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VISITA PASTORALE ALLA DIOCESI DI GROSSETO

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI RELIGIOSI E AI LAICI IMPEGNATI NELL
’APOSTOLATO

Grosseto - Domenica, 21 maggio 1989

 

Carissimi sacerdoti, religiosi e religiose, fedeli laici impegnati nell’apostolato!

1. L’incontro con voi rinnova nel mio spirito un sentimento di gioia e di speciale affezione, come sempre avviene quando parlo a coloro che “hanno votato la loro vita al nome del Signore Gesù Cristo” (At 15, 26).

Voi siete la porzione eletta del Popolo di Dio, che si è impegnata a testimoniare il Vangelo in questa terra della Toscana, seguendo la speciale chiamata da parte del divino Maestro, che vi ha fatti segno di un atto di particolare fiducia e vi ha scelti, come sacerdoti e consacrati, perché lo seguiate più da vicino, perché ne conosciate più profondamente la carità, la misericordia, lo zelo, e siate autorevoli testimoni della sua verità. Vi ha scelti altresì come laici, perché accogliendo l’appello a lavorare nella sua vigna, prendiate parte viva, consapevole e corresponsabile alla missione della Chiesa (cf. Christifideles Laici, 3).

2. Oggi il mio desiderio è principalmente quello di portare conforto ed incoraggiamento all’intenso lavoro pastorale che tutti voi sacerdoti diocesani, sacerdoti religiosi, fratelli e sorelle, laici svolgete qui, in un territorio che già nella sua storia e nella sua struttura dice quale intensa carità, quale impegno, quale dedizione e talvolta quale coraggio siano necessari per vivere la missione che vi spetta. Siete chiamati a lavorare insieme per i fratelli che vivono situazioni difficili e sofferte, provati dall’isolamento, dalla durezza del lavoro, e per questo maggiormente bisognosi di un messaggio di speranza, di un annuncio di liberazione, e di una parola di pace, che scaturisce dal Vangelo.

A tutti voi, quindi, il mio saluto, il mi compiacimento per le molteplici iniziative pastorali ed apostoliche, per la presenza così partecipe che con la vostra opera attuate ogni giorno nel mondo concreto della vostra gente. A voi l’augurio di speciali doni di grazia perché portando con costanza e dedizione “il peso della giornata e del caldo” (Mt 20, 12), dimostriate generosa disponibilità al lavoro nella vigna del Signore.

3. Sono lieto anche di essere qui in occasione del decimo anno di ministero pastorale del vostro Vescovo, monsignor Adelmo Tacconi, al quale porgo un cordiale ed affettuoso augurio di bene e di fruttuoso apostolato.

So che egli ha voluto proporvi, in questa circostanza, un piano di lavoro pastorale. Esso si incentra nell’invito a “camminare insieme”, per realizzare una maggiore solidarietà e collaborazione nella vostra comunità di fede.

Mi associo a questo invito e lo ripropongo a mia volta a tutti voi, in spirito di comunione con il vostro Vescovo, ben ravvisando in questo tema la prospettiva evangelica di un lavoro imperniato nella carità e nell’unità volute da Gesù Cristo (cf. Gv 17, 11).

A tutti voi qui presenti, sacerdoti, religiosi, religiose o laici, impegnati in questa Chiesa di Grosseto nell’Azione Cattolica, nelle confraternite e misericordie, nei movimenti ecclesiali o nelle organizzazioni sociali ed assistenziali rivolgo anch’io l’esortazione a “camminare insieme”, ad operare nella comunione ecclesiale, quella comunione organica che lo Spirito Santo continuamente edifica attorno a Cristo nostro capo, e che è caratterizzata dalla compresenza della diversità e della complementarietà delle vocazioni e condizioni di vita, dei ministeri, dei carismi, delle responsabilità (cf. Christifideles Laici, 20).

4. Voi conoscete bene, cari fratelli e sorelle, le peculiari condizioni culturali e sociali delle vostre popolazioni alle quali siete stati inviati; vi sono note le tradizioni di questi luoghi. La concreta e spesso dura vita della gente di Maremma vi propone e vi delinea il campo del ministero e la dimensione missionaria del vostro servizio. Esso si concretizza nella costante ricerca di incontri e di dialogo per riportare alla vera fede molti fratelli. È ovvio che spesso sentiate il grave peso di dover operare in condizioni di solitudine o di isolamento, di dover ricercare le persone là dove vivono ed operano, andando voi a loro, oltre che attendere che esse vengano a voi. Ma è proprio in questo contesto sociale che dovete valutare anche la ricchezza e l’audacia della vocazione che vi è stata donata da Cristo, È dalle difficoltà che dovete riconoscere la necessità dell’operare spiritualmente uniti, in comunione tra di voi, con iniziative concordate, essendo consapevoli che nessuno di voi è un’isola. A voi è affidato il compito di testimoniare, con segni evidenti di fraterna carità, che unica è la fede che vi ispira, unica è la prospettica pastorale, apostolica, che vi anima, unica è la ricompensa a cui, sostenuti dalla speranza, mirate!

Vi esorto, quindi, con tutte le mie forze a conservare e sviluppare i segni e le testimonianze della genuina solidarietà evangelica che vi guida e sostiene nell’apostolato. La carità, che scaturisce dalla consacrazione a Cristo maestro e pastore delle anime, è la più stupenda fonte di grazia ed è un segno vivo ed efficace della presenza dinamica dello Spirito Santo.

5. Sappiate sempre rendere conto della chiamata del Signore ad un mondo che spesso si interroga sul senso della missione che vi è stata affidata.

