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VISITA ALLA PARROCCHIA DI SANTA MARIA IMMACOLATA DI LOURDES

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II

Domenica, 8 novembre 1992

 

Ai bambini 

Il primo incontro di Giovanni Paolo II con la comunità parrocchiale di Santa Maria Immacolata di Lourdes a via Boccea è, come di consueto, quello con i bambini, nel teatro della scuola elementare e media delle suore di Nostra Signora di Lourdes. Al breve saluto pronunciato da una bambina, a nome degli altri 300 piccoli presenti, il Santo Padre risponde con le seguenti parole.

“Sia lodato Gesù Cristo, cordialmente saluto tutti i presenti, cominciando dai più piccoli e poi attraverso quelli che frequentano la scuola elementare e media fino ai genitori, agli educatori, alle educatrici, ai vostri pastori in questa parrocchia. Vorrei farvi una domanda: io non so come si chiama questa cosa che voi avete nelle mani. “Pon-pon”? Poiché devo imparare qualche cosa da voi, allora ho pensato di chiedere come si chiama questa cosa che avete nelle mani: “pon-pon”. Ma io vorrei domandarvi ancora: nei vostri cuori che cosa avete? Nelle vostre mani avete i “pon-pon”, e nel cuore? Ci sono diverse risposte, ma non si sente cosa avete. Gesù! Bene, allora non si deve dire che cosa avete, ma chi avete nel cuore. Avete Gesù perché Gesù dice “io sono con voi”, anzi, di più, dice che viene ad abitare in noi, con suo Padre. Allora voi avete Gesù nei vostri cuori, avete Gesù figlio di Dio con suo Padre. Avete la Santissima Trinità, avete la grazia di Dio, siete stati battezzati nel nome della Santissima Trinità e così diventate partecipi della grazia santificante, della vita di Dio. Avete risposto bene, nei nostri cuori abbiamo Gesù. E per me è una gioia che voi avete Gesù nei vostri cuori, perché sono venuto qui nella vostra comunità, nella parrocchia, sono venuto nel nome di Gesù e per fare la sua missione. Vi vedo tutti riuniti, bambini, ragazzi, ragazze, i vostri genitori, le vostre educatrici suore, i sacerdoti. Vi vedo tutti riuniti intorno a Gesù perché Lui ci unisce, Lui fa di noi una comunità sua. Questa comunità sua, di Gesù, dove Lui è al centro, come si chiama? La Chiesa! Bene, si vede che i piccoli hanno una grande sapienza, sapienza del cuore e anche sapienza dell’intelletto. Io sono molto contento di questo incontro, delle vostre risposte, di quello che mi avete insegnato e che io ho imparato. Adesso saprò bene che questo si chiama “pon-pon”.

E ancora un’altra domanda, l’ultima. Da quale parte io sono entrato in questa stanza? Da destra. Ecco, da qualche parte devo uscire? Da sinistra. Perché devo fare così? Perché il Papa deve essere giusto. Se ha salutato una parte, questi bambini, queste mamme, queste suore, deve adesso salutare quell’altra parte. E così tutto sarà in ordine.

Posso dire che la Madonna Immacolata di Lourdes mi ha bene introdotto in questa parrocchia attraverso i più giovani”.

Al Consiglio pastorale

Al termine della Celebrazione eucaristica, il Papa saluta i 30 componenti del Consiglio pastorale parrocchiale. L’incontro è aperto dall’indirizzo di omaggio rivolto al Santo Padre da un rappresentante del Consiglio. Questo il discorso del Papa.

“Ha detto il vostro rappresentante che avete aspettato questa visita del Papa. Eccomi! E cosa vorrei dirvi? Voglio dirvi che sono il vostro coetaneo. Coetaneo vuol dire che la nostra età è uguale: 14 anni. Allora devo ringraziare la Provvidenza per questi 14 anni che ci hanno unito in modo speciale, questi 14 anni del Vescovo di Roma, questi 14 anni della parrocchia di Roma. Si deve augurare in questa circostanza anche “plurimos annos”, però si può fare col coraggio della parola. Per la persona del Papa lasciamo che la Provvidenza decida, e auguriamo tanto quanto, niente di più. L’unica consolazione è che gli anni si contano non solamente quantitativamente, secondo il numero, ma anche qualitativamente. Così anche pochi anni possono essere anni densi, anni pieni. È quello che si può augurare anche al Papa.

