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VISITA PASTORALE IN FRIULI-VENEZIA GIULIA

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
ALLA CITTADINANZA DI AQUILEIA

Aquileia (Gorizia) - Giovedì, 30 aprile 1992

 

Signor Sindaco,
Signor Ministro,
Onorevole Presidente della Giunta Regionale,
Cittadini di questa cara Terra!

1. “Pace a voi!” Con questo augurio del Cristo Risorto, rivolgo con gioia il mio primo, cordiale saluto a voi, qui presenti, e a tutti gli abitanti del Friuli-Venezia Giulia. Vi ringrazio sentitamente per la vostra accoglienza. In modo particolare esprimo viva gratitudine al Signor Sindaco e al Signor Ministro Carlo Bernini, Rappresentante del Governo Italiano, che si sono fatti interpreti attenti dei vostri comuni sentimenti. Saluto le Autorità Amministrative, Politiche e Militari, che hanno voluto essere presenti a questa cerimonia di benvenuto. Dirigo, poi, il mio fraterno pensiero al Pastore di questa Arcidiocesi di Gorizia, il carissimo Mons. Antonio Bommarco, ai Presuli della Regione qui intervenuti insieme col Cardinale Marco Cè, Presidente della Conferenza Episcopale Triveneta, e all’intero Popolo di Dio della Chiesa friulana e giuliana, che vive e cresce nella fede, nella speranza e nella carità.

2. Sono lieto di iniziare questa mia Visita pastorale proprio dalla storica ed illustre città di Aquileia, che conserva tuttora tracce significative dell’antica civiltà romana. Da questo piazzale, dinanzi alla celebre Basilica carica di memorie spirituali, come non ricordare che Aquileia fu principale centro della “decima regione italica” e che ebbe una singolare missione tanto per la diffusione del cristianesimo quanto per la difesa della tradizione autentica della fede? Aquileia, capitale della “Venetia et Histria”, accolse nel primo e secondo secolo i primi cristiani. Da qui si diffuse l’annuncio evangelico in queste terre e la predicazione si estese poi su di un’area vastissima, comprendente l’entroterra veneto ed istriano, la Carinzia e l’antica Dalmazia, la Slovenia e l’Ungheria. Aquileia divenne così un importante polo d’irradiazione missionaria, da cui Vescovi santi, esperti nella dottrina e nella carità, difesero strenuamente, mediante la predicazione, gli scritti, la convocazione di Sinodi, il patrimonio della verità rivelata. Le cronache ricordano come Ambrogio di Milano incoraggiò e confortò i fratelli Vescovi, radunati nella vostra Città in Concilio. Consapevoli delle radici apostoliche della Chiesa aquileiese, i Vescovi della Regione Triveneta hanno voluto recentemente tenere qui un Sinodo pastorale, al quale hanno invitato anche i Pastori delle Chiese limitrofe. Richiamandosi alle antiche tradizioni cristiane, si sono preoccupati di tracciare le linee programmatiche della nuova evangelizzazione, guardando con attenzione alle numerose sfide del tempo presente.

3. Anch’io, conscio di quest’impegno arduo ed esigente, sono venuto, oggi, per confortare e incoraggiare le vostre Comunità. Sono venuto come Vescovo di Roma e continuatore del ministero di Pietro, per confermare tutti voi nella comunione e nella fedeltà al Vangelo. Sono venuto per condividere con i Vescovi e i Presbiteri l’ansia dell’annuncio missionario, che tutti ci deve coinvolgere in un serio e articolato servizio alla causa del regno di Dio. Come in passato, quando la Chiesa aquileiese si distinse per il fervore apostolico e il dinamismo pastorale, così anche oggi occorre promuovere e difendere con coraggio la verità e l’unità della fede. È necessario proclamare il primato di Dio e della giustizia su ogni altro umano interesse, pur legittimo e positivo. Ci è richiesto di rendere conto della speranza cristiana all’uomo moderno, sopraffatto non di rado - come ha anche ricordato poco fa il Signor Sindaco - da vaste e inquietanti problematiche che pongono in crisi i fondamenti stessi del suo essere e del suo agire. Molti, oggi, ricercano con sincerità le ragioni della trascendenza, anelano a dare un senso più profondo alla loro esistenza, per non cadere in una prospettiva puramente terrestre e chiusa ai valori del soprannaturale. Occorre dar loro la possibilità di incontrare la risposta che vanno ansiosamente cercando.