Tutti gli uomini, anche quelli che hanno aderito ad ideologie atee o anticristiane, o che manifestano in se stessi un regresso dei valori dello spirito, si interrogano su Dio, ne sentono il desiderio ed il bisogno, cercano una speranza. A questi uomini, talvolta dilaniati da un profondo contrasto, voi dovete dare una risposta che giustifichi i valori della trascendenza e dell’annuncio evangelico. Ovviamente, una risposta adeguata, non prefabbricata, ma dialogica, costruita partendo dall’interno delle coscienze e dagli interrogativi concreti. Una risposta incarnata nella vita e nelle professioni, nei problemi della famiglia e della comunità, una risposta avvalorata dalla personale testimonianza, affinché l’annuncio risulti credibile e realizzabile.

6. La Chiesa sviluppa il suo dialogo sulla fede incarnando il suo messaggio nel mondo; essa si fa missionaria proprio accompagnando l’uomo nella sua crescita culturale, accogliendo tutti gli interrogativi che da tale crescita scaturiscono, elaborando il suo linguaggio, affinché il messaggio sia bene accolto.

Anche voi, perciò, quali pastori e guide d’anime, quali animatori responsabili dell’attività apostolica, siete sollecitati a percorrere il medesimo cammino, e ad approfondire continuamente il vostro annuncio. Dovete preoccuparvi di rendere sempre più accessibile e comprensibile il dono dell’evangelizzazione.

La vostra riflessione sul messaggio pastorale non abbia soste, e la vostra formazione permanente si sviluppi con iniziative concrete, con premurosa ed attenta partecipazione. Tali iniziative, vere occasioni di crescita, potranno rettificare il lavoro alla luce di un vigoroso e sincero discernimento, potranno offrirvi opportune verifiche, ma soprattutto saranno efficaci momenti di incoraggiamento, di collaborazione, di conforto. Anche le barriere che talvolta si levano tra generazioni e differenti mansioni potranno essere superate in virtù di opportune occasioni di dialogo e di scambi o comunicazioni di esperienze. Confortatevi a vicenda, con affetto fraterno, riconoscendo che la mano del Signore è con voi. Porterete così alla fede un gran numero di persone (cf. At 11, 21).

Ritengo che a tale proposito siano davvero importanti le occasioni che questa Chiesa particolare, sotto la guida del suo Vescovo, vi offre, quasi stimoli suscitati in mezzo a voi dalla grazia dello Spirito Santo. Una menzione speciale va, ovviamente, alle scuole diocesane di formazione teologica, di pastorale e di preghiera. Esse provano che nella vostra diocesi ci si impegna per un cammino di fede capace di rendere conto della vostra speranza.

7. Un pensiero particolare rivolgo alle religiose, specialmente a quelle che condividono con voi sacerdoti e religiosi il lavoro dell’evangelizzazione. Esse sono preziose ed indispensabili ausiliarie dei parroci, essendo promotrici di iniziative originali nel vasto campo della scuola materna, dell’incontro con le famiglie, della catechesi, dell’assistenza agli infermi ed agli anziani. A tutte queste care sorelle va il giusto riconoscimento per l’intensa opera che compiono a vantaggio di questa Chiesa.

Vorrei che la mia visita rafforzasse in tutti l’impegno comune e fraterno di costruire in Grosseto una comunità che cresce nella fede attraverso la catechesi dei piccoli e dei grandi, che celebra con consapevolezza e convinzione la sua fede nell’Eucaristia e nei sacramenti, che accoglie con cuore aperto la Parola divina e la testimonia nell’amore verso Dio e verso i fratelli.

Con tali sentimenti imparto, insieme col vostro Vescovo, a tutti voi, alle vostre comunità parrocchiali e religiose, alle vostre famiglie e comunità di lavoro, all’intera popolazione di questa diocesi la benedizione apostolica.

Al termine del discorso il Papa rivolge ai presenti le seguenti parole.

Prima di terminare, vorrei esprimere la mia gioia per la circostanza del nostro incontro in una chiesa parrocchiale dedicata alla santa Famiglia. Ciò ci parla soprattutto della sacralità della famiglia umana elevata nella famiglia di Nazareth a uno stato soprannaturale, divino, della sua vocazione. Ma ciò ci parla anche della familiarità di tutte le comunità umane e soprattutto di tutte le comunità ecclesiali: tutte sono modellate sulla famiglia, su questa principale Chiesa domestica, di Nazareth. Esse si sviluppano non solamente dalla Croce, dal Cenacolo di Pentecoste. Esse si sviluppano anche dalla casa della Chiesa domestica di Nazareth dove Gesù ha passato tanti anni della sua vita nascosta. La mia grande gioia nasce dall’incontro nella parrocchia dedicata alla Sacra Famiglia di Nazareth. Auguro a questa nuova, crescente parrocchia tutto il bene, soprattutto spirituale, ma anche tutto quel bene che è necessario alla vita e al progresso umano in questo mondo. E una parrocchia giovane, deve crescere come cresceva Gesù nella famiglia di Nazareth. Crescere negli anni, ma anche nella grazia di Dio. Mi sia permesso da questa parrocchia in cui sono stato invitato, di augurare e trasmettere a tutte le parrocchie della diocesi di Grosseto una benedizione che voglio impartire insieme con il vostro Vescovo e con tutti i Presuli qui presenti, non solamente a voi che siete qui in questa chiesa, ma anche a tutte le comunità cristiane della vostra diocesi.

 

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