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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
ALLA SCUOLA CENTRALE ANTINCENDI DI ROMA

Domenica, 26 febbraio 1989

 

1. Ringrazio vivamente il signor comandante e il cappellano capo per le nobili espressioni, con le quali mi hanno accolto in questa scuola di formazione e di addestramento di tanti giovani, che desiderano dedicare le proprie energie a servizio del prossimo. Saluto tutti voi: allievi, ufficiali e sottufficiali; saluto in particolare l’onorevole Antonio Gava, ministro degli interni, e l’ordinario militare monsignor Gaetano Bonicelli, i quali, con la loro presenza, contribuiscono a rendere ancora più solenne questo incontro che vuole essere, in qualche modo, una restituzione delle visite, sempre gradite, che tutti voi mi rendete ogni anno, in Vaticano.

2. Mi ha fatto piacere ascoltare poco fa con quale animo e con quanta buona volontà voi, allievi ed ufficiali, vi impegnate ogni giorno alla futura missione, che vi attende. Vi dico subito che vi sono vicino con la stima, con l’affetto e con la preghiera in questo vostro generoso sforzo di addestramento, che vi abilita a quel servizio sociale, che è quanto mai delicato, perché destinato a salvaguardare chi è in pericolo di vita. Voi infatti vi preparate ad agire ogni qualvolta si tratta di prevenire, oppure di intervenire in casi di infortuni o di calamità che dovessero incombere sulle persone o sulle cose. Sono compiti, i vostri, che superano in estensione lo stesso termine di “Vigile del fuoco”, perché i pericoli che voi intendete scongiurare non provengono solo dal fuoco, ma anche da altre cause e circostanze. Ne abbiamo prova nelle disgrazie che sono segnalate nella cronaca quotidiana.

Ora l’ampiezza di questi vostri futuri interventi deve convincervi sempre di più delle doti di responsabilità e delle qualità di carattere e di coraggio che si richiedono per compiere in maniera esemplare tale missione; devono farvi comprendere sempre più chiaramente che la vita vale in quanto è spesa per gli ideali superiori di altruismo, di abnegazione e di amore per il bene del prossimo in difficoltà. Darete in questo modo un preciso significato alla vostra vita, attuando una chiara parola del Signore, quando dice nel Vangelo di Giovanni: “Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati” (Gv 15, 12).

3. Io prego per voi, affinché il Signore vi assista sempre, vi preservi dal male e vi sostenga nelle vostre generose fatiche. È questo l’augurio che vi rivolgo: che possiate oggi prepararvi serenamente alle responsabilità del domani, come ai doveri non meno importanti della vostra vita di famiglia, con piena consapevolezza e con sempre rinnovato entusiasmo.

Vi benedico tutti e ciascuno, con affetto!

 

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