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VISITA ALLA PARROCCHIA DI SAN VALENTINO

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II

Domenica, 16 febbraio 1992

 

Ai bambini 

Al suo arrivo nella parrocchia di San Valentino il Papa viene accolto dai bambini, ai quali rivolge le seguenti parole.  

Sia lodato Gesù Cristo, ecco vi saluto nel nome di Gesù di cui ha parlato così bene la vostra amica, una buona oratrice, ma soprattutto molto sincera. Ha chiesto al Papa di dire le stesse parole che Gesù diceva ai bambini, ma Gesù parlava soprattutto sui bambini, molte volte ha detto agli apostoli: “Lasciateli avvicinarsi a me” e poi li abbracciava, baciava questi bambini. E questo ci ha detto la ragazza che il Papa deve venire fra voi come veniva Gesù, ma questo è difficile, Gesù è unico, Gesù è insostituibile, d’altra parte Gesù ha voluto essere sostituito da noi, da ciascuno di noi, e specialmente da quelli che sono chiamati al suo sacerdozio, questi devono agire al posto di Gesù, in persona Christi, devono sostituirlo naturalmente con tutte le imperfezioni, con tutta la sproporzione, ma devono sostituire Gesù, così il Papa, ma così anche tutti i vescovi, i sacerdoti, e poi gli altri, i vostri genitori, i vostri insegnanti, maestri, catechiste e catechisti, tutti, ma alla fine anche ciascuno di voi deve sostituire Gesù, questa è la parrocchia di San Valentino, così profondamente divina e nello stesso tempo così profondamente umana, non si può dire, non si può presentare all’umanità un programma più completo e più semplice. Ecco, volevo anche dire una parola sul baciare, perché Gesù baciava i bambini e anche il Papa cercava di baciare parecchi di voi quando è arrivato qui, specialmente i più piccoli, e questo bacio “osculum”, è un segno dell’amore, un segno della pace e certamente viene usato come espressione di questi sentimenti, nelle diverse dimensioni, ma anche nella Chiesa: “offerte vobis pacem”, è un invito all’“osculum pacis”: deve essere sempre molto rispettato questo gesto dell’amore e della pace fra le persone. Deve essere veramente un’espressione dell’amore specialmente a riguardo dei bambini, dei giovani, un’espressione sincera, un’espressione pura, un’espressione autentica. Così alcune parole, alcuni pensieri che volevo condividere con voi che siete, come diceva il vostro parroco, la parte migliore della parrocchia. Io penso che ogni parte è buona, forse nel suo genere ogni parte è la migliore, se prendiamo anche i più anziani che ho incontrato prima entrando nella chiesa, con i capelli bianchi, allora sono diverse parti buone e migliori della parrocchia, ma voi bambini dovete essere veramente una parte buona e migliore, anzi la migliore della parrocchia perché vi preparate a incontrare Gesù in un grande “osculo” dell’amore che è la Comunione Eucaristica, Gesù entra in noi, vuol vivere nei nostri cuori, questa è l’espressione dell’amore più completa, più perfetta, Gesù ama più che è capace di amare l’uomo, che gli stessi genitori, tutti noi, dobbiamo prepararci bene a questo “osculum pacis”, a questa Comunione Eucaristica in cui Gesù vuol incominciare a vivere in noi, vivere come un preannuncio grande della vita eterna, dell’eterna unione con Dio. Ecco, così volevo dire a questi bambini una parola buona, molto cordiale, ringraziando quelli che li guidano, i catechisti, le suore che amano i bambini come le mamme e i papà. Allora attraverso voi una benedizione speciale per tutta la parrocchia che è nata e cresciuta dentro il Villaggio Olimpico.  

