vengono a far parte dell’istruzione totale nelle persone e che preparano questa alla sua vita di lavoro e al suo destino eterno. È giusto che gli insegnanti siano continuamente sfidati e chiamati ad alti livelli professionali nella preparazione e nell’insegnamento dei propri corsi. Per quanto riguarda i contenuti dei corsi di religione, il criterio essenziale è la fedeltà al magistero della Chiesa.

Gli educatori si trovano inoltre in una ottima posizione per inculcare retti atteggiamenti etici nei giovani. Si tratta degli atteggiamenti verso le cose materiali e del loro retto uso. L’intero stile di vita degli studenti rifletterà gli atteggiamenti che essi assumeranno nei loro anni di educazione formale.

Nello svolgere questi compiti troverete orientamenti in molti documenti della Chiesa. I vostri stessi vescovi, nell’applicare l’insegnamento universale della Chiesa, hanno contribuito a indicarvi la via, particolarmente nella loro lettera pastorale dal titolo “Insegnare come fece Gesù”, e nel direttorio nazionale di catechesi. Vorrei anche ricordarvi i documenti della Santa Sede su “La scuola cattolica” e “I cattolici laici nelle scuole: testimoni della fede” Viene sottolineato in essi che è compito della scuola coltivare negli studenti le facoltà intellettuali, creative ed estetiche dell’individuo; sviluppare negli studenti la capacità di fare un retto uso del loro giudizio, della loro volontà e della loro affettività; promuovere in essi un senso dei valori; incoraggiare atteggiamenti giusti e comportamenti prudenti; introdurli al patrimonio culturale trasmesso dalle generazioni precedenti; prepararli alla loro vita di lavoro, e incoraggiare un amichevole interscambio tra studenti appartenenti a differenti culture e ambienti, che conduca a reciproca comprensione e amore.

8. Scopo ultimo di tutta l’educazione cattolica è la salvezza in Gesù Cristo. Gli educatori cattolici operano efficacemente per l’avvento del regno di Cristo; questo lavoro comporta la trasmissione chiara e completa del messaggio di salvezza, che esige la risposta di fede. Nella fede conosciamo Dio, e il mistero della sua volontà (cf. Ef 1, 9). Nella fede arriviamo a conoscere realmente noi stessi. Condividendo la nostra fede, comunichiamo una visione completa dell’intera realtà e un impegno alla verità e alla bontà. Questa visione e questo impegno ordinano le tessere del mosaico della vita secondo un modello logico. Arricchendo la vita dei vostri studenti con la pienezza del messaggio di Cristo e invitandoli ad accettare con tutto il cuore l’opera di Cristo, che è la Chiesa, voi promuovete con la massima efficacia il loro completo sviluppo umano e li aiutate a costruire una comunità di fede, di speranza e di carità.

Questo messaggio cristiano è ancora più pressante per quei giovani che vengono da famiglie divise; e che avendo un solo genitore che li incoraggia; devono affidarsi al sostegno e alla guida dei loro insegnanti nella scuola.

Nel vostro apostolato - aiutare a portare il messaggio di Cristo nella vita dei vostri studenti - tutta la Chiesa vi appoggia ed è al vostro fianco. Il Sinodo dei vescovi in particolare ha riconosciuto l’importanza del vostro compito e le difficoltà che dovete affrontare. Per queste ragioni esso chiede che vengano fatti sforzi concertati per creare un catechismo universale. Questo progetto non annullerà la grande sfida dell’esistenza di creatività nella metodologia, né diminuirà la continua necessità di un’inculturazione del Vangelo; ma aiuterà tutte le Chiese locali a presentare efficacemente e integralmente il contenuto dell’insegnamento cattolico. Nella Chiesa in America, una parte importante del capitolo veramente glorioso dell’educazione cattolica è stata costituita dalla trasmissione del messaggio di Cristo attraverso programmi di istruzione religiosa, destinati a bambini e giovani fuori delle scuole cattoliche. Anche di questo rendo grazie a Dio, ricordando tutti coloro che nel corso della storia di questa nazione hanno collaborato così generosamente in questo “impegno nella fede e in questa operosità nella carità” (1 Ts 1, 3).

