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PAROLE DI GIOVANNI PAOLO II
AL TERMINE DEL CONCERTO SINFONICO OFFERTO DALLA RAI

Sabato, 27 ottobre 1990

 

Al termine di questo significativo e interessante concerto, che abbiamo or ora ascoltato, sento il dovere di ringraziare la Radio Televisione Italiana, qui rappresentata dal presidente e dal direttore generale, nonché dai valorosi componenti dell’orchestra e del coro, che hanno voluto manifestare un cortese e delicato gesto di omaggio non solo alla mia persona, ma anche ai padri sinodali convenuti a Roma per l’VIII Assemblea Generale del Sinodo dei vescovi.

Desidero esprimere la mia personale commozione per l’intenso contenuto umano e religioso dei testi scelti per l’esecuzione di questa sera: la cantata “Un sopravvissuto a Varsavia” di Arnold Schönberg e la ben nota “Messa glagolitica” di Leos Janácek.

Il dramma umano che ispira il primo testo è a tutti noto, ma è importante sottolineare come esso giunga, proprio nella conclusione della tensione più tragica, all’espressione di una fede, fatta preghiera e impegno di alleanza per ogni uomo che riconosce nella Bibbia la parola di Dio: “Ascolta, Israele, il Signore nostro Dio . . . Queste le parole che io oggi pongo dentro il tuo cuore . . . le raccomanderai ai tuoi figli”.

Altrettanto ben accolta è stata per me l’opera di Janácek, il quale volle con questa Messa, ispirata al linguaggio antico e alle tradizioni musicali del popolo Ceco, onorare i santi Cirillo e Metodio, celebrando la fede di un popolo e di una cultura che hanno sempre ricercato nel messaggio cristiano le loro più autentiche radici.

Ringrazio il maestro Vladimir Fedoseev per l’eccellente esecuzione, e con lui ringrazio i membri dell’orchestra e del coro, per averci fatto rivivere, con vera bravura e intenso sentimento, questi momenti preziosi d’arte e di religiosità.

Diventi questa manifestazione un auspicio e un messaggio di pace per tutti, e si trasformi in un invito all’umanità a non ripetere mai più nella storia le tragedie assurde dei conflitti bellici, ma a cercare sempre nelle parole di alleanza e di fraternità, che vengono dall’eterno e misericordioso Creatore e Signore di tutti gli uomini, la serena speranza e il conforto di una fraternità alimentata dall’amore.

Mentre auguro, pertanto, che l’emozione artistica originata in noi da questo concerto possa germogliare in una meditata riflessione sul grande messaggio ricevuto, porgo il mio saluto a tutti i presenti, alle autorità religiose e civili qui convenute nonché a tutti coloro che mediante il collegamento della radio e della televisione hanno potuto unirsi a noi.

 

© Copyright 1990 - Libreria Editrice Vaticana

 


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