VISITA ALLA PARROCCHIA DELLA TRASFIGURAZIONE DI GESÙ
DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
Domenica, 7 marzo 1993
Ai bambini della parrocchia
Vi saluto nel nome di Gesù Cristo.
È nel suo nome che siamo qui radunati. Saluto tutti i presenti cominciando dai più piccoli, perché qui si tratta della parrocchia più piccola, più giovane e anche più aperta al futuro. Il futuro siete voi, ma, grazie a Dio, sono anche con voi i vostri genitori, i vostri insegnanti, i catechisti. Oggi celebriamo la Trasfigurazione di Gesù. A questo mistero è dedicata la vostra parrocchia. Si tratta di un mistero molto vissuto dalla Chiesa e in special modo dalla Chiesa d’Oriente. È la rivelazione di Gesù. In primo luogo voglio ringraziare il vostro collega, il vostro amico che ha parlato; ho ascoltato quanto ha detto con molto piacere. Ha quasi fatto una predica a tutti noi. Ringrazio anche la vostra compagna che mi ha recato i doni in vostro nome. Grazie dei doni e di tutto.
È caratteristico che Gesù ha preso con sé in questa montagna, il Tabor, gli Apostoli Pietro, Giacomo e Giovanni. Al termine della sua missione Gesù dirà a tutti gli Apostoli di andare in tutto il mondo e di predicare il Vangelo a tutte le nazioni. Sono le parole ultime che Gesù ha lasciato agli Apostoli e a tutta la Chiesa. Quando sono entrato qui ed ho visto tanti ragazzi, ragazze e giovani e anche tanti genitori, catechisti e suore, e i sacerdoti naturalmente, ho pensato a queste parole.
Gesù ha trasmesso ai suoi Apostoli il suo mistero. Questo mistero compie tutta la realtà di Dio Uno e Trino, la nostra salvezza e la nostra redenzione. E poi ci offre anche un grande messaggio sulla persona umana, sull’uomo, su ciascuno di noi. Gesù ci ha lasciato dentro l’esperienza suprema della sua presenza, del suo Vangelo, dei suoi miracoli e soprattutto dentro l’esperienza della sua Croce e della sua Risurrezione. È stupendo che tutto questo Gesù abbia lasciato ai Dodici, semplici pescatori, ma aveva grande fiducia nella forza di questo mistero rivelato. È la forza dello Spirito Santo che doveva accompagnare questi Apostoli e la Chiesa di generazione in generazione.
Direi che Gesù aveva grande fiducia in voi, nella nostra generazione, nella Chiesa di Roma, in noi tutti: il Cardinale Vicario, Mons. Vescovo del vostro Settore, suore, catechisti, catechiste, insegnanti. Voi tutti siete destinatari di questa Parola: voi tutti avete ben capito che queste parole si riferiscono a noi tutti. Voi siete in questa parrocchia insieme al vostro parroco e gli altri sacerdoti, ma siete nello stesso tempo nostri collaboratori, miei collaboratori. Vi ringrazio per questa trasmissione della fede. Oggi sentitevi anche voi partecipi come Pietro, Giacomo e Giovanni di questa Trasfigurazione: mistero stupendo della vita e della missione messianica di Gesù. Sentitevi partecipi come gli Apostoli e cercate con la stessa fede e con la stessa forza dello Spirito Santo di trasmettere questa fede alle nuove generazioni, ai vostri figli, ai vostri nipotini. I giovani, i ragazzi e le ragazze non si sentono solamente osservatori, come quelli che ricevono una cosa ma si sentono già destinati ad essere anche loro quelli che trasmetteranno questa fede, questo Vangelo, questo messaggio divino, questa realtà Gesù Cristo e il suo mistero. Trasmetteranno agli altri, ai futuri, e si preparano a questo. Questo clima, questa atmosfera è giusta. Così deve essere un ambiente catechistico in ogni parrocchia. Mi congratulo con la vostra parrocchia. Qui il mistero della Trasfigurazione è ben vissuto specialmente in questo ambiente di ragazzi così importante per il futuro di questa comunità. La Trasfigurazione di Gesù è un mistero, ma certamente attraverso questo mistero il Padre celeste che dice a Gesù: “Ecco il mio Figlio prediletto” già mostra quasi attraverso la Croce che è vicina la Pasqua di Risurrezione. Ed il futuro che deve emergere da questa Pasqua, da questa Risurrezione, da questo mistero pasquale è un futuro di trasfigurazione. La missione della Chiesa è la trasfigurazione del mondo, dell’uomo soprattutto. Questa è la sua missione, la sua lotta continua. Questa lotta evangelica si fa soltanto con le sole armi spirituali.