Allora per la vostra parrocchia, per la comunità parrocchiale, auguro “plurimos annos”, in senso quantitativo e anche qualitativo.

Ringrazio tutti i presenti per il contributo che danno alla comunità, alla vita di questa parrocchia, all’apostolato di questa parrocchia. Ogni parrocchia, e tutta la Chiesa, è un insieme dell’apostolato di tutti, dei laici, dell’apostolato dei Pastori, dei sacerdoti, dei Vescovi. Ringrazio tutti per questo contributo proprio che date alla vostra comunità. E poi alle vostre famiglie un augurio e una benedizione”.

Alle religiose dell’Immacolata Concezione di Nostra Signora di Lourdes

Il Santo Padre incontra poi le religiose di 7 diverse Congregazioni che collaborano con la parrocchia: le Figlie della Carità di San Vincenzo de’ Paoli, le suore di San Giovanni Battista, le sorelle della Misericordia di Verona, le suore del Santissimo Sacramento, le suore Missionarie crociate della Chiesa, le suore della Piccola Famiglia dell’Annunziata, le suore dell’Immacolata Concezione di Nostra Signora di Lourdes. Queste le parole del Papa alle religiose.

Mi viene in mente questo brano del Vangelo dove si dice che una donna che si chiamava Marta ha invitato Gesù nella sua casa. Mi viene questo brano perché la situazione di questa parrocchia è appunto analoga perché una donna che si chiama suora dell’Immacolata Concezione di Nostra Signora di Lourdes ha invitato Gesù nella sua casa. È andata così? E rimanga in voi sempre il carisma di Marta insieme con il carisma di Maria. In tutte voi.

Ai giovani della Parrocchia “Santa Maria Immacolata di Lourdes”

L’ultimo incontro della visita pastorale è quello con i giovani. Due ragazze rivolgono, a nome di tutti i presenti, l’indirizzo di saluto al Papa. Ai giovani il Papa rivolge il seguente discorso.

Saluto tutti i presenti, i giovani di questa parrocchia, e quelli che si distinguono con i cartelli che sono del “Gam”. Cosa vuol dire “Gam”? Lo sappiamo. Gam vuol dire che noi amiamo il Padre e giustamente avete cantato all’inizio “Abbà Padre”. Noi abbiamo il Padre. Questa è la verità fondamentale, tutti abbiamo il Padre, tutti voi avete il Padre, tutti gli uomini e tutti i giovani hanno il Padre.

Ringrazio la Madonna, la Madre di Cristo, perché lei ci avvicina sempre al Padre nel suo Figlio. Cristo ci avvicina, ma lei, la sua Madre, fa ancora più spiritualmente presente il Padre nel suo Figlio Gesù.

Ringrazio la Madonna, la Madre di Cristo, per quella grande convocazione dei giovani l’anno scorso a Czestochowa, a Jasna Gora, dove si è cantato e dove è rimasto questo canto “Abbà Padre”. Auguro a quel nuovo posto nel mondo dove i giovani si danno appuntamento, negli Stati Uniti d’America, a Denver, in Colorado, tra le montagne, che sia fruttuosa anche questa circostanza futura.

Avere il Padre, conoscere il Padre, amare il Padre. E se posso fare ancora un voto, un augurio, lo faccio a quelli che forse non sono qui presenti, a quelli di questa parrocchia, e di ogni parte del mondo, che pensano di non avere il Padre. Non cercano di prendere contatto con Lui, non cercano di ripetere queste parole: “Abbà Padre”, parole centrali, principali, parole chiave che ci ha insegnato Gesù.

Noi giovani, dico noi benché io non sia giovane, auguriamo a tutti i giovani di Roma e del mondo di riscoprire il Padre, “Abbà Padre”. Preghiamo per questo anche la Madonna di Lourdes che è la Patrona della vostra parrocchia.

Sia lodato Gesù Cristo.

 

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