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VIAGGIO APOSTOLICO IN MADAGASCAR, LA RÉUNION, ZAMBIA E MALAWI

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI RAPPRESENTANTI DEI MOVIMENTI LAICALI
NELLA SCUOLA «OUR LADY OF THE WISDOM»

Blantyre (Malawi) - Venerdì, 5 maggio 1989

 

Carissimi fratelli e sorelle in Cristo.

1. Avete un detto nella vostra lingua: “Dziko ndi anthu”, “sono le persone che fanno il mondo”. Lo stesso può essere detto della Chiesa: “Sono le persone che fanno la Chiesa”. Insieme ai vostri pastori, voi siete la Chiesa, oggi, qui, in questa terra d’Africa. È dunque una grande gioia per me incontrarmi con voi - i responsabili laici - nel corso di questa visita pastorale, per confermarvi nella vostra fede cattolica, per incoraggiarvi a condividere la vita e la missione della Chiesa, e per esprimere il mio apprezzamento per tutte le cose buone che avete compiute nel Malawi attraverso la generosa risposta dei laici ai doni dello Spirito Santo.

Vedo qui oggi uno spaccato dei laici del Malawi, specialmente attraverso le associazioni ed i movimenti. Sono rappresentati membri di consigli parrocchiali ed ecclesiali, membri di piccole comunità cristiane. Per tutti voi valgano le parole del Vangelo che abbiamo ascoltate un momento fa: “Voi siete il sale della terra . . . Voi siete la luce del mondo” (Mt 5, 13-14). Queste immagini si riferiscono in particolar modo a voi, laici della Chiesa di Cristo, perché è per vostro tramite che il Vangelo viene predicato ogni giorno nella quotidianità della vita sociale e familiare di cui è intessuta l’esistenza umana (cf. Lumen Gentium, 31).

Qui nel Malawi vediamo compiersi la positiva, fiduciosa visione di rinnovamento descritta dai padri del Sinodo dei Vescovi del 1987 sulla vocazione e sulla missione dei laici; vediamo una forma nuova di attiva collaborazione tra sacerdoti, religiosi e laici; una attiva e diffusa partecipazione alla liturgia, alla proclamazione della Parola di Dio e alla catechesi; una grande varietà di servizi e di compiti affidati ai laici e da essi svolti; una fioritura di gruppi, di associazioni e di movimenti spirituali, oltre ad un impegno dei laici nella vita della Chiesa; e una partecipazione più piena delle donne allo sviluppo della società (cf. Christifideles Laici, 2).

Allo stesso modo assistiamo qui nel Malawi ad un crescente desiderio da parte della Chiesa di soddisfare le proprie necessità senza fare eccessivo affidamento sull’aiuto di altre Chiese particolari. Il seme piantato e amorevolmente curato da altri ha ormai messo radici ed è pronto a dare frutti da solo, nella universale comunione della Chiesa. Anche questo è un segno di vitalità e di maturità dopo un secolo di opera missionaria svolto con dedizione da numerosi sacerdoti, religiosi e laici.

2. Cari fratelli e sorelle: so che il coinvolgimento dei laici è stato un capitolo importante della storia della Chiesa nel Malawi sin dall’inizio. Ma l’apostolato dei laici qui e in tutto il mondo ha ricevuto nuovo vigore e nuovo significato dal Concilio Vaticano II. Nello spirito del Concilio, vi esorto tutti a continuare a crescere nella conoscenza della nuova vita di grazia che è vostra grazie al Battesimo, ed a lasciare che una nuova vita trasformi i vostri pensieri, le vostre parole e le vostre azioni per la gloria di Dio e per la salvezza del mondo, affinché possiate partecipare pienamente alla vita e alla missione della Chiesa.

Cuore e anima di questa partecipazione è la chiamata universale alla santità, alla perfezione nella carità, che ha un posto centrale nell’insegnamento del Concilio (cf. Lumen Gentium, 5). La santità è la nostra vocazione. La santità è il compimento della nostra dignità di persone create ad immagine e somiglianza di Dio e redente dal sangue dell’Agnello. Sono i santi la fioritura della Chiesa e il suo più grande tesoro. Dio rinnova in ogni epoca la Chiesa “chiamando uomini e donne di straordinaria santità, testimonianza vivente del suo imperituro amore” (cf. Proef. II pro Sanctis).

La santità è frutto di una “vita nello Spirito” (cf. Gal 5): una vita che spinge il battezzato a seguire e imitare Cristo vivendo le beatitudini, prestando orecchio alla Parola di Dio, partecipando alla vita sacramentale e liturgica della Chiesa, attraverso la preghiera personale, e soprattutto mettendo in pratica il comandamento dell’amore e del servizio, specialmente ai poveri ed ai sofferenti (cf. Christifideles Laici, 16). La “vita nello Spirito” tocca ogni aspetto dell’esistenza dell’uomo, dalle pieghe più recondite della conoscenza personale alle azioni pubbliche più palesi.

3. Per la maggior parte dei laici, che sono sposati, la via alla santità passa soprattutto attraverso la famiglia, che è la “culla” dell’amore e della vita per la società. Condivido le vostre preoccupazioni riguardo ai matrimoni e alla vita familiare in Malawi: i seri problemi costituiti dai matrimoni irregolari, dal divorzio, dalle madri nubili, dalla poligamia, dalla contraccezione e dall’aborto. La sfida è di fare delle vostre case scuole di amore e di vita, e di lavorare insieme nella Chiesa e nella società per salvaguardare i valori del matrimonio e della famiglia. L’apostolato familiare, iniziato dai vostri pastori, è d’importanza vitale per il bene spirituale e il benessere sociale non solo dei cattolici ma di tutti i cittadini del vostro Paese.