Al Consiglio pastorale 

Questo incontro è con il Consiglio Pastorale e con i diversi rappresentanti delle associazioni e dei movimenti. Ringraziamo il Signore per queste vocazioni, possiamo dire. Esistono diverse vocazioni, tra i laici sono tantissime vocazioni, diversi carismi, e questi si esprimono anche attraverso le finalità delle diverse associazioni, raggruppamenti, e sodalizi. Per questo ringraziamo il Signore, perché così voi volete avvicinarvi a Lui, seguire la sua persona, la sua chiamata, il suo Vangelo e metterlo nella vita personale, familiare e anche parrocchiale. Poi vi ringrazio per questo aiuto al vostro pastore, al vostro parroco, con il vostro consiglio. Sono molti i consigli e ciascuno ha il dono dello Spirito Santo, il dono del consiglio. Sono molti i consigli che poi contribuiscono ad un consiglio funzionale, possiamo dire, pastorale. Pastorale vuol dire riflettere su come seguire meglio Gesù Pastore, in questa parte di Roma, in questa porzione del popolo di Dio in questa città, come seguire meglio, come essere meglio pastori, specialmente questo compito appartiene al vostro parroco, secondo la sua speciale vocazione, ma appartiene in qualche senso analogo anche a tutti i cristiani, a tutti voi. Ringraziamo il Signore per questa chiamata al Consiglio Pastorale, e preghiamolo di essere buoni collaboratori di Lui che è unico Buon Pastore di tutta l’umanità, unico Buon Pastore.

Vi ringrazio ancora una volta per questo incontro, vi offro una benedizione per le vostre persone e per le vostre famiglie per i diversi ambienti da cui venite e in cui cercate anche di vivere e di portare la Parola di Dio, e un esempio di vita cristiana. Dice il vostro parroco che ci sono molti anziani in questa parrocchia. Gli anziani sono quelli, e lo dico per esperienza personale, sono invitati dal Signore ad essere più giovani. È vero. Ci sono diverse forme di giovinezza. Ci sono anche le forme riservate agli anni posteriori. Io non lo sento, ma parlo per me.  

Ai giovani 

Quando siamo entrati in questo ambiente il vostro parroco mi ha detto: “Attenzione perché la porta è troppo bassa, sembra di entrare nelle catacombe”. Catacombe è una parola che porta un grande significato, un grande peso nella storia della fede, della carità, del martirio, qui a Roma e altrove, in Italia, fuori Italia, in Africa: le catacombe. E nello stesso momento mi è venuto in mente che siamo nel Villaggio Olimpico che vuol dire gli atleti impegnati nei diversi campi sportivi, i protagonisti della cultura sportiva, della cultura del corpo, ma non solamente il corpo è l’espressione corporale della persona umana. Penso che questi cristiani delle catacombe possono essere paragonati certamente agli atleti e così diceva San Paolo nella sua Lettera ai Corinzi di cui ho parlato in chiesa nell’omelia. Questi sono gli atleti dello Spirito che hanno dato un’espressione piena della persona umana nella dimensione spirituale, anzi nella dimensione cristiana che vuol dire soprannaturale. È una sfida e voi che vivete qui nella parrocchia di San Valentino, anche lui martire, vivete qui in questo Villaggio Olimpico, voi dovete pensare ad una sfida non solamente quella che fanno solamente i grandi sportivi, ma la sfida che ci danno i martiri ed i santi, nelle diverse epoche, anche nell’epoca nostra, perché il nostro secolo non è privo di santi, ci sono tanti santi, santi giovani alcuni già beatificati e canonizzati, ma è importante che sono santi. Allora a noi oggi ci viene indicata questa sfida. Questo volevo dirvi soprattutto.

Voglio salutarvi e ringraziarvi perché avete fatto una parte importante della Celebrazione eucaristica, con la vostra presenza, con le vostre caratteristiche. Ecco saluto i “lupetti”, le “coccinelle”, tutti gli altri, saluto quelli che si preparano alla Cresima, quelli che sono nel tempo post-cresimale, saluto soprattutto i cantanti e le cantanti, il coro che ci ha accompagnato e ha sollecitato le nostre preghiere. Sappiamo che Sant’Agostino ha detto che chi canta prega due volte, però non dovete pensare che avete partecipato due volte alla Messa e che per domenica prossima siete liberi, questo no! Dovete continuare partecipando alla sacra Eucaristia con il canto e accompagnare i cuori, gli spiriti, che qualche volta sono anche un po’ abbattuti, depressi, ma bisogna sollevarli con il canto. Chi canta prega due volte.

Che il Signore benedica tutti voi giovani della parrocchia, di tutte le diverse fasce di età, cominciando dalle elementari e poi la scuola media, le scuole superiori e l’università, fino a questi giovani di età più avanzata, come me per esempio, ma dobbiamo mantenerci tutti giovani grazie a voi giovani.

 

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