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VIAGGIO APOSTOLICO
A CAPO VERDE, GUINEA BISSAU, MALI, BURKINA FASO E CIAD

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
PER L’INAUGURAZIONE DEL SEMINARIO MINORE

Bissau (Guinea Bissau) - Sabato, 27 gennaio 1990

 

Monsignor Vescovo, Reverendi Padri,
Cari seminaristi della Diocesi e della Famiglia Francescana,
rappresentanti della Commissione per le Vocazioni,

1. A tutti i presenti, il mio saluto cordiale, rivolto specialmente ai Superiori ed ai professori di questo Seminario, alle giovani della Casa di Formazione femminile, al personale missionario ed a tutti gli amici di questa istituzione. Insieme a questa comunità diocesana ed al suo Pastore rendo grazie al Signore per l’opera che oggi ho il piacere di inaugurare e di benedire, e che rappresenta un’espressione della volontà di Dio resa concreta dalla Chiesa.

Infatti Dio continua a chiamare i suoi collaboratori, nell’intimo delle coscienze; e desidera che essi siano preparati alla missione, come furono preparati gli Apostoli. Quindi la Chiesa Madre e Maestra ricca di esperienza, vede nei seminari il mezzo migliore per la preparazione di coloro ai quali, un giorno, per mezzo del Vescovo ordinante, verrà riconosciuta la vocazione interiore, mediante la pubblica vocazione agli Ordini Sacri.

E voi, cari seminaristi, siete giunti a questa fase di preparazione. In questo momento siete come il piccolo Samuele: qualcuno che sta cercando di identificare, chiarire ed accettare la sublime chiamata del Signore: “Parla, perché il tuo servo ti ascolta” (1 Sam 3, 10).

2. Entrando in questo edificio ci si presentano, nell’atrio, tre iscrizioni molto significative. Le conoscete bene e dovete aver già compreso che esse racchiudono tutto un programma di preparazione per il servizio missionario nella Chiesa: “Bo bim nha tras: n’na bim fassi bòs piscaduris di pecaduris”; e poi, “Bo firmanta um utro”; ed infine, “Bo bai pa tudo mundo”.

Sono esortazioni che il Signore vi rivolge e da parte vostra c’è la responsabilità di dare una risposta ad ognuna di esse. Una risposta concreta, effettiva, generosa; aperta alle esigenze e alle necessità urgenti della popolazione della vostra terra e aperta agli insistenti appelli di tante anime che sperano nella verità di Cristo o si interrogano sul messaggio del Vangelo.

In realtà, essere sacerdote, essere missionario, significa aver ascoltato, come Pietro, l’invito a lasciare tutto e a seguire Cristo, confidando unicamente sulla sua rassicurante promessa: “Non aver timore, farò di te un pescatore di uomini”.

3. Nella preghiera e nella meditazione, nel corso di questi anni nei quali vi preparate al futuro, per servire la diffusione del Regno di Dio, tenete sempre presente questo dialogo fra Pietro e Gesù. Che vi sia nel vostro intimo il desiderio di parlare con Cristo della missione che vi attende; parlargli della scelta che state compiendo ed alla quale vi preparate, con l’atteggiamento di chi confida nella grazia del Signore; parlargli delle cose che Egli ci ha indicato nel “Padre Nostro” e nel Cenacolo, durante l’ultima cena. Abbiate un cuore aperto per consacrare la vostra vita a questa missione! E andate avanti con umiltà, consapevoli del fatto che il servizio sacerdotale è davvero esigente e che il dedicarsi al prossimo vi porterà ad affrontare situazioni complesse e difficili.

Vivete l’unione con Cristo, con fede ardente, nella preghiera, affinché possiate sempre trovare in Lui la forza necessaria per perseverare e divenire, come Lui, “uomini per il prossimo”. Egli continua ad invitare e a proporre ad ognuno di voi: “Farò di te un pescatore di uomini”.

4. “Bo firmanta um utro”. Aiutatevi l’un l’altro! Questo vuol dire: cercate di vivere la carità, nella comunione con tutta la Chiesa con la Chiesa che dà testimonianza di Cristo in Guinea Bissau, molto attenti alle sue esigenze; insieme alla Chiesa universale, della quale siete parte viva ed attiva. La vostra preparazione all’annuncio del Vangelo dipende dalla vostra adesione alla fede degli Apostoli, dalla vostra comunione, tramite la dottrina della Chiesa, con la testimonianza di coloro che hanno incontrato ed amato il Maestro.

Cercate, inoltre, sin d’ora di vivere la carità fraterna secondo gli schemi che la vita sacerdotale e la cooperazione nel ministero pastorale esigono. Questa carità deve essere la forza della vostra futura missione. Essa troverà un ottimo sostegno nella vera amicizia, ispirata all’esempio di Cristo e alla sua familiarità con gli Apostoli: “Voi siete miei amici”.

La vostra carità sacerdotale deve esprimersi, sin d’ora, in tutte le forme di aiuto reciproco e di collaborazione che troverete possibili ed opportune, secondo l’orientamento dei vostri formatori: dal sostegno spirituale al conforto nelle difficoltà fino all’aiuto concreto e materiale, quando è necessario. Siate, per la vostra carità reciproca, un riflesso della Chiesa, che si costruisce come comunità cristiana nell’unità di una sola fede, alimentata dalla Parola di Dio e dalla forza dell’unico Pane di vita, che è l’Eucaristia.

5. “Bo bai pa tudo mundo”. Andate per il mondo! Anche voi sarete inviati presso tutti gli uomini, poiché fate parte della Chiesa universale, nella sua concreta universalità, che si esprime nella vostra terra come una pluralità di uomini e di donne che appartengono a gruppi etnici differenti e hanno culti e dottrine diversi. Sarete inviati, innanzitutto, come Pastori dei fratelli nella fede presso coloro che, con coerenza, vivono il proprio battesimo, presso quelli che solo alcune volte riflettono sulla parola di Cristo e partecipano occasionalmente ai misteri che celebra l’intera Comunità. Sarete inviati inoltre presso i fratelli musulmani “che adorano l’unico Dio, vivente e sussistente, misericordioso e onnipotente, creatore del cielo e della terra” (Nostra aetate, 3): anche loro hanno bisogno di conoscere Gesù Cristo.

Sarete inviati in particolare nel campo che più si apre alla speranza della Chiesa in questa terra: presso coloro che ancora non conoscono il vero Dio, né suo Figlio Gesù Cristo, Redentore dell’uomo; ma che, in generale si mostrano sensibili alla Chiesa, rispettano ed apprezzano la sua carità e le sue iniziative di promozione umana e da lei aspettano luce: la grande luce della rivelazione che si è compiuta in Cristo.

Vivete in un ambiente missionario. Ben sapete che l’amore e la conoscenza profonda che avete di Cristo hanno risvegliato in voi il desiderio profondo di farlo conoscere e farlo amare. Continuate in questo proposito, invocate Nostra Signora, “Stella dell’Evangelizzazione”, guida e maestra del pellegrinaggio nella Fede; e, con fiducia, chiedete al Signore che invii insieme a voi molti altri lavoratori per la messe, poiché è immenso il campo che vi aspetta.

Con questi sentimenti vi imparto di tutto cuore la mia Benedizione Apostolica.

 



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