Mi congratulo con la vostra comunità. Che queste armi spirituali siano sempre a disposizione della parrocchia, del vostro quartiere, per collaborare alla trasformazione del mondo. Il mondo deve essere trasfigurato ad immagine di Gesù Cristo Figlio di Dio e tutti noi in questo compito abbiamo la nostra parte, la nostra vocazione e anche così possiamo realizzare noi stessi in Cristo Gesù.
Al consiglio pastorale della parrocchia
Ho avuto la visita del vostro parroco al termine degli Esercizi Spirituali e mi sembrava molto contento. Era sempre sorridente, come oggi. Gli ho chiesto quanti collaboratori ha e mi ha risposto di avere l’aiuto di altri sacerdoti solo di domenica. Ora, capisco perché lui era così contento e sorrideva. Egli ha tanti altri collaboratori: il Consiglio pastorale, i catechisti, tutti portano insieme l’opera evangelica della parrocchia. Questa vostra parrocchia è benedetta dal mistero della Trasfigurazione. Questo mistero di Cristo è stato imposto in modo speciale agli Apostoli e a tutta la Chiesa.
Vi ringrazio perché vedo il vostro parroco contento. Auguro ogni bene alle vostre famiglie e a tutta la comunità parrocchiale di cui siete il Consiglio, i responsabili della linea dell’apostolato dei laici.
Ai giovani della parrocchia
Vi vedo con grande gioia in quest’aula in cui ho visto prima i bambini. Era il vostro ieri. Il vostro oggi è così come ci vediamo adesso. Penso che il mistero della Trasfigurazione dice molto a noi tutti alla Chiesa. A questo mistero è particolarmente sensibile la Chiesa d’Oriente. Ma dice forse soprattutto ai giovani perché Cristo che deve essere tra poco crocifisso umiliato assassinato per poi risorgere, Cristo emarginato tra i più emarginati del mondo nella sua passione. Ma prima di questi eventi terribili il Padre celeste dice: “Questi è il mio Figlio prediletto” nella sua umiliazione, nella sua emarginazione non sarà mai emarginato perché è mio Figlio e Lui lo farà da mio Figlio perché è mio Figlio perché Lui mi ama e ama tutti voi e per tutti voi si lascerà calpestare, distruggere, crocifiggere. La Trasfigurazione ci parla anche di un divino progetto sul mondo. Il mondo deve essere trasfigurato alla somiglianza di Cristo. Il mondo vuol dire noi, ciascuno di noi. Voi, giovani, siete molto sensibili a questa realtà della trasfigurazione del mondo e di se stessi, di cambiare e di migliorare le realtà umane. Nel nome della Trasfigurazione vi auguro questo e vi ringrazio anche per la vostra ospitalità che dimostrate verso i fratelli stranieri che non si sentono emarginati in questa comunità parrocchiale e in questa vostra comunità giovanile.
Il Signore vi benedica.
Al commiato
Mi dice il vostro parroco che siete contenti. Allora voglio dirvi che anche io sono contento. Vi ringrazio per questo incontro e per questa buona accoglienza. Vi lascio come meditazione il mistero della Trasfigurazione specialmente durante questo tempo di Quaresima che ci porta alla celebrazione della Pasqua del Signore.
© Copyright 1993 - Libreria Editrice Vaticana
Copyright © Dicastero per la Comunicazione - Libreria Editrice Vaticana