4. Mi è nota la cura che, come Comunità ecclesiale, ponete nel comprendere le ragioni del cuore dell’uomo moderno e so bene che con grande apertura di spirito vi state impegnando nel servizio dei fratelli. Vi incoraggio in tale impresa che fa di voi, figli di questa antica ed illustre Chiesa, autentici apostoli della nuova evangelizzazione. Desidero con la mia presenza sostenere la vostra opera e quella delle Chiese della vostra Regione, infondere in tutti fiducia nell’intenso programma pastorale, generosamente aperto alla testimonianza della carità cristiana e sempre ispirato alla fraternità e all’unità degli uomini in Cristo. Aquileia con la sua storia e la forza delle sue tradizioni cristiane attesta costantemente che è possibile l’intesa fraterna tra i popoli. Si tratta di un’intesa e di una collaborazione che gli eventi attuali fanno sentire ancor più necessaria, particolarmente in questa vostra Regione, posta come cerniera tra l’Est e l’Ovest della parte meridionale del Continente europeo. Aquileia fin dalla sua nascita fu punto d’incontro di popoli, crocevia di Nazioni che insieme seppero convivere e crescere in modo armonioso. C’è tanto bisogno, ai nostri giorni, di rinsaldare quest’antica unità spirituale! Occorre approfondire le ragioni e studiare i modi per incontrarsi e condividere i comuni ideali, per lavorare insieme e costruire un ordine umano e civile improntato al rispetto vero di ogni persona e alla autentica solidarietà. La fede cristiana può ben contribuire alla concretezza di un tale programma, che interessa l’armonioso e integrale sviluppo dell’uomo e della società in cui egli vive. Questo è il mio auspicio, carissimi Amici, questa è la preghiera che rivolgo a Dio per tutti voi, abitanti della Regione Friuli-Venezia Giulia. Voglia il Signore accordare alle vostre città, paesi e contrade il dono dell’intesa fra popoli di origini e di lingue diverse, ma che insieme qui convivono da secoli. Queste popolazioni, anzi, dalla irradiazione missionaria della vostra Città ottennero il dono della fede e maturarono nella coscienza cristiana. La Chiesa di Aquileia, infatti, fondata sulla testimonianza dei martiri, malgrado le tremende distruzioni del quarto e quinto secolo per le invasioni barbariche, ha sempre avuto la forza di risorgere e di crescere. Cari Amici! Auspico che pari coraggio e costanza animino il vostro cammino e vi accompagnino nel costruire una società aperta agli immutabili valori del Vangelo. Città di Aquileia, terra di martiri e di santi, patria di San Valeriano, San Cromazio e del Patriarca San Paolino, non dimenticare le tue illustri tradizioni spirituali; cammina nel solco della fedeltà a Cristo nostro Salvatore e guarda fiduciosa verso l’avvenire! Ti sostenga in questo tuo impegno Maria, “Mater Dei”, a cui è dedicata la tua Basilica, prima chiesa intitolata alla “Madre di Dio”. Brilli ai tuoi occhi la verità di Cristo, figlio della Vergine Santa, propugnata e strenuamente difesa proprio qui ad Aquileia. Gesù, Redentore dell’uomo, ti aiuterà a riscoprire le radici evangeliche della tua esistenza.

Popolazione di Aquileia, e voi tutte, genti di questa amata terra del Friuli-Venezia Giulia, “aprite le porte a Cristo”!

Il Papa vi custodisce nel cuore e con grande affetto vi benedice!

 



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