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VISITA DI GIOVANNI PAOLO II
AL PRESEPE DEI NETTURBINI DI PORTA CAVALLEGGERI

Solennità dell’Epifania del Signore
Mercoledì, 6 gennaio 1988

 

Voglio salutare tutti i presenti nel nome di Gesù, nel nome di colui che nacque in Betlemme, Figlio di Dio fattosi uomo per la Vergine Maria. Questa memoria, questa realtà è per noi tanto cara.

Ringrazio cordialmente il signor sindaco per le parole rivoltemi a nome della giunta capitolina, e l’organizzatore dell’incontro, soprattutto per questo presepe dei netturbini. Devo dire che la mia prima visita qui, in questo luogo, dieci anni fa, ha portato frutti - come ha sottolineato il signor sindaco -, e ha portato frutti anche in Vaticano: ora si vede un presepe anche sulla piazza di San Pietro, proprio al centro, ma non per fare concorrenza a voi.

Approfitto di questa occasione per augurare a tutti i netturbini, ai vostri amici, ai commercianti, a tutta la cittadinanza di questo quartiere così vicino a San Pietro - soprattutto a questi cari amici che ogni anno vengono qui, ad incontrarci presso il presepe di Gesù -, auguro tutto il bene in questo anno nuovo che inizia. Ma, come ci ha suggerito specialmente il signor sindaco, noi pensiamo durante questo incontro a tutti i cittadini di Roma, ma non soltanto a loro: anche ai cittadini di tutto il mondo, specialmente quelli delle zone colpite dai diversi dolori: dalla guerra, dal terrorismo, dalla fame. Sono nostri fratelli e sorelle. Ringraziamo Gesù che ci ha insegnato ad amare tutti i nostri fratelli e sorelle, dovunque nel mondo, indipendentemente dalla stirpe, dalla cultura, dalla nazionalità, dalla razza: tutti indiscriminatamente. E preghiamo Gesù, il suo cuore, che ci ha fatto amare tutti, di insegnarci questo amore perché noi vogliamo imparare sempre più questo amore che lui ha portato nel mondo, perché il mondo ha tanto bisogno dell’amore. Vi sono, come ho detto, tanti dolori, tante ferite che non possono essere guarite con altri mezzi: solamente con i cuori pieni di amore.

Questo amore voglio augurare di cuore a tutti i presenti, perché esso è la sorgente di tutti i beni, spirituali ma non soltanto quelli spirituali, di tutti i beni umani. Vi ringrazio ancora una volta per il vostro invito e vi imparto una benedizione molto cordiale.

 

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