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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI PELLEGRINI DELLA DIOCESI DI SUSA

Giovedì, 26 marzo 1992

 

1. La vostra presenza, carissimi Fratelli e Sorelle, risveglia in me il ricordo della visita nella Diocesi di Susa, quando il 14 luglio dello scorso anno ebbi la gioia di celebrare l’Eucaristia e proclamare Beato il Vescovo Monsignor Edoardo Giuseppe Rosaz, incontrare i giovani all’Arena romana e benedire la diocesi e la valle dall’alto della Sacra di San Michele.

Rimangono in me, insieme alla gratitudine e all’apprezzamento per l’intensità dell’incontro e per l’accoglienza cordiale che mi avete riservato, le stupende immagini della preghiera corale in Piazza Savoia, bruciata dal sole e sferzata dal vento, trasformata quella mattina in una cattedrale all’aperto; lo spettacolo superbo delle montagne imbiancate di neve e del verde della Valsusa; l’ammirazione e la nostalgia per la vetta del Rocciamelone da dove la Vergine, che voi venerate come Madre e Regina, guarda all’Italia.

Vi ringrazio, dunque, per l’odierna visita, e saluto fraternamente innanzitutto il Vescovo, Monsignor Vittorio Bernardetto, a cui sono grato per le nobili espressioni che mi ha testé rivolto a vostro nome. Il mio pensiero si dirige, poi, al venerando Vescovo emerito di Susa, Monsignor Giuseppe Garneri, che so presente tra noi con l’affetto e la preghiera. Saluto Monsignor Angelo Prinetto, Vescovo Canonico Vaticano, originario della vostra terra. Saluto i sacerdoti, dei quali conosco l’attività ed il fervore pastorale, i religiosi e le religiose, in particolare le Figlie del Beato Monsignor Rosaz, e quanti in diocesi si prodigano al servizio del Vangelo. A ciascuno di voi, cari pellegrini, a voi membri delle comunità parrocchiali, dei vari movimenti ed associazioni ecclesiali, e ai familiari che portate nel cuore, un abbraccio cordiale nel Signore.

Rivolgo con deferenza il mio pensiero anche alle Autorità civili ed amministrative che si sono volute associare a questo pellegrinaggio: per le loro Persone, per l’alto ufficio loro affidato, invoco dal Padre di ogni bene doni copiosi di serena prosperità e di autentico progresso.

2. Quest’anno, la città di Susa e la sua Valle ricordano il bimillenario dell’Arco di Augusto, edificato nell’8 avanti Cristo per suggellare l’alleanza tra Cozio, Re delle Alpi, ed Augusto, fondatore dell’Impero Romano. Dal Chronicon Novaliciense (II, 18: Fonti della Storia d’Italia, “Monumenta Novaliciensa”, ed. Cipolla, vol. II, Roma 1901) sappiamo che, ancora nel Medioevo, attraverso il fornice di quest’arco transitava una delle principali vie di comunicazione tra l’Italia e l’Europa. Per quella strada, dunque, passarono i primi evangelizzatori che da Roma e dalla penisola si recavano sulle Alpi e nelle Gallie.

La commemorazione di tale giubileo costituisce sicuramente per la vostra Comunità diocesana un’opportuna occasione per riflettere sul cammino dell’evangelizzazione percorso sino ad oggi e sui nuovi traguardi missionari che vi attendono.

Eredi di una lunga tradizione di evangelizzatori provenienti dagli antichi Monasteri della Novalesa, di san Michele e di san Giusto, voi siete chiamati a proseguire su questa stessa strada, compiendo uno sforzo generoso per annunciare il Vangelo ai vostri concittadini e testimoniarne la vitalità con le opere.

Gli uomini e le donne del nostro tempo hanno bisogno di incontrare Gesù Cristo: è lui la strada che conduce al Padre; è lui il Vangelo della speranza e dell’amore che rende capaci di spingersi fino al dono di sé. Ecco, carissimi Fratelli e Sorelle, la vostra missione, che è ad un tempo responsabilità ed onore, dovere e gioia, eredità di salvezza e dono da condividere. Essa richiede generosa disponibilità, rinuncia di sé e abbandono fiducioso alla volontà divina. Siate pronti a rispondere con coraggio all’appello del Redentore, ciascuno secondo il proprio peculiare carisma.

3. Vorrei in particolare esortare voi, cari giovani, che ricordo con affetto come “i giovani dell’Arena”. Mi rivolgo ai vari Movimenti apostolici giovanili, penso soprattutto all’Azione Cattolica e all’Agesci. Preparatevi seriamente, grazie anche alla scuola per operatori pastorali, ad essere “apostoli” dei vostri stessi coetanei. Radicate quest’impegno evangelico nella preghiera, nell’ascolto di Dio, nell’amore al sacrificio e in una pratica sacramentale seria e fedele. Come ebbi a dire all’Arena, “Cristo ha bisogno di voi! E la famiglia dei credenti attende la vostra collaborazione per recare al mondo il messaggio della salvezza e dell’Amore che non perisce”.

Voi, cari Sacerdoti, rappresentate qui l’intero presbiterio valsusino, impegnato nella ricerca di vie nuove per l’evangelizzazione e nello sforzo costante di rendere le parrocchie, grazie anche al contributo determinante dei Consigli Pastorali, autentici luoghi di irradiazione della presenza salvifica e liberante di Cristo Signore. Siate uniti al vostro Pastore e crescete nella comunione fraterna, gareggiando “nello stimarvi a vicenda” (Rm 12, 10).

4. Ricorre il 3 maggio prossimo il 90° anniversario della morte del Beato Rosaz, e per tale giubileo il Vescovo vi ha chiesto di dar vita in ogni parrocchia alla Commissione Caritas, perché sia reso visibile a tutti il “Vangelo della carità”, movente interiore dell’intera attività del vostro Beato, il quale, con semplicità e tenacia montanara, ha saputo amare e servire la Chiesa ed il prossimo con gli stessi sentimenti di Cristo.

Non mancano, certo, anche tra di voi i poveri, gli infermi, gli anziani, gli emarginati, gli emigrati: attraverso di loro Dio bussa alla porta del vostro cuore. Alla scuola di Monsignor Edoardo Giuseppe Rosaz, imparate a servirli, offrendo loro la testimonianza dell’amore misericordioso del Padre celeste.

L’odierno incontro s’inserisce nell’itinerario quaresimale verso la Pasqua. Vi auguro di proseguire alacremente su questo cammino di conversione e di rinnovamento interiore, sostenuti dalla protezione della Madonna di Rocciamelone e del Beato Monsignor Rosaz.

Facendo ritorno alle vostre case, recate a quanti incontrerete il mio saluto, e dite loro che il Papa li ricorda nella preghiera e li porta nel cuore.

Con affetto vi benedico.

 

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