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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI MEMBRI DEL CONSIGLIO COMUNALE
PRIMA DI LASCIARE CASTEL GANDOLFO

Castel Gandolfo - Sabato, 21 settembre 1991

 

Signor Sindaco,
Illustri membri del Consiglio e della Giunta Comunale,
Cari fratelli e sorelle
.

1. È gradita tradizione che il Pontefice prima di lasciare Castel Gandolfo, a conclusione del soggiorno estivo, esprima in una speciale Udienza il suo riconoscente pensiero ai responsabili dell’Amministrazione pubblica e all’intera popolazione.

Vi accolgo oggi con vivo piacere, lieto di porgervi, con il saluto, le espressioni più fervide di augurio per le vostre attività e responsabilità nella vita pubblica e privata.

Ringrazio il Signor Sindaco per le cortesi parole rivoltemi, e rinnovo a lui e all’intera Giunta Comunale la gratitudine già espressa domenica scorsa durante la Liturgia celebrata in Parrocchia. Sono riconoscente nei confronti di tutti voi, per la vostra attiva collaborazione. Voi avete circondato questo mio riposo con simpatia, affetto e frequenti gesti di cortesia.

2. Mentre lascio la vostra Cittadina e mi accingo a ritornare a Roma, vorrei farvi parte delle apprensioni e preoccupazioni che porto nel cuore soprattutto per la pace in Europa. Vorrei condividere questi sentimenti con voi per invitarvi alla preghiera, anzitutto, affinché il Signore accordi la pace alle popolazioni del nostro Continente, specialmente nella vicina Jugoslavia, e faccia sì che il cammino verso l’unità delle Nazioni non sia impedito da ostacoli e difficoltà scaturite dall’egoismo e dall’incomprensione.

La pace esige, com’è ovvio, che i responsabili di ogni Stato rinuncino alla forza usata contro il diritto e il dialogo, mentre la sicurezza della pace domanda il trionfo della solidarietà sull’odio e la diffidenza.

Nella ricerca di costanti occasioni d’intesa, con paziente opera di persuasione e di confronto, si possono abbattere le remore di ogni tipo, le quali si frappongono all’avvento della giustizia e della pace.

Oso dire che per garantire la pace occorre anche una saggia visione dell’arte politica, al fine di prevenire ostilità ed offrire condizioni eque di vita e di progresso per tutti.

Tali condizioni, com’è ovvio, vanno richieste ai responsabili della vita pubblica. Ma sappiamo bene che ciò non basterebbe se la voce di Dio, che agisce nell’intimo delle coscienze, non trovasse ascolto e rispondenza nella buona volontà degli uomini. Per questo è nostro dovere chiedere al Signore costantemente che guidi i nostri passi nella via della pace, e che ci faccia comprendere ed apprezzare sempre più la parola di Cristo, e il precetto della carità. “Amerai il prossimo tuo come te stesso”, ammonisce il Vangelo, insegnandoci che l’amore consiste nel chinarsi verso il prossimo, cioè verso colui che, connazionale o straniero, soffre per l’aggressione subita e per le ferite riportate (cf. Lc 10, 25-37).

Invocando su tutti l’intercessione della Vergine, Regina della pace, vi imparto di cuore la benedizione apostolica, che volentieri estendo ai vostri collaboratori, alle vostre famiglie e a tutte le persone care.

Riconoscenza ed apprezzamento sono espressi dal Santo Padre ai Carabinieri e alle Forze di Polizia che in questi giorni hanno svolto il servizio di vigilanza all’esterno della residenza Pontificia di Castel Gandolfo. Il Santo Padre li riceve nel Salone degli Svizzeri e rivolge loro il seguente discorso.

Signori Comandanti, Cari militari dell’Arma dei Carabinieri, Agenti di Pubblica Sicurezza e della Polizia Stradale!

1. Il soggiorno nella Villa di Castel Gandolfo anche quest’anno volge ormai al termine, ed è mio vivo desiderio porgere a tutti voi un saluto ed un caloroso ringraziamento per il prezioso servizio che con discrezione, competenza ed attenta cura avete svolto durante questo periodo estivo.

La serenità e la pace, che hanno segnato le giornate della mia permanenza qui sono dovute anche alla vostra professionalità, qualificata ed efficiente. Sono dovute alla vostra opera vigile e generosa, che comporta molti sacrifici e rinunce per voi stessi e per le vostre famiglie.

2. Con tale vostra apprezzata disponibilità voi mi permettete di utilizzare la pausa estiva, che trascorro al Castello, non solo per il riposo necessario ed utile, ma pure per la meditazione e la riflessione oltre che per gli incontri e le attività legate al mio Ministero petrino. Si tratta di visite ed udienze, che hanno non di rado lo stesso ritmo rispetto a quando mi trovo nella sede abituale di Roma. E questi miei impegni comportano per voi un ulteriore dispiego di energie.

Vi sono perciò grato per la premura e l’affetto che manifestate nei confronti della mia persona. Con animo riconoscente desidero per questo esprimervi cordiale compiacimento; desidero, soprattutto, assicurarvi la mia preghiera, affinché il Signore costantemente vi protegga e vi aiuti a proseguire generosamente nel vostro servizio.

Nell’affidare tutti voi alla materna intercessione di Maria, Regina della Pace, “Virgo Fidelis”, e di San Michele Arcangelo vostro celeste Patrono, vi imparto di cuore la benedizione apostolica, che estendo alle vostre famiglie ed a tutte le persone a voi particolarmente care.

 

© Copyright 1991 - Libreria Editrice Vaticana

 



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