DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI RAPPRESENTANTI DELLE SOCIETÀ BIBLICHE UNITE
Giovedì, 26 ottobre 1989
Eminenza, cari fratelli in Cristo.
Sono lieto di ricevervi, illustri rappresentanti delle società bibliche unite, in occasione della vostra visita a Roma. Ci incontriamo nella consapevolezza che la vita in Cristo cui partecipiamo è rischiarata e sostenuta in ogni modo dalla Parola di Dio, che è potenza di Dio per la salvezza di coloro che credono (cf. Rm 1, 16). E perciò con gioia e gratitudine prendo atto dello spirito di collaborazione ecumenica che caratterizza il vostro lavoro che cerca di far conoscere e comprendere sempre di più le Sacre Scritture.
Avete concluso il vostro convegno generale a Budapest l’anno scorso con l’impegno di diffondere la Parola di Dio in tutto il mondo in uno spirito di servizio e di preghiera. Ho fiducia che le società bibliche unite e la federazione mondiale cattolica per l’apostolato biblico rafforzeranno la fraterna collaborazione che già guida i vostri sforzi. Un passo in avanti a questo riguardo è costituito dall’osservanza delle “Linee fondamentali per la Cooperazione Interconfessionale nelle Traduzioni della Bibbia”. L’anno prossimo, l’assemblea generale della federazione biblica a Bogotà sul tema: “La Bibbia nella Nuova Evangelizzazione” offrirà un’ulteriore opportunità per il vostro comune servizio alla Parola di Dio.
Secondo l’insegnamento del Concilio Vaticano II, “è necessario che la predicazione ecclesiastica come la stessa religione cristiana sia nutrita e regolata dalla Sacra Scrittura” (Dei Verbum, 21). La Sacra Scrittura alimenta la fede, rafforza l’unità ecclesiale ed è un importante elemento del nostro patrimonio spirituale comune con la stirpe di Abramo, i nostri fratelli e sorelle ebrei. Ma la Parola di Dio è anche una parte essenziale dell’eredità culturale di tutta l’umanità. Svolge un ruolo decisivo nella ricerca del Dio vivente, del significato della vita, della riconciliazione, della giustizia e della pace nelle vicende umane. Per questo, i seguaci dell’Islam, quelli che appartengono alle altre grandi religioni e perfino i non credenti ricavano un beneficio dalla conoscenza delle Sacre Scritture. Penetrare nelle Sacre Scritture vuol dire entrare nel mistero di Dio e dell’uomo. Il vostro lavoro perciò è di grande importanza e servizio per la Chiesa e l’intera famiglia umana.
Nell’annunciare il mistero dell’amore di Dio, Cristo “riconcilia a sé il mondo” (2 Cor 5, 19). Cristo crocifisso e risorto da morte, nostra pace, è il centro del messaggio di salvezza che proclamiamo. In occasione del nostro incontro di oggi, manifesto di cuore la speranza che i membri delle società bibliche unite continuino a partecipare, secondo i loro doni particolari, alla proclamazione del Vangelo che invita alla conversione di tutti gli uomini a Cristo nella “Chiesa, la quale è il suo corpo, la pienezza di colui che si realizza interamente in tutte le cose” (Ef 1, 22-23).
Le divine benedizioni di grazia e di pace siano su ciascuno di voi.
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