Il vostro rappresentante ha già espresso le vostre preoccupazioni per la gioventù del Malawi. Ci rendiamo sempre più conto che il compito non è semplicemente di provvedere ai giovani, ma anche di sollecitare la loro partecipazione, dare loro un senso di appartenenza, impegnare il loro idealismo e la loro energia giovanile nel compito di trasformare il mondo con l’amore di Cristo. Sì, cari fratelli e sorelle, la Chiesa ha molte cose da discutere con i giovani. Purché il dialogo sia caratterizzato da cordialità, da chiarezza e da coraggio, si potrà avere un reale scambio tra generazioni a beneficio di tutti e per l’edificazione della Chiesa e della società nonostante tutti i problemi (cf. Christifideles Laici, 46).

La testimonianza cristiana nella famiglia e tra i giovani fa parte di una sfida più grande cui la Chiesa fa fronte in modi diversi in tutto il mondo. E la sfida ad evangelizzare la cultura, “convertire, in virtù della sola potenza divina del messaggio che essa proclama, la coscienza personale e insieme collettiva degli uomini, l’attività nella quale essi sono impegnati, la vita e l’ambiente concreto loro propri” (Pauli VI, Evangelii Nuntiandi, 18). Vi esorto dunque a lasciare che la parola di Cristo modelli il vostro stile di vita, come veri cristiani e veri Malawiani. Lasciate che le radici del Vangelo affondino sempre più nella vostra cultura. Perché è dentro e attraverso la cultura che la fede cristiana diventa parte della storia e artefice di storia.

4. Lungi dall’allontanarvi dal mondo, il carattere secolare della vostra vocazione vi immerge nelle sue profondità. Come laici cristiani voi avete il diritto e il dovere di partecipare alla vita pubblica - nei campi sociale, economico, giuridico, amministrativo e culturale - che servono il bene comune. Dovete testimoniare in essi i valori umani ed evangelici di libertà, giustizia, solidarietà, servizio, semplicità di vita, di amore che privilegia i poveri. Nella divina Provvidenza ogni situazione, ogni attività e responsabilità diventa un’opportunità per voi di praticare fede, speranza e carità (cf. Christifideles Laici, 42. 59). Questa sfida vale anche per il vostro lavoro quotidiano, per quanto umile o importante possa essere. Il lavoro ordinario possiede grandi valori personali e sociali. È parte della via alla santità. Il lavoro non solo vi dà la possibilità di provvedere a voi stessi ed a coloro che vi sono affidati; vi unisce anche agli altri uomini nella fratellanza e nel servizio reciproco, e vi permette di partecipare all’opera divina di creazione e di compimento del mondo. Ciò che si chiede ai lavoratori è competenza, onestà e un autentico spirito cristiano. Di fronte alla disoccupazione ed a simili problemi sociali è necessario garantire che altri partecipino alla vita sociale ed economica del vostro Paese, e godano così della loro parte dei beni di questo mondo come frutto del loro lavoro (cf. Christifideles Laici, 43).

5. Cari fratelli e sorelle: la vostra dignità e la vostra missione in quanto figli e figlie di Dio nel Malawi consistono in questo: portare le persone a Dio perché attirate dal vostro stile di vita; essere santi perché gli altri si sentano ispirati alla santità; seguire Cristo perché gli altri lo cerchino. La formazione cristiana è essenziale per questa missione. Poiché la santità è la nostra regola di vita, la nostra formazione consiste nel cercare una somiglianza sempre maggiore a Cristo. Questo è il vero traguardo della formazione spirituale e dottrinale e il motivo per coltivare le virtù e le capacità che fanno di noi testimoni più efficaci del Vangelo. La formazione è un processo permanente, di discernimento della volontà di Dio nella nostra vita, e di apertura del nostro cuore per rispondere alla vocazione affidataci. Per scoprire la volontà di Dio dobbiamo ascoltare la sua Parola e la Chiesa; dobbiamo affidarci alla preghiera e ad una solida direzione spirituale; dobbiamo riconoscere i talenti datici da Dio e applicarli nella nostra situazione concreta (cf. Christifideles Laici, 58).

Tenendo presente tutto questo, voglio ringraziare i cappellani oggi presenti e tutti coloro che sono impegnati nella formazione dei laici, per il servizio vitale che rendono alla Chiesa. Desidero menzionare in particolare i catechisti, la cui opera è così importante per la crescita della Chiesa, e tutti i Vescovi, sacerdoti, religiosi e religiose per i quali i laici del Malawi sono gioia e coronamento del loro lavoro e dei loro sforzi.

Infine, cari fratelli e sorelle, raccomando tutti voi all’intercessione di Maria, madre della Chiesa. In questa scuola dedicata a nostra Signora della Sapienza, prego per tutti i laici del mondo: “O Vergine Santissima . . . / Con te rendiamo grazie a Dio . . . / per la splendida vocazione e per la multiforme missione / dei fedeli laici . . . / riempi i loro cuori di riconoscenza e di entusiasmo / per questa vocazione e per questa missione . . . / Insegnaci a trattare la realtà del mondo / con vivo senso di responsabilità cristiana / e nella gioiosa speranza della venuta del Regno di Dio . . . / Vergine madre guidaci e sostienici / perché viviamo sempre come autentici figli e figlie / della Chiesa di tuo Figlio. / E possiamo contribuire a stabilire sulla terra / la civiltà della verità e dell’amore, / secondo il desiderio di Dio e per la sua gloria. Amen” (Christifideles Laici, 64).



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