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VISITA PASTORALE IN FRIULI-VENEZIA GIULIA

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
ALLE MONACHE BENEDETTINE DEL MONASTERO DI SAN CIPRIANO

Trieste - Sabato, 2 maggio 1992

 

Carissime sorelle, figlie di San Benedetto e di Santa Scolastica, grazie per la vostra ospitalità.

Per esprimere cosa sia la vostra vocazione, che cosa sia questo Monastero benedettino qui, a Trieste, si deve tornare alle parole di Gesù nella sua conversazione notturna con Nicodemo: “Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio Unigenito”.

Questa volontà salvifica di Dio, questo amore di Dio, questa donazione di Dio nel suo Figlio, spiega tutto il Cristianesimo, spiega la Chiesa, spiega la nostra consacrazione battesimale, spiega pure la nostra consacrazione claustrale, religiosa: i tre voti. Tutto questo è per corrispondere alla volontà di Dio che ha tanto amato il mondo.

Sappiamo dallo stesso San Giovanni che questo mondo non ha accettato Cristo. Questo mondo lo ha odiato, lo ha crocifisso, così ha scritto San Giovanni. Ma questo odio del mondo, come anche l’indifferenza del mondo, l’assenza intenzionale di Dio in questo mondo, non possono eliminare la volontà salvifica di Dio, perché l’amore è sempre più forte di ogni odio, di ogni dolore, di ogni peccato, di ogni limitazione umana, terrena, di ogni limitazione di questo mondo.

Ecco, meditando su questi numerosi elementi evangelici troverete sempre la risposta sull’essenziale della vostra vita. Siete qui, e dovete essere qui, in questa città di confine, un’isola dove si manifesta chiaramente che Dio ha amato il mondo, che Dio ama il mondo e che questo amore in Gesù Cristo è sempre più forte, sempre determinante, sempre decisivo e ultimo.

E così si verifica anche quello che Gesù ha detto ai suoi Apostoli: “Se hanno odiato me, odieranno anche voi. Se ascolteranno me, ascolteranno anche voi”. È il grande paradosso del Vangelo, della Chiesa e della sua storia, attraverso i secoli, e anche in questo scorcio del secolo ventesimo dopo la venuta di Cristo.

Carissime Sorelle, vi benedico, mi raccomando alla vostra preghiera, alla vostra consacrazione claustrale, religiosa, ai vostri sacrifici.

Raccomando e affido la Chiesa in Trieste, affido la Chiesa dappertutto, specialmente là dove soffre, dove viene perseguitata, dove soffre a causa degli uomini e con gli uomini, con le Nazioni e con i Popoli, anche qui vicino, molto vicino.

Voglio offrirvi una benedizione, raccomandando anche la mia povera persona e la mia importantissima missione nel mondo: “servi inutiles sumus”.

 



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