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PELLEGRINAGGIO APOSTOLICO IN FRANCIA

INCONTRO DI GIOVANNI PAOLO II
CON I RELIGIOSI DELL
’ALSAZIA
AL SANTUARIO DI MONT SAINTE-ODILE

Strasburgo (Francia) - Martedì, 11 ottobre 1988

 

Cari fratelli e sorelle.

1. “Ora dunque tutti noi, al cospetto di Dio, siamo qui riuniti” (At 10, 31).

È con molta gioia che vi incontro su questo monte di santa Odile, antico luogo di preghiera e di carità, sito prestigioso dell’Alsazia, che nel corso dei secoli ha visto arrivare tanti visitatori e pellegrini, colpiti dalla bellezza unica del suo grandioso panorama, e rigenerati interiormente dalla sua atmosfera spirituale tonificante.

Come non provare una forte sensazione di libertà, di apertura e di pienezza davanti a questo orizzonte immenso? Come non sentire un richiamo ad incontrare Dio nel silenzio del cuore, qui dove Odile, le grandi abbadesse che le sono succedute e tante religiose hanno fatto esperienza della sua familiare presenza? La verità e la bellezza della saggezza, esse hanno voluto proporle al maggior numero possibile, come testimonia la celebre opera di Herrade de Landsberg, l’“Hortus deliciarum”.

Rendo grazie al Signore di essere venuto oggi qui a riprendere fiato con voi e ringrazio la Provvidenza di aver messo i miei passi su quelli del mio lontano predecessore, san Leone IX, originario di questa regione, al quale fu dato di consacrare questo splendido monte.

Vi saluto cordialmente.

Vi saluto, religiose delle comunità contemplative dell’Alsazia, religiose impegnate nel mondo scolastico, nel mondo della sanità, nelle parrocchie e nelle missioni.

Vi saluto, sacerdoti diocesani o religiosi.

Vi saluto, laici adoratori che legate il giorno alla notte attraverso un’ininterrotta preghiera di quasi tre quarti di secolo.

Vi saluto, abitanti delle vicine parrocchie.

2. Il libro degli Atti degli Apostoli, di cui ci è stato appena letto un brano, ricorda gli inizi della Chiesa, con la freschezza e il dinamismo che distinguono le opere nascenti.

Anche voi, sorelle e fratelli che appartenete ad istituti religiosi, avete accolto con fervore la sequela di Cristo e, seguendo l’esempio dei protagonisti della prima evangelizzazione del mondo, continuate a fissare il vostro sguardo nella persona del Signore resuscitato, via, verità e vita per ogni uomo. Come gli apostoli Pietro e Paolo, come il diacono Filippo, annunciate Gesù e proclamate che è vivo. Lo fate con la testimonianza della vostra vita di preghiera contemplativa, con le vostre attività parrocchiali, con la vostra dedizione agli ammalati e agli handicappati, con la vostra attività di insegnanti cristiani vicino ai giovani ai quali inculcate una visione cristiana del mondo. Sotto la vostra influenza, gli adoratori che pregano giorno e notte su questo monte testimoniano anch’essi che Gesù è il Signore e che a lui appartiene la lode e la gloria.

Nel solco dell’apostolo Pietro, raccontate, a modo vostro, “ciò che è accaduto in tutta la Giudea, incominciando dalla Galilea, dopo il battesimo predicato da Giovanni; cioè come Dio consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di Nazaret” (At 10, 37-38).

Rendo grazie al Signore per la fecondità dell’opera evangelizzatrice dei figli e delle figlie dell’Alsazia, il cui raggio si estende molto al di là delle frontiere del continente europeo e a numerose diocesi ovunque nel mondo. Vi incoraggio a proseguire questa proclamazione della buona novella con la stessa serena determinazione dell’apostolo Paolo, di cui si dice nel versetto finale degli Atti: “Annunziando il Regno di Dio e insegnando le cose riguardanti Gesù Cristo, con tutta franchezza e senza impedimento” (At 28, 31).

3. Questa sicurezza totale è il dono che Cristo ha fatto alla sua Chiesa, il giorno di Pasqua, quando, manifestandosi ai discepoli riuniti nel cenacolo, dichiarò: “Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi” (Gv 20, 21).

