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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI GIOVANI DELLA COMUNITÀ DI SANT’EGIDIO

Sabato Santo, 18 aprile 1992

 

Carissimi giovani della Comunità di Sant’Egidio!

Anche quest’anno ci ritroviamo, nell’immediata vigilia della Risurrezione, per scambiarci gli auguri pasquali. In queste ore tutta la Chiesa vive in silenzioso raccoglimento l’attesa del grande Evento che ha ridato al Mondo la speranza.

recato l’annuncio della morte redentrice di Cristo e della sua risurrezione. So che sono numerosi tra voi i giovani provenienti dall’America Latina. Rivolgo ad essi un particolare saluto, che estendo anche ai rappresentanti degli altri Continenti.

A tutti auguro di poter corroborare la loro fede a contatto con le Memorie degli Apostoli e con i tanti monumenti che testimoniano, nell’Urbe, la fecondità del messaggio cristiano.

Carissimi giovani, l’incontro col Papa vi sia di stimolo nel vostro impegno di amore e di servizio alla Chiesa. Di ritorno nei rispettivi Paesi, portate ai vostri coetanei la testimonianza della vostra fede nel Cristo risorto. Dite a tutti, con la parola e con l’esempio, che la Vita ha vinto la morte e che al centro di tutte le vicende della storia umana sta Colui che dice: “Non temere! Io sono il Primo e l’Ultimo e il Vivente. Io ero morto, ma ora vivo per sempre” (Ap 1, 17-18).  

Saludo con particular afecto al grupo de jóvenes latinoamericanos. Vuestra presencia aquí es expresión de la comunión con la Iglesia de Roma por parte de las diversas Comunidades eclesiales que peregrinan en el querido Continente de la Esperanza, y que se preparan para conmemorar este año el quinto Centenario de su primera Evangelización. A vuestro regreso llevad a todos un gozoso saludo pascual junto con mi Bendición Apostólica.

 

© Copyright 1992 - Libreria Editrice Vaticana

 



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