9. La comunità si trova al cuore stesso di tutta l’educazione cattolica, non semplicemente come concetto da insegnare, ma come realtà da vivere. Nel suo senso cristiano più profondo, la comunità è partecipazione alla vita della santissima Trinità. I vostri studenti impareranno i comprendere e apprezzare il valore della comunità man mano che sperimentano amore, fiducia e lealtà nelle vostre scuole e nei vostri programmi educativi e imparano a trattare tutti come fratelli e sorelle creati da Dio e redenti da Cristo. Aiutateli a capire questo senso di comunità attraverso una partecipazione attiva alla vita della parrocchia e della diocesi, e specialmente ricevendo i sacramenti della Penitenza e dell’Eucaristia. Il Concilio Vaticano II include esplicitamente questo punto: imparare ad adorare Dio in spirito e in verità, come uno degli obiettivi di vita l’educazione cristiana (cf. Gravissimum Educationis, 2).

Un senso di comunità comporta apertura alla comunità più vasta. Oggi l’educazione cristiana si svolge spesso in ambienti che cambiano; richieste rispetto per le diversità culturali, amore per coloro che appartengono a differenti etnie, servizio ai bisognosi, senza discriminazioni. Aiutate i vostri studenti a vedere se stessi come membri della Chiesa universale e della comunità del mondo. Aiutateli a comprendere le implicazioni di giustizia e misericordia. Promuovete nei vostri studenti una coscienza sociale che li sproni a rispondere alle necessità del prossimo, a discernere e a sforzarsi di eliminare le cause di ingiustizia nella società. Nessuna pena o angoscia degli uomini deve lasciare indifferenti i discepoli di Gesù Cristo.

10. Il mondo non può accontentarsi semplicemente di riformatori sociali. Ha bisogno di santi. La santità non è un privilegio di pochi; è un dono offerto a tutti. La chiamata alla santità è rivolta anche a voi e ai vostri studenti. Dubitare di questo significherebbe fraintendere le intenzioni di Cristo; infatti, “a ciascuno di noi è stata data la grazia secondo la misura del dono di Cristo” (Ef 4, 7).

Fratelli e sorelle: prendete Gesù Cristo, il Maestro modello del vostro servizio, a vostra guida e sorgente di forza. Egli stesso ci ha detto: “Voi mi chiamate “Maestro” e “Signore”, e dite bene, perché lo sono” (Gv 13, 13-14). Ha insegnato con le parole e con i fatti e il suo insegnamento non può essere separato dalla sua vita e dal suo essere. Nell’esortazione apostolica sulla catechesi dicevo: “Tutta la vita del Cristo fu un insegnamento continuo: i suoi silenzi, i suoi miracoli, i suoi gesti, la sua preghiera, il suo amore per l’uomo la predilezione per i piccoli e per i poveri, l’accettazione del sacrificio totale sulla croce per la redenzione del mondo, la sua risurrezione . . . Per i cristiani il crocifisso è una delle immagini più sublimi e più popolari di Gesù docente” (Ioannis Pauli PP. II, Catechesi Tradendae, 9).

11. Amici carissimi: Gesù condivide con voi il suo magistero. Soltanto in stretta comunione con lui sarete capaci di rispondere adeguatamente. Questa è la mia speranza e la mia preghiera: che siate totalmente aperti a Cristo. Che egli vi dia un amore sempre più grande per i vostri studenti e un impegno sempre più forte nella vostra vocazione di educatori cattolici. Se continuerete ad essere fedeli a questo ministero oggi, come avete fatto nel passato, contribuirete fortemente a modellare per l’avvenire un mondo pacifico, giusto e pieno di speranza. Il vostro è un grande dono alla Chiesa, un grande dono alla vostra nazione.

 

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