Questa pace di Cristo, abbiamo la missione di offrirla al mondo che ne ha un insistente bisogno e che l’aspetta in particolare dalle persone consacrate. Offrite, infatti, la testimonianza di una vera vita personale che è il desiderio di ogni essere umano e diventa sempre più difficile nella società. Offrite anche la testimonianza di una vita pacificata, che attira le persone in cerca di un’esistenza ordinata, unificata e stabilizzata dalla fede. In voi si scoprono la gioia, il dono di sé, l’obbedienza, la libertà e l’arte di usare bene le cose di quaggiù, che rendono le vostre famiglie religiose altrettante piccole società in cui predomina lo Spirito del Vangelo con la pace profonda risultato della pratica delle beatitudini.

4. Questa pace interiore, dono del Cristo resuscitato, è, nello stesso tempo, una conquista che fate nel percorrere, per giungervi, le strade esigenti della castità, della povertà e dell’obbedienza. Ciò che rende “evangelici” questi modi di vivere è che voi li scegliete proprio per seguire Cristo.

La scelta da voi fatta del celibato e della castità perfetta è indissolubile dalla fede nella vita eterna. In un mondo che stenta a credere nella risurrezione dei morti, proclamate che la pienezza della vita ci è data dopo il passaggio attraverso la morte e che questa vita ne è solo il preludio. Sant’Agostino non vedeva nel celibato consacrato una specie di meditazione perpetua sulla vita eterna, mentre ancora si vive in un corpo perituro?

Noi lo constatiamo: la ricchezza attenua la sensibilità al messaggio di Cristo. Non aveva forse annunciato Gesù le difficoltà dei ricchi per entrare nel Regno dei cieli? Attraverso la voluta semplicità del vostro modo di vivere, che vi porta ad una certa rinuncia dei beni effimeri che affascinano i nostri contemporanei, ricordate il distacco necessario ad ogni cristiano al fine di poter pienamente investire nei valori evangelici dell’amore di Dio e del prossimo.

Infine, a costo della rinuncia alla propria volontà, l’obbedienza sviluppa in voi questo atteggiamento di accoglienza che permette di ascoltare mentre si va incontro a qualcuno o mentre qualcuno viene incontro a noi. Creato ad immagine e somiglianza di Dio, l’uomo sa che fare la volontà di Dio non ha nulla di frustrante, ma al contrario dà pienezza.

Prendendo il cammino dei voti, che portano alla pace pasquale, avete la consapevolezza di partecipare alla croce di Cristo, strada obbligata verso la risurrezione.

5. Alla comunità cristiana offrite modelli di vita che comportano una segreta adesione. I cristiani hanno bisogno della fedeltà dei vostri istituti per essere, essi stessi, fedeli. Hanno bisogno della vostra grande fraternità e della vostra capacità di accoglienza per restare fraterni e accoglienti a loro volta. Hanno bisogno dell’esempio del vostro amore, dentro e fuori dal vostro istituto, per sconfiggere le barriere dell’incomprensione. Hanno bisogno dell’esempio della vostra consacrazione ai valori del Regno di Dio per evitare i pericoli del materialismo pratico. Hanno bisogno della vostra prospettiva di universalità ecclesiale per rimanere aperti alla dimensione del mondo.

6. Cari fratelli e sorelle, rappresentate per la Chiesa e per il mondo delle notevoli forze viventi. Siete i testimoni della preghiera. Annunciate il Vangelo e, attraverso i sacramenti, mettete gli uomini in contatto con Dio. Sostenete il ministero del sacerdote in parrocchia. Svolgete un compito educativo, sanitario, sociale, che corrisponde così bene alla carità ecclesiale! Seguite i fedeli nella catechesi, i movimenti, le opere missionarie. Fate questo con molta disponibilità, ed è questa disposizione innata di apertura all’amore di Dio che vi rende utili. Aiutati dai voti, che scavano ancora di più dentro di voi la capacità di accoglienza, diventate sempre di più “capaces Dei”, che è la vocazione stessa dell’uomo.

7. Infine, al cuore della vostra vita c’è l’Eucaristia, adorata giorno e notte su questo monte. È essa che nutre la vostra preghiera e la vostra azione. In essa trovate la forza per la vostra vita consacrata. In essa riconoscete la rassicurazione della presenza realmente trasformatrice di Cristo risuscitato, che è con noi fino alla fine del mondo.

Gli affido di cuore, attraverso la mediazione di nostra Signora, ognuno ed ognuna di voi, così come tutte le vostre comunità, e vi benedico nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.

 

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