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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI PARTECIPANTI AL CAPITOLO GENERALE
DELL’ORDINE DELLA SANTISSIMA TRINITÀ

Lunedì, 29 maggio 1989

 

Carissimi fratelli dell’Ordine della Santissima Trinità!

Vi accolgo e saluto con molto piacere; durante i lavori del vostro capitolo generale, avete voluto venire in questa casa per ricevere l’approvazione e l’incoraggiamento del Papa.

Ringrazio prima di tutto il ministro generale José Gamarra per le parole che mi ha indirizzato e gli auguro ogni buon successo nell’adempimento del delicato incarico che gli è stato confermato dalla fiducia dei confratelli; lo stesso cordiale augurio rivolgo ai nuovi consiglieri, chiamati a coadiuvare il superiore maggiore nel governo dell’ordine.

1. Per ogni istituto religioso il capitolo generale, oltre che un incontro di fraternità, è sempre un importante momento di riflessione e di ricarica spirituale. Anche voi, riuniti in capitolo generale, avete avuto il vostro momento di grazia e di azione dello Spirito Santo, che vi ha guidato nella elezione dei superiori per il prossimo sessennio e nella elaborazione del programma che offre a tutti voi, ed agli affiliati spirituali dell’ordine strumenti adeguati per l’approfondimento delle esigenze e dei postulati del vostro carisma trinitario-redentivo, così da essere in condizione di rispondere sempre meglio alle attese della Chiesa e della società contemporanea.

Sono certo che dall’importante riunione sono scaturite conclusioni positive che, tradotte in decisioni concrete, costituiranno un punto di riferimento necessario e vincolante per tutti i trinitari, fino al prossimo capitolo generale. E non dubito che proprio voi sarete i primi testimoni di questa indispensabile fedeltà alle definizioni capitolari, perché il capitolo non rimanga soltanto un fatto consegnato alla storia e privo di fecondità spirituale.

2. Tuttavia, nel momento in cui state per ritornare ai vostri paesi di origine per continuare il vostro apostolato, mi sia consentito di ricordarvi che, sebbene sia cessato da tempo lo scopo iniziale dell’ordine trinitario, il quale per cinque secoli scrisse pagine gloriose nel campo della redenzione degli schiavi, non verrà mai meno la vostra specifica funzione di missionari del mistero trinitario fra le anime, purtroppo sempre soggette a divenire schiave del peccato.

Voi vi dedicate, infatti, alle varie forme di apostolato sacerdotale, sia in patria che nei paesi di missione, ma soprattutto alla promozione del culto della Santissima Trinità, verità fondamentale della Rivelazione di Cristo. Tutta l’esistenza cristiana infatti consiste nella partecipazione alla vita trinitaria di Dio: il Padre manda il Figlio a redimere l’uomo dal peccato e a santificarlo nello Spirito Santo. Inoltre la Santissima Trinità è il centro della liturgia della Chiesa come della preghiera privata dei semplici fedeli.

3. Perciò la vostra missione s’identifica con la missione stessa della Chiesa, che è quella di salvare le anime dalla schiavitù del peccato, indirizzando gli uomini alla conoscenza del Dio uno e trino e e all’osservanza della sua legge. E la vostra presenza fra gli uomini sarà tanto più efficace, in tal senso, quanto più riuscirete a far rivivere nel vostro secolo lo spirito dei vostri fondatori, san Giovanni de Mata e san Felice de Valois, i quali, nella loro eroica generosità, non si sottrassero ai sacrifici e alle austerità più grandi per portare le anime a Dio.

Per fortuna è continuata nell’ordine trinitario questa impronta di carità senza limiti, come testimoniano anche le recenti beatificazioni del giovane religioso trinitario padre Domingo Iturrate e la canonizzazione del beato Simón de Rojas che ho avuto la gioia di elevare alla gloria suprema degli altari. Una funzione così santa ed efficace deve continuare per il bene della Chiesa e per la salvezza delle anime.

Siate fieri della vostra vocazione di missionari della Santissima Trinità, inviati a richiamare gli uomini, con la parola e con l’esempio di una vita santa, alla preminenza assoluta dei valori che sgorgano dall’ineffabile mistero, che proietta nella esistenza cristiana pienezza di luce e di vita.

4. La verità della Santissima Trinità, come ho già accennato, è strettamente legata alla Rivelazione compiuta da Cristo nella sua missione redentrice: è Gesù Cristo che ci ha rivelato la unicità di Dio nelle tre Persone divine. L’esistenza del Primo Principio, Essere assoluto e Causa di tutti gli enti esistenti, può e deve essere dimostrata e raggiunta dalla ragione umana, riflettendo sui principi fondamentali che reggono e governano l’universo. Ma la conoscenza della vita trinitaria di Dio, e cioè della sua “comunione di Amore”, si può avere soltanto ascoltando ed accogliendo il messaggio di Cristo, il Verbo incarnato, il Logos venuto tra noi per parlarci di Dio come “Padre”, e per rivelarci chiaramente l’amore reciproco tra il Padre e il Figlio, da lui qualificato come “Spirito Paraclito”.

In effetti, non è possibile conoscere, amare, adorare la Santissima Trinità se non si accetta l’intera Rivelazione portata da Cristo! Di qui la necessità di una catechesi chiara, completa, convincente, formatrice delle intelligenze e delle volontà, che faccia conoscere a fondo “la Verità tutta intera” (Gv 16, 13), l’autentico significato della vita alla luce di Dio, la sua volontà sia riguardo al culto sia riguardo al comportamento morale; una catechesi collegata col Magistero perenne e infallibile della Chiesa. È necessario che l’uomo del nostro tempo riscopra Dio, non il Dio dei filosofi ma dei cristiani, il Dio vicino a noi, che abita in noi e ci ama. Ma come si potrà scoprirlo, se non vi sarà chi ne sappia annunciare l’amore misericordioso col costante impegno della testimonianza personale di fedeltà, di fervore, di carità?

Grande è la responsabilità della Chiesa intera in questa opera di evangelizzazione, e grande è perciò anche la vostra responsabilità, carissimi trinitari, specialmente in questi nostri tempi di contrasti ideologici.

Proprio qui sta la dignità del cristiano e perciò la vostra gloria e la vostra gioia: annunziare le meraviglie di Dio, che mediante la “grazia” battesimale ha preso possesso di noi, e sarà il motivo e la realtà della nostra eterna felicità nel cielo!

I vostri santi fondatori, nelle peripezie della loro vita e nei disagi nel loro ardente apostolato, sempre invocavano Maria santissima e procedevano con coraggio intrepido e indomito, perché si sentivano protetti dalla madre celeste! Sia così anche per voi! Andate avanti nel vostro ministero di verità e di carità nel nome di Maria, la Vergine totalmente donata a Dio Trinità, e annunziate l’amore del Padre, la Redenzione di Cristo, la consolazione dello Spirito Santo, la Trinità beata che ci ha creati, ci attende e ci perdona!

E vi accompagni anche la mia benedizione, che di gran cuore imparto a voi, capitolari, e che estendo a tutti i confratelli.

 

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